Ma un buco enorme, senza fondo, che viene nascosto agli italiani c’è già.
Telecom svenduta agli spagnoli da Generali e Intesa San Paolo, i suoi azionisti. L’ A.D. di Telecom Bernabè all’oscuro di tutto (sue parole). Peccato una settimana prima tutti sapevano cosa stava per succedere ma il governo era preoccupato per le frasi di Rodotà.
In questo sistema di scatole cinesi è sufficiente possedere una modesta quantità di azioni per controllare una società.
Non sfugga che all’inizio di vicenda Telecom, guarda caso ci sono i partiti e gli stessi soliti noti che spingono tutte le grandi opere.
Le due società più importanti della borsa italiana, una bancaria e l’altra di assicurazioni, i “pilastri dell’economia italiana”, probabilmente per fare liquidità, ipotecano il futuro italiano delle telecomunicazioni, al punto che perfino il Copasir ammette che è a rischio la sicurezza nazionale.
Le grandi aziende se ne vanno, i soldi della cassa integrazione stanno per finire, l’IVA sta per aumentare, tutte le tasse subiranno aumenti.
La criminalità incrementa i suoi introiti e si sviluppa dove c’è ancora qualche affare da gestire, fin su nel profondo nord.
Inoltre, chi dovrebbe pagare tasse milionarie con il gioco d’azzardo legalizzatoviene graziato in parlamento. A proposito, gioco d’azzardo legalizzato, grazie ai partiti compiacenti (anche di sinistra).
Le città d’arte diventano enormi passerelle per navi da crociera, speriamo che non si inchinino, ma intanto è la politica ad inchinarsi, anche in questo caso, non facendo nulla per fermare questo obbrobrio. Intere regioni sono inquinate, non lo scoprono le istituzioni ma per fortuna ce lo dicono i camorristi.
Per non parlare dell’agricoltura e del turismo. La prima affossata dalla politica (costa meno un camion pieno di pomodori dall’Olanda piuttosto che dal sud Italia); il secondo distrutto da politiche ottuse, fatte da incompetenti sul paesaggio, beni artistici, ricettività e norme tributarie da medio evo (le famose gabelle).
C’è chi dice che l’Italia oggi è già commissariata . Che lo sia oppure no, di sicuro sono commissariati i portafogli di tutti gli italiani. Chi ha capito cosa sta succedendo forse salverà qualche briciola, gli altri, plaudenti ad ogni vaccata televisiva, riesumazioni di partito, smacchiatori di leopardi o asfaltatori in camicia bianca, sono già potenziali barboni chiamati domani ancora a pagare nuove tasse.
Questa è l’Italia.
La talpa è nel buco ma scava solo nei portafogli degli italiani. A ben guardare, un’invasione di politicanti famelici come leggendarie cavallette.
Carestia, fame, disoccupazione, povertà in ogni dove meno che nelle tasche dei soliti noti. Perfino qualche ricco comincia a impoverirsi.
Sia chiaro, questa non è antipolitica, ma è semplicemente la situazione in cui ci troviamo, nella quale pretendono di continuare impunemente a raccontare menzogne.
Bugie ne hanno raccontate tante, ma dal nostro osservatorio privilegiato della Valle di Susa possiamo toccare con mano come la vicenda TAV sia il perfetto paradigma di un concentrato di truffe, illegalità, angherie e mistificazioni finalizzate a mantenere il potere politico e di conseguenza economico che verrà esercitato presto su una moltitudine di cittadini inconsapevoli, ormai potenziali barboni e futuri schiavi.
In Valle di Susa non ci renderanno mai schiavi perché abbiamo capito quello che sta succedendo. Nel nostro caso non è tanto una questione politica, quanto tecnica, infatti non hanno mai ascoltato le tesi dei No Tav e dei loro rappresentanti tecnici: sapevano che avevano ragione.
Adesso la questione tecnica è un’altra: non ci sono più soldi.
Chiarito che all’Europa di quest’opera non importa assolutamente nulla, e l’hanno capito anche i francesi, qualcuno ci spieghi perché l’Europa dopo averci commissariati, ci dovrebbe regalare soldi per una simile porcata.