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53. Mateo 19:24: Otra vez os digo, que es más fácil pasar un CAMELLO por el ojo de una aguja, que entrar un rico en el reino de Dios.
54. Mateo 23:24: ¡Guías ciegos, que coláis el mosquito, y tragáis el CAMELLO!
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54. Mateo 23:24: ¡Guías ciegos, que coláis el mosquito, y tragáis el CAMELLO!
JAVIER MILEI Y SU VISIÓN SOBRE EL RESENTIMIENTO DE LOS SOCIALISTAS
6 junio, 2017
El economista Javier Milei fue entrevistada por el diario La Nación en el marco de las entrevistas grabadas en video que lleva adelante el prestigioso matutino.
Dijo Milei “Fijate que en los últimos 40 años Argentina duplicó el tamaño del sector público con esta historia de la justicia social y la re distribución del ingreso”.
“La justicia social es una farsa. No hay nada más injusto que la justicia social, porque en realidad re distribuir el ingreso es un acto violento. Es un castigo al exitoso. Eso penaliza el crecimiento”.
“Suponete que yo tengo dos personas, una que básicamente no tiene más que segundo grado y un día estaba mirando a su mujer, y cuando la ve presta a ir a la cama se dice ‘pero yo tengo que inventar algo para que anden así las mujeres’, entonces inventa la bikini y se llena de plata”.
“Y al lado tenés otra persona que hizo su maestría, su doctorado, su post doctorado y se dedica a estudiar la patita trasera izquierda de las moscas”.
“Evidentemente el mercado ¿Que es lo que hace? El mercado premia a quien satisface mejor las necesidades de su prójimo. En un contexto que se relaciona con la escasez. Cuanto vos más exitoso sos en satisfacer las necesidades de tu prójimo, el mercado te premia y te llena de plata”.
“Entonces vos te encontrás con que el que inventó la bikini está lleno de plata y el otro que se mató estudiando está en una situación pobre, por decirlo de alguna manera”.
“Supongamos que el hombre de las bikinis tiene dos autos y el otro señor no tiene ninguno. Entonces se siente profundamente resentido porque mirá todo lo que estudió y no tiene auto y el otro tiene dos autos. Entonces ¿De que forma puede lograr para hacerse de un auto? La primera es buscar algo que satisfaga el mercado y de esa manera conseguir tener un auto”.
“Sin embargo hay otros mecanismos. Uno es ir y robarle una auto. Pero claro, eso es muy feo, ¿entonces que hace? Va y llama al matón del barrio para que lo intimide al hombre que inventó los bikinis para que le de un auto a él”.
“Entonces se siente tranquilo. La famosa re distribución del ingreso. La re distribución de la riqueza. Es decir un acto violento. Es una acto violento donde se castiga al exitoso y se premia el envidioso. Y cuando una economía entra en eso, que es básicamente la idea de la justicia social y el populismo te hundís. Y eso es lo que pasó en la economía argentina”.
“Vos tenés que se duplicó el tamaño del sector público en el PBI y el número de pobres se multiplicó por seis. Entonces cuando vos castigás al exitoso se castiga al proceso de acumulación de capital y ¿Sabés a quien termina perjudicando más? A los más vulnerables porque esos son los que no tienen capital. Y que necesitan del capital para ser más productivos y tener mejores salarios. Entonces la re distribución del ingreso lo único que hace es castigar a los más vulnerables”. Concluyó el economista Javier Milei.
http://infofarandula.com/javier-milei-socialistas/
EL RELATO BANANERO PARA LA "GILADA".
ENVIDIA, ENVIDIA, ENVIDIA O LA MISMA RELIGION DE JUDAS QUE QUIZO VENDER EL PERFUME MUY CARO, PARA DARLE A LOS POBRES, CON EL CUAL MAGDALENA UNGIO LOS PIES DE CRISTO EN BETANIA.
