la prima cosa che mi viene in mente è l'immagine della steppa innevata
Non siamo sotto le alpi dove ogni posto è tipico, ha le sue pietre
il suo versante dietro il ruscelletto e magari la casina
la steppa e una distesa dove ogni cosa si scioglie in una prospettiva
che l'annulla.... ma questo annullamento produce una sensazione
diversa.... tu non ti annulli ma comprendi di essere un pugno di neve fra tante neve
ed allora immaginare un istituto illuminato nella sera pacata di blu
fra la terra ed il cielo
in un sorta di accettazione di questo infinito a cui fai parte per un ritaglio
di tempo, dove le luci sono puntini lontani... e il calore fra i vetri
diventa quasi un battito nel silenzio della notte..
non l'avevo mai provato....
ho visitato sempre solo luoghi "finiti".. bellissimi ma tipici
dove sei....? laggiù in quella distesa fra quei due abeti che mettono
due punti al vento e al tempo infinito
la seconda immagine.. colorata.... sono tutti quei piatti di insalate
a mille tinte, dove la carota sposa il cetriolo, altre verdure rosse
trovano una salsina violetta, dove l'affettato vede vicine creme
di verdure, frittelle di vario gusto ricevono penne e yogurt
per dargli un sapore nuovo
la terza immagine l'allegria nata per la vibrazione di una nota
gli occhi sorridenti della referente preoccupata di solito ai buoni
rapporti con le direttrici degli istituti si accorge che un italiano
non solo fa scaturire sorrisi... ma va dritto a quel cuore
di solito gelato... spaccandolo in due
... non so quante volte mi ha abbracciato il marito della direttrice
riempiva e suonava..... suonava riempiva e mi strattonava il braccio..
mi strattonava provava a seguirmi con la musica e alzandosi faceva un brindisi in più
.... nella steppa lontana e solitaria.... c'era un'istituto con le luci accese non solo delle lampadine.....
.. poi uscimmo in un freddo che tagliava l'aria.... mille saluti sulla porta..
la notte... l'ultima notte di vichy all'istituto... volle stare con tutte le sue amiche
il giorno dopo... il sedici... accolti da un giudice donna e certo mamma
che sorrideva italiano
il registro scrisse che eravamo la cosa migliore per il suo futuro
e dopo un giro di uffici con "pizzo" di semplici pacchetti di caffè
da strapparti un sorriso.... abbandonammo Vitebsk per tornare a lei
la piccola ma dolcississima Minsk...
... con annessa fermata ai bordi della strada.. troppo nella neve liscia
da richiedere un intervento di fortuna di qualcuno, che vide una macchina
che non riusciva a risalire sulla carreggiata...