La terra è un solo paese siamo onde dello stesso mare foglie dello stesso albero fiori dello stesso giardino! Seneca
Leonid Afremov - Conversazione
NON HO BISOGNO DI TEMPO Pedro Salinas
Non ho bisogno di tempo per sapere come sei: conoscersi è luce improvvisa. Chi ti potrà conoscere là dove taci, o nelle parole con cui taci? Chi ti cerchi nella vita che stai vivendo, non sa di te che allusioni, pretesti in cui ti nascondi. E seguirti all’indietro in ciò che hai fatto, prima, sommare azione a sorriso, anni a nomi, sarà come perderti. Io no. Ti ho conosciuto nella tempesta. Ti ho conosciuto, improvvisa, in quello squarcio brutale di tenebra e luce, dove si rivela il fondo che sfugge al giorno e alla notte. Ti ho visto, mi hai visto, ed ora, nuda ormai dell’equivoco, della storia, del passato, tu, amazzone sulla folgore, palpitante di recente ed inatteso arrivo, sei così anticamente mia, da tanto tempo ti conosco, che nel tuo amore chiudo gli occhi, e procedo senza errare, alla cieca, senza chiedere nulla a quella luce lenta e sicura con cui si riconoscono lettere e forme e si fanni conti e si crede di vedere chi tu sia, o mia invisibile.
Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.
Tutto e' poesia se liberiamo l'animo dal substrato arido cui a volte ci si protegge per falso pudore...... La poesia non e' debolezza dell'anima,ma deformazione sublime che fa intravvedere in ogni angolo della terra tutta la bellezza, e la eleva a poetiche espressioni. La poesia e stata sempre patrimonio di pochi,ma a leggerla sono molti e sopratutto bisogna avere la capacita' di saper leggere negli uomini,negli eventi e nelle cose,quella scintilla che l'ha fatta scaturire....... La poesia finisce quindi, con l'essere un raggio di luce proveniente dall'alto, che ci abilita e rincuora alla speranza: e' quel qualcosa che ti entra dentro sottile, sottile, ti sconvolge e commuove, ti orienta ed esalta,ti strappa lacrime e sorrisi, consensi e dissensi, ma che non ti lascia mai a mani vuote.....
Quando il pensiero si sofferma nel cuore ed esprime sentimenti inquietanti, ansia di pace, ricerche di rifugi,angosce segrete, allora il pensiero diventa poesia e questa diventa vita.
Ti sei stancata di portare il mio peso
Ti sei stancata di portare il mio peso ti sei stancata delle mie mani dei miei occhi della mia ombra
le mie parole erano incendi le mie parole eran pozzi profondi
verrà un giorno un giorno improvvisamente sentirai dentro di te le orme dei miei passi che si allontanano
e quel peso sarà il più grave. Nazim Hikmet
La fanciulla Chi vede te vede una primavera, uno strano arboscello, che non reca fiori, ma frutti. Un giorno ti tagliavano i capelli. Stavi, tra il tuo carnefice e la mamma, stavi ritta e proterva; quasi un aspro garzon sotto la verga, a cui le guance ira e vergogna infiamma, luccicavano appena i tuoi grandi occhi; e credo ti tremassero i ginocchi dalla pena che avevi. Poi con quale fierezza raccoglievi quel tesoro perduto, quel magnifico tuo bene caduto, i tuoi lunghi capelli. Io ti porsi uno specchio. Entro la bruna chioma vi tondeggiava il tuo bel volto come un polposo frutto. Umberto Saba
Adolescente. Su te, vergine adolescente, sta come un’ ombra sacra. Nulla è più misterioso e adorabile e proprio della tua carne spogliata. Ma ti recludi nell’ attenta veste e abiti lontano con la tua grazia dove non sai chi ti raggiungerà. Certo non io. Se ti veggo passare a tanta regale distanza, con la chioma sciolta e tutta la persona astata, la vertigine mi si porta via. Sei l’ imporosa e liscia creatura cui preme nel suo respiro l’ oscuro gaudio della carne che
appena sopporta la sua pienezza. Nel sangue, che ha diffusioni di fiamma sulla tua faccia, il cosmo fa le sue risa come nell’ occhio nero della
rondine. La tua pupilla è bruciata del sole che dentro vi sta. La tua bocca è serrata. Non sanno le mani tue bianche il sudore umiliante dei contatti. E penso come il tuo corpo difficoltoso e vago fa disperare l’amore nel cuor dell’uomo!
Vincenzo Cardarelli
Gelosia L'uomo vecchio ha la tetra di
giorno, e di notte ha una donna ch'è sua - ch'era
sua fino a ieri. Gli piaceva scoprirla, come aprire
la terra, e guardarsela a lungo, supina
nell'ombra attendendo. La donna sorrideva occhi chiusi.
L'uomo vecchio stanotte è seduto
sul ciglio del suo campo scoperto, ma non
scruta la chiazza della siepe lontana, non distende
la mano a divellere un'erba. Contempla tra
i solchi un pensiero rovente. La terra
rivela se qualcuno vi ha messo le mani e
l'ha infranta: lo rivela anche al buio. Ma non c'è
donna viva che conservi la traccia della
stretta dell'uomo.
L'uomo vecchio si è accorto che la
donna sorride solamente occhi chiusi,
attendendo supina, e comprende improvviso che sul
giovane corpo passa in sogno la stretta di un
altro ricordo. L'uomo vecchio non vede più il
campo nell'ombra. Si è buttato in ginocchio,
stringendo la terra come fosse una donna e sapesse
parlare. Ma la donna distesa nell'ombra,
non parla.
Dov'è stesa occhi chiusi la donna
non parla né sorride, stanotte, dalla bocca
piegata alla livida spalla. Rivela sul corpo finalmente la stretta di un uomo: la
sola che potesse segnarla, e le ha
spento il sorriso.
(Cesare Pavese)
E per completare il tema,una canzone che e' un volo di poesia:
L'acrobata
C'e' un mare in silenzio quassu' e rete non ho ma cresce il tamburo nel blu e mi lancero' e fermano il fiato per me ma li stupiro' nel cerchio che poi nel vuoto faro'.
Le case la gente le vie lontane laggiu' gli errori degli uomini qui non contano piu' la soglia del male che e' in noi io superero' e fino in platea ti raggiungero'.
Amore che devo inventare io come i poeti e gli uccelli qui a terra equilibrio non ho ma il cuore mi spinge a rischiare e su questo filo attaccato alla luna ogni sera vivro' morendo davanti ai tuoi occhi e al tuo seno mi liberero' nel volo che so.
Accarezzo il tuo grano e poi su nell'immensita' qualunque promessa sara' piu' vera da qua per lunghi secondi finche' dimentichero' che un uomo quassu' restare non puo'.
Amore che devo inventare io come i bambini e gli acrobati a terra un mio senso non ho ma il cuore mi spinge a rischiare su questo trapezio che passa ogni sera e non torna mai piu' e che tenerezza afferrarti le mani portarti nel blu non scendere piu'
Perdonami questa bugia piu' grande di noi ma come vorrei portarti lassu' non scendere piu'