EL DIEZMO BIBLICO EN LA BIBLIA NO ES PROGRESIVO, OSEA QUE EL QUE DESDE EL QUE TIENE CIEN MIL MILLONES DE DOLARES HASTA EL POBRE, PAGA EL 10%. CONCRETAMENTE EL TODOPODEROSO NO ESTIMULO EL SOCIALISMO PROGRESIVO (EL QUE MAS TIENE MAS PAGA). OBVIAMENTE QUE UNO TIENE QUE AYUDAR AL POBRE, PERO ES UNO, NO EL ESTADO, PORQUE GENERA EL POPULISMO Y EL FEUDALISMO. EL QUE TIENE MAS, POR MEDIO DE LA OFRENDA, PUEDE AYUDAR OBVIAMENTE CON MAS DINERO, PERO PRETENDER DEMONIZAR AL RICO, EN FUNCION A LOS POBRES, ES POPULISMO BANANERO QUE TIENE ORIGEN EN LA ENVIDIA.
TODOS LOS VIVOS SON SOCIALISTAS CON LA PLATA DE OTRO.
¿CASUALIDAD O CAUSALIDAD?
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Venezia insolita
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(di Marisa Uberti) |
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III parte
Due passi attraverso i sestieri e cose insolite
Bellissimo passeggiare lungo la Riva degli Schiavoni, dove siamo approdati dopo aver preso un battello sulla sponda opposta. Questa prende il nome dal fatto che mercanti dalmati approdavano qui per commerciare (la Dalmazia era detta Schiavonia). Mentre si prosegue verso il sestiere Castello, ci si accorgerà che la gente comincia a diminuire, il paesaggio muta, si allarga, di fronte solo mare aperto e qualche isola in lontananza. Questo sestiere è l'unico a non affacciarsi sul Canal Grande. Dopo aver superato larghi e bianchi ponti, ci si ritrova in via Garibaldi, sulla quale si aprono stretti vicoletti. Nei pressi si incontra il Museo Storico Navale e, un po' più avanti, gli storici giardini dove ha sede la Biennale dell'Arte di Venezia (Esposizione Internazionale d'Arte Moderna). Questo sestiere è il più grande della città e quello posto più a est, una sorta di 'coda'. Proprio qui aveva sede nel medioevo il Castello (donde il nome del sestiere stesso), che sorgeva sulla limitrofa isola Olivolo (dal fatto che c'erano molti oliveti), oggi San Pietro in Castello. Qui vi sorgeva l'antica chiesa omonima, che fu basilica di Venezia (fino al 1807) prima di quella di san Marco. Un edificio quindi della massima importanza, oggi decaduto.
Da vedere la zona dell'Arsenale, nel Campo omonimo, ideato in parte dal Sansovino. Un bel ponte ligneo collega le sponde; l'edificio fortificato, oggi è sede della Marina Militare alla cui guardia, all'esterno, stanno due giganteschi leoni, uno accucciato e uno seduto, e varie statue. Nel medioevo l'Arsenale (noto fin dal 1100) era il punto nevralgico della potenza veneziana, dove si costruivano le potenti flotte navali e considerato il punto vitale della Serenissima, un vero centro strategico.
Nel sestiere si trovano numerosissime chiese (almeno 18). Impossibile visitarle tutte, chiaramente; pertanto segnaliamo quelle che abbiamo visto e cioè:la chiesa di San Giovanni in Bragora, che secondo alcuni studi sarebbe stata gestita dai Templari, e poi passata ai Giovanniti. All'esterno, molto semplice, si trova un fiore a quattro petali (anche una croce). La chiesa ha origini ben più datate, pare all'VIII secolo ad opera di San Magno ed è dedicata a San Giovanni Battista, dove -secondo una tradizione- sarebbero state portate le sue spoglie. L'etimo 'bragora' non si sa cosa significhi esattamente nel caso in questione. All'interno -che non conserva più alcuno stile medievale- accoglie tele di artisti importanti, tra cui un Battesimo di Cristo di Cima da Conegliano (1492-1494). Sulle orme dei Templari e dei Giovanniti, arriviamo alla Chiesa Priorale, dell'Ordine di Malta (poco più avanti c'è la farmacia 'alla Croce di Malta'), sulle cui origini c'è mistero e c'è pura scarsità di notizie su come fosse al tempo dell'insediamento dei Giovanniti. Numerose sono invece le notizie successive, così come i rimaneggiamenti che la chiesa ha subito nel corso del tempo. Era arricchita di pregevoli opere di illustri pittori ma, con la soppressione napoleonica, fu spogliata dei suoi quadri e dei suoi altari e destinata a magazzino di barche. Venne successivamente restaurata al culto.
