A un ruscello
Fresco ruscel, che dal muscoso sasso precipiti tra i fiori e la verzura, e mormorando tristamente al basso ratto dilegui per la valle oscura,
rammenti ancor, quando, assetato e lasso del vagar lungo e dell'estiva arsura, io, giovinetto, ratteneva il passo, tacito, a contemplar l'onda tua pura?
Era quello l'april de' miei verdi anni, degli anni miei sereni, che fuggiro su' veloci del tempo invidi vanni,
al modo stesso che le dolci e chiare tue linfe, amabil rio, di giro in giro dal patrio colle van fuggendo al mare.
Giacomo Zanella
Il vostro Max
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