La funzione del dolore è quella di aprire gli occhi a verità prima non vedute.
Nel dolore l'uomo rientra in sé, si ripiega in se stesso, riflette, e prende contatto col proprio Io interiore che fino allora aveva assistito come guardiano silenzioso.
Avviene allora un colloquio dal quale s'impara una cosa fondamentale: la distinzione dei valori reali da quelli illusori.
Cadono gli idoli che fino allora si erano adorati perché ritenuti eterni, si tocca con mano la fragilità umana, e si comprende verso quale direzione indirizzare la propria vita.
Nell'economia della vita, il dolore è, nel tempo stesso, strumento di perfezionamento e equilibratore.
Il dolore matura l'uomo, lo distacca dalle cose banali e fa comprendere le verità prima trascurate e non comprese.
L'esperienza del dolore è per l'uomo tra le più pesanti e amare, ma è la più utile ai fini della propria evoluzione.
La funzione del dolore nell'esistenza è santa perché porta l'uomo a elevarsi dal piano materiale a quello spirituale.
Se non ci fosse il dolore, l'uomo non si chiederebbe perché vive.
è il dolore che spinge a cercare la spiegazione delle proprie sofferenze e lo scopo della vita stessa.
Mentre dura il godimento e il piacere, l'uomo è immerso in quello e vorrebbe che durasse sempre.
Quanto più si è avanzati nell'evoluzione, tanto più si sente il vuoto del piacere materiale e si cerca oltre.
Il dolore è il grande maestro della vita.
Salvatore R.