Proseguendo la perlustrazione, ci si imbatte in un'enorme chiesa, visibilmente abbandonata, che risulta essere quella di san Lorenzo, una delle più antiche di Venezia, risalendo al VI secolo. Vi era il monastero femminile delle benedettine, accanto.
Senz'altro superba e di primaria importanza è la chiesa domenicana dei SS. Giovanni e Paolo (detta anche San Zanipolo), che è anche un sacrario, poichè vi si trovano molti sepolcri dei Dogi veneziani, i quali hanno tutti delle tombe fastose, a tratti anche tracotanti. Una bellissima scultura, situata in una delle cappelle absidali, rappresenta una donna seduta, pensosa, che regge uno specchio. Andando a vedere cosa vi si riflette, abbiamo avuto un brivido:la Morte. La sua.
Si conserva anche un piede di Santa Caterina da Siena, in una teca di vetro.
La chiesa dei SS. Giovanni e Paolo è, insieme a quella dei Frari, seconda solo a San Marco; all'esterno, nella parte bassa, si vedono caratteri gotico -bizantini (forse del XIII secolo); vi sono diversi sarcofagi riportanti croci patenti, e sulla facciata delle curiose quadruplici cinte, il cui significato al momento sfugge. Un'antica porta, oggi murata e di cui rimane soltanto l'architrave e gli stipiti, è ancora visibile sul lato di destra.
Nella piazza prospetta la statua equestre al condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, omaggiato dalla Serenissima per il servizio che egli prestò, e la scenografica Scuola Grande di San Marco,oggi adibita ad Ospedale Civile (la facciata si scambia per una chiesa). All'interno, in una sezione apposita, a parte del nosocomio, si può ammirare (ma solo in particolari occasioni) la Biblioteca, mentre la cappella dell'ospedale, ovvero la chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, dove si ammira un'opera del Tintoretto (prima maniera) e una di Paolo Veronese, è aperta tutti i giorni al mattino.
Prendendo a sinistra del Campo SS. Giovanni e Paolo giungiamo alla bella chiesa di Santa Maria Formosa. Alla base c'è una tradizione che narra di un'apparizione mariana sotto le sembianze di una donna formosa (prosperosa), e risalirebbe al VII sec. Prima c'era una chiesa precedente. L'edificio attuale mostra le forme tardo-rinascimentali ed ha una particolarità: due facciate. Una affaccia sul rio ed una sul campo omonimo. Questa chiesa era sede di una curiosa cerimonia in antico (durò fino alla soppressione della Repubblica): il doge riceveva in omaggio un cappello di paglia, che gli veniva donato dalla confraternita dei Casselleri che qui avevano sede. Essi erano i fabbricanti della casse nuziali e nel 944 avevano fornito un consistente aiuto in occasione del Ratto degli Slavi, quando cioè degli slavi avevano tentato di rapire delle fanciulle veneziane. I Casselleri sventarono l'attacco e da allora venivano celebrati con la venuta del doge una volta all'anno.
Ritornando sui nostri passi si raggiunge, tra calle e callette, l'ultimo dei sestieri che ci restano da visitare:Cannaregio, cosiddetto per la presenza di fitti canneti. Incontriamo la chiesa di S. Maria dei Miracoli,bell'edificio rinascimentale che all'interno lascia a bocca aperta per via di un mirabile soffitto a cassettoni dove sono incastonati 50 ritratti di santi e profeti.
