L’uomo può essere adulto perché una donna, in un’altra stanza, conforta il suo bisogno di infanzia, può mostrarsi forte e attivo perché ha chi protegge la sua debolezza e i suoi abbandoni. Maschile e femminile, corpo e mente, natura e storia, è ciò che egli ha artificiosamente separato per poter ogni volta nascere e tornare bambino, essere la madre ed essere diverso da lei. In questa altalena di opposti, la donna si inserisce forzatamente, il suo bisogno di globalità e di interezza è l’impossibilità di collocarsi o solo su un versante o solo sull’altro: né solo natura né solo cultura, né solo maschio né solo femmina, nel significato che l’uomo ha dato ai suoi opposti desideri, essa può solo tentare di metterli insieme in uno sforzo creativo che è l’illusione di far nascere se stessa. Ma perché ciò avvenga, è necessaria una strettissima unità a due, silenzio e solitudine attorno e una garanzia d’amore totale, che si rompe appena l’uomo si profila come irriducibilmente diverso e staccato, incapace dell’attenzione e della tenerezza di una madre, intollerante della posizione di figlio, se diventa un impedimento alla sua vita sociale. Lea Melandri
Annamaria |