Rinchiuso nei profondi labirinti della buia terra Scavo con la bocca alla ricerca d'ossigeno di luce I miei arti diventati radici mi nutrono con la loro linfa Spinto dalle orgiastiche zolle del passato Striscio tra gli indifferenti solchi del presente Frano cieco e senza corpo un attimo in superficie per essere sepolto.
Strangolato dall'ansia il respiro si blocca come statua di gesso fisso nel vuoto non sento rumori asciutta è la bocca la testa un macigno centrifuga pensieri scavo un buco senza fondo nella mente nell'immotivata ricerca del niente aperta la finestra su i giorni che scorrono riflesso nel vetro spettatore di me stesso.
Nella pianura addormenta, il nostro desiderio d'amore chiuso in una goccia di rugiada. Alba dolce madre della vita con l'ultima manciata di stelle scioglie la brina del mattino portando alle tue labbra la mia sete. A piedi nudi camminando sul trifoglio raccogliamo granelli di luce.
Le mie feline mani stringono le fredde sbarre delle mie introspezioni Cammino intorno al perimetro della sofferenza Cerco uno spiraglio di luce Ascolto immobile il cuore pulsare Il martellante richiamo della vita prova a percuotere il temprato corpo d'incudine Paralizzato dal ghiaccio dell'impotenza Insensibile al vento della speranza Mi lascio ossidare dal ricordo.
Occhi verdi come pineta sul mare fissano nel vuoto lacrime di antichi amori accarezzati dalla luce dell'alba asciugati dai raggi del sole riaperti da orizzonti infiniti cercano immagini nuove.