Immettendosi sulla Strada Nuova (che fu voluta da Napoleone e andò a sostituire il complesso di campi e campielli che vi si trovavano), proseguendo verso l' ovest della città (cioè verso la Stazione Ferroviaria) ci delizieremo tra bazar, negozi, palazzi più o meno antichi, alcuni anche fatiscenti, e le onnipresenti chiese. In Campo S. Sofia non vedremo subito la chiesa omonima, che rimane incastrata tra le case, ma un carugio permette di girarle attorno e ritrovarsi sul davanti. Una parte dell'edificio venne distrutto per far posto alla strada Nuova. Sul Canal Grande prospettano edifici famosi come la Cà d'Oro (1421-1440), un tempo rivestita in facciata del nobile metallo. Prendiamo a destra per dirigerci verso l'estremo Campo della Madonna dell'Orto, dove c'è l'omonima chiesa. Bellissima lo è anche all'esterno, gotico e forse unico esempio a Venezia. Dentro racchiude la tomba di Tintoretto e molte sue opere. Pochi passi e si incontra l'antica chiesa di Sant'Alvise (e l'omonimo campo), il cui sobrio esterno stride con lo sfolgorante sfoggio di colori dell'interno. L'unica navata ha infatti affreschi magnifici e una volta con una curiosa geometria a triplice quadrato concentrico...
Ci accorgiamo che qualcosa è cambiato nuovamente, siamo rimasti soli, la gente non c'è più, perchè qui non viene quasi nessun turista. Ci troviamo sulla sponda più settentrionale della città, vediamo il mare aperto, ma dall'altra parte rispetto alla Punta della Dogana. Abbiamo percorso Venezia da parte a parte, fantastico! Le vie, qui, corrono parallele e a tratti sembra di essere sprofondati nella città fantasma. Ma ci piace! E' intrigante la scoperta di nuovi tasselli di questo mosaico veneziano. Siamo quasi nella zona del Ghetto ebraico, che è il più antico d'Europa perchè a Venezia i Giudei giunsero precocemente. Si notano alcuni simboli ma soprattutto massiccia è la presenza delle sinagoghe (ben cinque) e molto importante è il Museo della Comunità Israelitica, che allestisce oggetti della tradizione ebraica dall'antichità in poi.
Proseguiamo lungo le Fondamenta della Misericordia e arriviamo al Campo dei Mori, più animato. Facciamo la conoscenza di alcune statue abbigliate all'orientale: sono quelle dei fratelli Mastelli, arrivati in città nel 1112 dando vita al Fondaco degli Arabi o Mori. Una leggenda narra che fu S. Maria Maddalena a pietrificarli per la loro cupidigia!
Due passi ancora ed ecco la casa di Tintoretto, con la relativa bottega, che risulta essere tutt'ora funzionante.
Ripreso il cammino verso la Stazione Ferroviaria, superiamo il Ponte delle Guglie, costruito nel 1580 ma rifatto nel 1823, quando furono apposte delle piccole piramidi, o guglie, che danno il nome al ponte, unico ad averle. Giriamo subito a destra perchè dobbiamo visitare l'ultima delle zone di nostro interesse: la più antica porta di terraferma di Venezia. Il movimento di gente anche qui è molto ridotto, rispetto al ponte delle Guglie, molti proseguono verso la Lista di Spagna, mentre noi ci infiliamo in questo settore.
Vogliamo vedere il ponte dei Tre Archi, l'unico a Venezia ad avere, appunto, tre arcate. Nei pressi c'è la chiesa di San Giobbe, purtroppo trovata chiusa, che ha accanto un bel chiostro, ma è interdetto al pubblico (forse per lavori). Lungo la strada incontriamo alcuni residui simboli sugli edifici, alcuni 'sandali del pellegrino', alcuni toponimi che ci fanno supporre come qui potesse trovarsi un luogo di assistenza per i pellegrini medievali.
