Scrivere il tuo nome sopra i vetri appannnati,
attendere in stazioni dove hai atteso per ore,
son cose che non danno né gioia né dolore.
Suono azzurro, ancestrale, altissimo profumo,
la tua voce scintilla come la lacrima angelica.
Ma il mio amore è l’amore degli Otelli.
E quando mi rinfocola e quando mi addormenta,
rabbrividisco e vedo innanzi Iago.
Mi dico: lega i giambi con lo spago.
Le poesie sono fiori molto esili,
nutriti dalla consona tristezza.
E l’ira, se li accumula, li spezza.
Nasos Vaghenàs
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Annamaria