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De: Butterfy (Mensaje original) |
Enviado: 28/05/2013 22:06 |
Da Angelina Jolie ambasciatrice dell’Onu per i rifugiati a Sean Penn in soccorso dei terremotati di Haiti: per le star di Hollywood fare beneficenza è naturale come sfilare sul red carpet. In Italia, invece, quello tra i vip italiani e la beneficienza è un binomio che fa sempre discutere. L’ultimo a suscitare polemiche è stato Vasco Rossi che, dalla pagina ufficiale di Facebook, ha comunicato l'intenzione di non partecipare a Emilia live, evento musicale in programma il 25 giugno a Bologna che riunirà numerosi protagonisti della canzone italiana, e il cui incasso è destinato alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal terremoto. VASCO, BENEFICENZA SENZA SPETTACOLO. «Non parteciperò a nessun concerto di beneficenza. Non amo quel modo di farla, poco costoso e poco faticoso», ha scritto il rocker di Zocca, «penso che certe cose si debbano fare tirando fuori i soldi dal proprio portafoglio, senza troppo spettacolo e pubblicità». E a buttare benzina sul fuoco si è aggiunto Samuele Bersani, che sempre sul social network ha scritto: «Partecipare a un concerto di beneficenza gratuitamente per poi prendersi come autori i soldi dalla Siae per l’esibizione di quella sera sarebbe un colpo paradossale. Respingiamo i cattivi pensieri sin da ora. Ogni minimo spicciolo ricavato dev’essere interamente dichiarato e devoluto». L’idea, insomma, è che la generosità debba essere davvero tale e non sbandierata. LA CREDIBILITÀ DI PUPO. Il cantante Pupo, durante la trasmissione di RadioUno Attenti a Pupo ha annunciato che avrebbe fatto un bonifico di 1000 euro alla Protezione civile. «È importante che i personaggi noti che chiedono i soldi alla gente comune, dimostrino quanto hanno dato loro in beneficenza», ha detto il cantante. Il bonifico è stato prontamente pubblicato sulle pagine del Quotidiano nazionale. E subito sono arrivate le reazioni di chi ha parlato di ostentazione e gesto volutamente plateale. «Non è ostentazione, bisogna pensare che viviamo un momento particolare, e la credibilità è fondamentale: non si può chiedere senza provare che si è data una cifra adeguata». |
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Ma non è un gesto volutamente plateale anche il dichiarare di non voler partecipare a un concerto per fare beneficenza personalmente e segretamente? Il confine tra onestà, sincerità e promozione personale è chiaramente labile, forse nemmeno definito. Già, perché nel nostro Paese il rapporto tra personaggi pubblici e filantropia è spesso ambiguo. Basti pensare al travagliato percorso del cachet ottenuto da Adriano Celentano per la sua partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo: 500 mila euro da dividere in blocchi da 20 mila a famiglie indigenti di Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Milano, Verona e Firenze e che, a dispetto del bel gesto del Molleggiato, non hanno mancato di suscitare proteste. Troppo facile, secondo l’opinione comune, fare beneficenza con i soldi della Rai, e quindi dei contribuenti italiani, e discussa è stata anche la scelta di destinare il denaro a famiglie specifiche invece che alla collettività (per esempio a ospedali e organizzazioni di carità). Senza dimenticare che - come ricordano i più maliziosi - la decisione di devolvere il compenso dell’Ariston in beneficenza è arrivata solo dopo il polverone mediatico sollevato nel momento in cui è stata resa nota l’entità del compenso. VERSAMENTO MISTERIOSO. Misterioso anche il destino del cachet ottenuto da Roberto Benigni per prendere parte al Festival di Sanremo del 2011. L’attore toscano aveva dichiarato che avrebbe donato i 250 mila euro ricevuti all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, che però non ha mai confermato l’arrivo del denaro. Il motivo? L’ospedale non è autorizzato a rivelare l’identità di chi effettua donazioni, pertanto l’unico che può confermare di aver effettivamente donato i soldi è lo stesso Benigni, che però NON l’ha mai fatto.Ma evidentemente quello tra Sanremo e la beneficenza è un matrimonio che non s’ha da fare. Nel 2005, per esempio, il brano di Giuseppe Povia I bambini fanno ooh (non in gara) rappresentò la colonna sonora per Avamposto 55, campagna di solidarietà finalizzata alla costruzione di una scuola-ospedale nel Darfur. COSTA L'UMANITARIO. L’obiettivo dichiarato era quello di far sì che tutte le case discografiche presenti al Festival quell’anno dessero un contributo economico volontario all’iniziativa, ma alla fine l’unico protagonista della kermesse musicale a versare denaro fu il conduttore Paolo Bonolis (oltre allo stesso Povia, che versò la propria quota dei diritti fonomeccanici della canzone, corrispondenti a 35 mila euro). Di tutti gli altri personaggi saliti sul palco nessuna traccia. Decisamente più controversa, invece, la vicenda dell’attore Edoardo Costa e della sua Ciak, associazione (ufficialmente) senza scopo di lucro da lui fondata e presieduta per aiutare i bambini bisognosi dei Paesi poveri. In realtà, in più di un’occasione gli aiuti umanitari non sono mai giunti, e solo 80 mila euro, secondo le indagini della guardia di finanza, dei 650 mila raccolti sarebbero stati utilizzati per l’assistenza dei bambini. |
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Al di la' di come intendono farla questa beneficienza,
importante e' che la facciano e che non siano soltanto
parole.....e sopratutto che arrivi ai destinatari...... |
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De: haiku04 |
Enviado: 29/05/2013 12:26 |
Purtroppo in Italia non c'è il "culto", l'abitudine, l'atto spontaneo verso la beneficenza, e alludo a chi guadagna veramente tanto, e dove spesso, soprattutto quando si parla di artisti, il mettere mano al portafogli scatta solo quando ci sono forti pressioni dall'esterno a causa di compensi assurdi, come nel caso di Celentano, Benigni e molti altri.... poi ci sono i noti tirchi, come Gerry Scotti e Bonolis....
Anche quando assistiamo in TV a quelle maratone atte a raccogliere denaro per incrementare le ricerche scientifiche, oppure fornire i vari ospedali di apparecchiature indispensabili, vengono invitati i telespettatori a inviare msm in merito, ma non è mai chiaro se chi presenta stacchi un assegno di suo o almeno devolva il compenso per la presentazione.... non ci sono mai stati riscontri in materia! E quando viene chiesto ai vari "vip" se fanno beneficenza, la risposta è sempre la stessa: la faccio, ma non lo dico! .... comodo, direi, meglio allora l'ostentazione, che almeno non lascia dubbi!
In America c'è molta più generosità e consapevolezza da parte di attori e cantanti e i riscontri ci sono, nero su bianco.
Da noi invece, come al solito, la vera solidarietà scatta dalla gente comune, mentre chi ha tanti soldi.... se li tiene!
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Non preoccupatevi che di tasca loro non mettono nulla, semmai è l'aumento dell'audience che incrementando gli introiti, compresi quelli pubblicitari fa sborsare qualche piccolo spicciolo, hai ragione Haiku se qualche soldo esce è quello che spontaneamente proviene dalle nostre tasche
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...Considerato quello che lasciava in bische e casinò e non certo per beneficenza,il Pupo non s'é certo rovinato...
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De: haiku04 |
Enviado: 08/07/2013 23:30 |
Anzi, è in auge più che mai..... e che ha dato?? 1000 euro, e capirai lo sforzo,
dopo aver lasciato sui tavoli verdi miliardi! Buuuuuuuuuu!!!! |
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