Una grande chiesa, ormai riadattata, prospetta anche sulla sponda opposta. Non vi sono indicazioni o informazioni sul posto.
Dopo aver raggiunto la punta estrema anche di questo lato di Venezia, dove ha sede l'università, e aver ammirato il paesaggio marittimo nel quale è compreso il ponte ferroviario che si getta sulla terraferma, ritorniamo indietro e riprendiamo Lista di Spagna, affollata di persone. Chi viene, chi va, chi è del posto, tanti individui con le loro storie personali e la loro vivacità. Rumori, suoni, sapori, arrivano ai sensi ma ci estraniamo ancora e andiamo a visitare una delle chiese più enigmatiche di Venezia, spesso trascurata dai passanti. Si trova in Campo S. Maria Maddalena e si tratta del tempio omonimo.
La chiesa della Maddalena è antica, risalendo al XIII secolo (1222), ma fu interamente rifatta nelle forme attuali molti secoli dopo. Risale infatti al 1780 il disegno di Tommaso Temanza, a pianta circolare, che attualmente ammiriamo. Sull'area pare sorgesse già un edificio religioso, appartenente alla famiglia Balbo, che secondo alcune fonti aveva tra le proprie fila un Cavaliere Templare. In origine l'edificio aveva anche un campanile(nato come torre di avvistamento), ma è stato distrutto perchè troppo pericolante. La sua funzione di chiesa parrocchiale cessò nel 1781 e nel 1820 venne chiusa. Attualmente è una chiesa rettoriale dipendente dalla parrocchia di San Marcuola. L'aspetto esterno è molto armonico e quasi severo. Il portale è formato da un alto timpano triangolare sorretto da due lesene binate e capitello ionico.
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EL NARCISISMO, ES EL ORIGEN DEL POPULISMO POR ISQUIERDA O POR DERECHA
que.es Volver a la página de fotos de 1352 × 2048 - 514k - jpg |
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taringa.net Y sigue refiriéndose en la 672 × 542 - 59k - jpg |
taringa.net bronx 726 × 1063 - 583k - jpg |
taringa.net Conspiracion Torres Gemelas 1024 × 768 - 65k - jpg |
LA ENVIDIA ES EL ORIGEN DEL POPULISMO POR DERECHA O POR ISQUIERDA
1. Éxodo 20:17 No codiciarás la casa de tu prójimo, no codiciarás la mujer de tu prójimo, ni su siervo, ni su criada, ni su buey, ni su asno, ni cosa alguna de tu prójimo.
2. Deuteronomio 5:21 No codiciarás la mujer de tu prójimo, ni desearás la casa de tu prójimo, ni su tierra, ni su siervo, ni su sierva, ni su buey, ni su asno, ni cosa alguna de tu prójimo.
LA ENVIDIA ES LA MADRE DEL RECHAZO DE LA MUJER DEL SEÑOR
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ARGENTINA DE LA GRANDEZA A LA DECADENCIA
Armando Ribas, abril de 2009.
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Decía George Orwell en “1984”: “El que controla el presente controla el pasado y el que controla el pasado controla el futuro”. Si hay un país en el que esta sagaz observación histórico política tiene un valor determinante, ése es La Argentina. Es realmente sorprendente, y yo me atrevería a decir inexplicable, que un país que vive consciente y sufriendo su decadencia se empeñe en valorar y aplicar políticamente las doctrinas que la determinaron. Y por el contrario ignora y aún descalifica aquellas que produjeron su indiscutible grandeza.
Permítanme entonces recordar un hecho histórico mucho más relevante para el futuro del país que el proyectado recordatorio del Bicentenario. Ese hecho histórico no es otro que la victoria de Urquiza en Caseros el 2 de Febrero de 1852, que produjo el derrocamiento de Juan Manuel Rosas, y la instauración de la Constitución de 1853-60. En 1810 se logró la independencia, pero a partir de 1852 La Argentina logró la libertad. Como muy bien dice Alberdi: “La patria es libre cuando no depende del extranjero, pero el individuo no es libre cuando depende total y absolutamente del Estado”.
