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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: primaveraestate  (Mensaje original) Enviado: 16/05/2013 13:20

    Può sembrare incredibile, ma i momenti belli durante il servizio in ospedale sono tanti. Talvolta si è aspettati e questo fatto ogni volta sorprende e fa enormemente piacere. Ci si sente utili, partecipi alla sofferenza e all’ansia di chi sta lì, e la conseguente sollecitazione all’inventiva  per infondere coraggio fa bene anche al nostro animo; in tal modo ci adeguiamo alla persona che abbiamo di fronte e questo ci allena perfino a meglio osservare coloro che incontriamo fuori dall’ospedale.                

   Ognuno ha la sua storia, spesso con un comune denominatore: la sorpresa di trovarsi lì. Sovente i pazienti descrivono la propria famiglia, il lavoro, quasi per  rimuovere  il pensiero della malattia. Alcuni entrano per la prima volta in un ospedale e, increduli, dicono “Ho lavorato tutta la vita, mai avuto bisogno di un medico, invece qui mi vogliono tenere, non so il perché”. Poi li rivedi la settimana dopo, e torni a rivederli, sempre più stanchi e dubbiosi, con un unico desiderio: tornare a casa.                                                                                                                  

   Si incontrano vicini di casa, gente del proprio quartiere, compagni di gite domenicali, genitori di compagni di scuola che, al vederti, si sentono un po’ rassicurati, come se noi fossimo taumaturghi in grado di guarire tutti i mali. Magari!

   E poi ci sono persone che hanno dimenticato il proprio nome e il nome di chi gli è più caro. Molti  anziani invocano la mamma e parlano di lei come se fosse fuori dalla camera, pronta a entrare con una carezza e un dolcetto; alla carezza pensiamo noi.

    Che piacere invece quando si incontra per strada un  paziente guarito! Subito non lo si riconosce perché fresco di parrucchiere e senza il pigiama, ci abbraccia, si commuove. Allora si rivede quel malato con il pigiama, i capelli arruffati e  con tanta

paura, e di nuovo uno sente la vicinanza e la gioia della condivisione.                              

   Un vero guaio è quando il malato straniero non conosce la nostra lingua e noi non conosciamo la sua; un po’ ci aiutiamo con le mani ma in modo generalmente insufficiente. C’è però sempre un vicino di letto solidale che viene in soccorso poi, con grandi sorrisi, ci congediamo facendogli capire, sempre con i gesti che torneremo più tardi.                                                                                                                          

   Qualche anno fa, a un malato dalla pelle un po’ scura chiesi, dopo averlo salutato in arabo se avesse bisogno di qualche cosa; mi rispose in inglese che non aveva capito: era pakistano. Che vergogna, l’avevo scambiato per un nordafricano. Il pakistano mi disse di non avere né moglie né figli e chiese il mio numero di telefono. Mentre dicevo che la nostra è una Associazione di volontariato, provvidenzialmente entrò un medico, così lo salutai e uscii, convinta di avere fatto una conquista, ma venni a sapere che chiedeva l’indirizzo a tutte le volontarie!                                                    

   Qualche mese fa, un malato mi regalò un portachiavi con una bella cassa da morto. Si trattava di un impresario di pompe funebri che, in questa maniera, voleva ringraziare per il nostro servizio.                                                    

   Tanti anni di volontariato mi hanno regalato una maggiore capacità di riflessione, la possibilità di partecipare e condividere le vicende di molti malati, e di meglio comprendere anche chi sta fuori dall’ospedale. Tutto questo mi ha arricchita e, pur con la partecipazione a tanto dolore, mi ha dato molta gioia.



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 16/05/2013 18:11
Volontariato...una parola che racchiude un soave profumo di rose...
...raccoglie i sorrisi degli uomini ormai stanchi....e quello donato
in un ospedale è ancora più prezioso...regala parole di speranza e
dona sicurezza...
Ricordo molti anni fà lo facevamo in un reparto dell'Istituto degli
Innocenti...a Firenze...Quei bimbetti così piccoli da elemosinare
amore appiccicati alle nostre gonne...
Pensavamo a lavarli e cambiarli...a nutrirli...giocavamo insieme
a loro...e gioivo nel vedere quegli occhietti vispi grati dei sorrisi
e dei bacetti ricevuti...
Ma ogni volta che me ne andavo...era una fitta al cuore...li vedevi
in gruppo,a salutare e singhiozzare...
Già...una fitta al cuore e due labbra salate...

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 16/05/2013 22:38
In uno Stato tanto carente come il nostro, per fortuna esiste il volontariato.... il nome stesso dice tutto, persone che solo per loro volontà scelgono di prendersi cura di chi ha bisogno, è solo, cerca una mano tesa e un sorriso in un momento difficile della sua vita.... Quando si da in questo modo si può essere sicuri che si riceve anche molto, forse anche di più di quello che si è dato.... e lo sguardo di quegli occhi riconoscenti diventa indimenticabile, dolce come una carezza, e quel calore al cuore condiviso ripaga di un tempo speso finalmente in un modo giusto e degno.... 

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: Gabbiano Enviado: 17/05/2013 04:40
io... ho fatto servizio in ospedale
nell' AVO... ho dato pochissimo
ho ricevuto tanto
bastasse quell'amicizia che dà sapore
e un ....... colore.... alla mia vita

aggiungerò per chi non vuol farsi un sorrisetto
che sentivo una bicicletta vicino alla mia...
prendevamo le stradine.. la mia la chiudevo
l'altra non c'era bisogno....


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