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Contributo alla statistica
Su cento persone
che ne sanno sempre più degli altri - cinquantadue;
insicuri ad ogni passo - quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare purché la cosa non duri molto - ben quarantanove;
buoni sempre, perché non sanno fare altrimenti - quattro, bè, forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia - diciotto;
viventi con la continua paura di qualcuno o qualcosa - settantasette;
dotati per la felicità, - al massimo poco più di venti;
innocui singolarmente, che imbarbariscono nella folla - di sicuro più della metà;
crudeli, se costretti dalle circostanze - è meglio non saperlo neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi - non molti di più di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose - quaranta, anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti e senza torcia nel buio - ottantatré prima o poi;
degni di compassione - novantanove;
mortali - cento su cento. Numero al momento invariato.
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Primer
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Último
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Stupore
Perché mai a tal punto singolare? Questa e non quella? E qui che ci sto a fare? Di martedì? In una casa e non nel nido? Pelle e non squame? Non foglia, ma viso? Perché di persona una volta soltanto? E sulla terra? Con una stella accanto? Dopo tante ere di non presenza? Per tutti i tempi e tutti gli ioni? Per i vibrioni e le costellazioni? E proprio adesso? Fino all'essenza? Sola da me e con me? Perché mi chiedo, non a lato, né a miglia di distanza, non ieri, né cent'anni addietro, siedo e guardo un angolo buio della stanza come, rizzato il capo, sta a guardare la cosa ringhiante che chiamano cane?
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