Desde la independencia en 1810, hasta la caída de Rosas, la política argentina, tal como el resto de los países de América del Sur, se habría desarrollado entre el mantenimiento de las Leyes de Indias, al decir de Alberdi (la Edad Media) y las pretensiones iluministas de la Revolución Francesa. Religión o muerte es un principio tan devastador de la libertad, como Patria o Muerte que deviniera como síntesis del totalitarismo racionalista europeo. Como consecuencia, en 1853 La Argentina tenía un millón de habitantes, con un 80% de analfabetos y era uno de los países más pobres de América..
Las doctrinas que determinaron la política argentina después de Caseros, lograron que a principios del siglo XX fuera el séptimo u octavo país más rico del mundo, su población alcanzaba a siete millones de habitantes y el analfabetismo se había reducido al 25%.de la población. No obstante esta realidad indubitable, que puede considerarse el proyecto político más exitoso del mundo durante la segunda mitad del siglo XIX, fue desvalorizado como el resultado de la Pampa Húmeda y descalificado políticamente como oligárquico y económicamente dependiente..
No es que quiera desconocer el derecho a celebrar el Bicentenario, tan solo me preocupa la ignorancia de la razón de ser del pasado glorioso, que lamentablemente, ha condicionado y continúa determinando el futuro de Argentina. Se ignora que la Constitución de 1853-60 significó que la Argentina se adelantó a Europa en el proyecto de la libertad. Ésta tuvo que esperar por los tanques Sherman y el Plan Marshall, para evitar ser nazi o comunista. No obstante, nadie parece preguntarse siquiera cual fue la causa de la inmigración. En esa época, en Argentina se reconocían derechos que eran desconocidos en Europa bajo la dictadura de Napoleón III en Francia y el inicio del fascismo de Bismark en Alemania.
Tanto Alberdi como Sarmiento se percataron de la naturaleza de este proceso. Fue así que Sarmiento dijera que de Europa no se podía esperar nada y que si algo se podía esperar era de Estados Unidos cuya Constitución correspondía a la de Argentina.(sic). Por ello en sus Comentarios a la Constitución de 1853 refiriéndose a las relaciones del sistema federal con su ejemplo que eran los Estados Unidos dice: “ Sirva esta simple comparación para mostrar lo que nos hemos propuesto en Los Comentarios a la Constitución de la Confederación Argentina que principiamos, y es aplicar al texto de sus cláusulas las doctrinas de los estadistas y de los jurisconsultos norte-americanos y las decisiones de sus tribunales”.
Por su parte Alberdi, que había visto el desarrollo de las comunas en París, en carta a Sarmiento le dice: “Señor Sarmiento después de haber observado los hechos que han tenido lugar recientemente podemos saber que existe una barbarie ilustrada mucho más peligrosa para la civilización que la barbarie de todos los salvajes de América del Sur”. Estas ideas de la mano de Urquiza, Mitre y el propio Sarmiento y desarrolladas por la llamada generación del ochenta fueron determinantes del éxito político económico de Argentina y origen de la libertad.
Ese proyecto político descalificado e ignorado como antes se dijo, comenzó a desvirtuarse con el surgimiento del nacionalismo católico, como bien lo explica Juan José Sebrelli en su “Historia de las Ideas Política Argentinas”. No hay dudas de que el Nacionalismo Católico, surgió del acuerdo de Mussolini con la Iglesia a través del Concordato de Letrán de 1929, por el cual Mussolini le entregó el EstadoVaticano a la Iglesia, y declaró al catolicismo como religión del Estado. Consecuentemente el proceso fascista que habría de popularizarse de la mano de Perón se fundamentó en la encíclica Quadragesimo Anno donde se aprecian y reconocen los principios fascistas del régimen de Mussolini.
