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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 27/12/2013 18:56 |
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Essere grandi non vuol dire aver cavalcato numerosi anni dopo l'infanzia.....
Essere grandi vuol dire lasciare libero il pensiero e il cuore di andare oltre la linea dell'orizzonte.
Essere grandi vuol dire saper vivere senza pescare sempre nel torbido,ma gioire guardandosi intorno,anche
del piccolo fioco di neve che si posa leggermente e
silenzioso su di una foglia....
Essere grandi vuol dire inventarsi ogni giorno la vita.......
E' quello il vero coraggio che serve per vivere intensamente.....
Annamaria |
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Invecchiare non vuo dire che quel che si vede, che si vive, debba lasciare meno traccia nello spirito, o non debba fare piu' alcuna impressione..... Nell'invecchiare e' importante non far addormentare la sensibilita'...
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“…l’amore è una pazzia temporanea, erutta come un vulcano e poi si placa, e quando accade bisogna prendere una decisione. devi capire se le vostre radici si sono intrecciate al punto da rendere inconcepibile una separazione. Perchè questo è l’amore. Non è l’ardore, l’eccitazione, le imperiture promesse d’eterna passione, il desiderio di accoppiarsi in ogni minuto del giorno. Non è restare sveglia la notte a immaginare che lui baci ogni angolo del tuo corpo. No, non arrossire, ti sto dicendo qualche verità.Questo è semplicemente essere “innamorati”. una cosa che sa fare qualunque sciocco.L’amore è ciò che resta quando l’innamorato si è bruciato; ed è sia un arte sia un caso fortunato.Ci sono radici che si protendono sottoterra l’una verso l’altra e quando i bei fiori cadono si scopre che si è un albero solo, non due. Ma volte i petali cadono senza che le radici si siano intrecciate…” dal FILM ”Il mandolino del Capitano Corelli
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Soltanto nell'amore e nella morte non si può fingere. Chi nell'amore cerca di fingere, può illudersi di amare, ma non ama. Chi sta morendo non finge più, perché "ciò che diranno gli altri" ormai non lo interessa; egli cessa di pensare "per gli altri" e riflette unicamente "per sé". L'amore e la morte hanno dunque, davvero, qualcosa in comune, come ritennero molti poeti. Hanno in comune quello stato d'animo di "ebbrezza" per cui l'individuo rinuncia totalmente a voler "apparire ciò che non è", e quindi comprende l'inutilità di persistere nella finzione e nella vanità di ogni giudizio che non sia fondato sulla pura realtà.
Ludovico Geymonat da "I sentimenti" -
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