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De: sempreverde (Mensaje original) |
Enviado: 15/03/2014 08:09 |
De: ○●MAX●○ (Mensaje original) |
Enviado: 15/03/2014 06:16 |
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Incontro
Queste dure colline che han fatto il mio corpo e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.
L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara sotto le stelle ambigue, nella foschìa d'estate. Era intorno il sentore di queste colline più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò come uscisse da queste collina
e, una voce più netta e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi definita, immutabile, come un ricordo. Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà ogni volta mi sfugge e mi porta lontano. Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane: mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto dell'infanzia vissuta tra queste colline, tanto è giovane. è come il mattino, Mi accenna negli occhi tutti i cieli lontani di quei mattini remoti. E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta che abbia avuto mai l'alba su queste colline.
L'ho creata dal fondo di tutte le cose che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.
Cesare Pavese
Il vostro Max
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E intanto il sole
tra la nebbia filtra già...
e il giorno come sempre sarààà...
Buona giornata a tutti/e
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Cose piccole
Nel novero delle cose piccole metterei la piantina che ho comprato al mercato. Estati che valgono una vita e torte di compleanno tonde come la solitudine.
Nel novero dei minimi particolari ci sono la foglia che è spuntata ieri e il momento in cui dalle mie mani e dal forno elettrico lievitarono un profumo di mollica e la crosta del pane. Le radici rinnegate, gli orchestrali piumati che danno la sveglia al mattino e aumentano via via che cresce la quercia. Poi l’albero delle albicocche, quando a giugno si macchia di frutta e non sai perché. La consolante disperazione, non l’indifferenza. L’alfabeto del dolore, imparato con lezioni private memorabili.
Nel novero delle cose piccole c’è questa vita di assolo, allegretti, foglie che si aprono sempre, farina che resuscita senza miracolo, e polvere era. Segni scompaginati dal vento. Però con un senso del ritmo e forse anche del metro.
Paola Malavasi
BUON POMERIGGIO
Annamaria
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