Creo que lo dicho anteriormente requiere de una demostración y por tanto me voy a referir específicamente a los principios contenidos en la encíclica citada. Así dice Pío XI: “Los bienes que el creador destinó a todo el género humano, sirvan en realidad para tal fin”... “Los hombres deben tener presente no solo su particular utilidad, sino también el bien común como se deduce de la índole del dominio que es a la vez individual y general”… “No vemos entonces cómo los bienes que forman la riqueza de los hombres, salen y brotan de las manos de los obreros” ( Teoría del valor trabajo)… y sigue refiriéndose a los sindicatos: “El Estado reconoce jurídicamente al sindicato y no sin carácter de monopolio, en cuanto el así reconocido puede representar a los obreros y los patronos”. Y por último el absolutismo del Estado que reconoce diciendo: “el cual libre de todo partidismo debería estar erigido en soberano y supremo árbitro de las ambiciones y concupiscencias de los hombres”...
Las anteriores conclusiones muestran la síntesis hegeliana del Estado como la divina idea y de las virtudes del proletariado frente a la avaricia capitalista de Marx. A ella siguió la Populorum Progressio a la que me voy a referir en sólo una cita de San Ambrosio que dice:” No es parte de tus bienes lo que le des al pobre, lo que le das le pertenece, porque lo que ha sido dado para el bien de todos tú te lo apropias”. Pues bien la síntesis de estos principios se constituyeron en los Documentos de Puebla de donde surgió la Teología de la Liberación, y llegaron los montoneros y la subversión en América Latina.
Quiero dejar aclarado que esta crítica se refiere a los aspectos políticos y no a la religión. La tolerancia religiosa y el respeto por las creencias ha sido un principio liminar del liberalismo. Y más aun puedo decir que en los anteriores principios sustentados por las encíclicas citadas encontramos manifiestas contradicciones con presupuestos cristianos expuestos en las distintas parábolas de los evangelio. Por ello podemos observar igualmente una contradicción evidente entre la Quadragesimo Anno y su antecesora la Rerum Novarum. En ésta León XIII había reconocido la propiedad como un derecho natural y racional, y asimismo conforme a la parábola de los talentos, valora la desigualdad de la condición humana, la que considera conveniente a la utilidad así de los particulares como de la comunidad. (sic)
Argentina, que fue y debió seguir siendo un ejemplo para el mundo y en especial para toda América Latina, por haber logrado la libertad sin ser ni protestante ni anglosajona, ha desvirtuado su propia historia y con ella su futuro. Hoy toda pretensión de alcanzar el poder político se mimetiza con las doctrinas y el consiguiente sistema que determinó su decadencia. Después de haberse adelantado a Europa en su proyecto de libertad, persiste en las ideologías que determinaron los totalitarismos europeos. Como bien señala Tocqueville: “El socialismo y la concentración del poder son frutos del mismo suelo” Y la concentración del poder no es más que la falta de libertad, o sea el desconocimiento de los derechos individuales en nombre de la distribución. |
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socialismo con la plata de otro es una maña de BABILONIA LA RAMERA
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Message 12 of 15 on the subject |
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. Juan 16:21 La mujer cuando da a luz, tiene dolor, porque ha llegado su HORA; pero después que ha dado a luz un niño, ya no se acuerda de la angustia, por el gozo de que haya nacido un hombre en el mundo.
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Message 13 of 15 on the subject |
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Message 14 of 15 on the subject |
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La misma religion de JUDAS QUE QUIZO VENDER EL PERDUME MUY CARO, con el que MAGDALENA UNGIO LOS PIES DE CRISTO EN BETANIA, para darle a los pobres. ESE ES EL ACTUAL RELATO RELIGIOSO ADONDE MISOGINIA ES SINONIMO DE AMOR AL DINERO. 300 DENARIOS ERA EL SALARIO DE UN OBRERO EN UN AÑO, OSEA QUE MAGDALENA ERA UNA MUJER DE DINERO.
MISOGINIA Y POBREZA SON LAS DOS CARAS DE LA MISMA MONEDA.
POR ESO EL ACTUAL RELATO RELIGIOSO PROMUEVE LA POBREZA PARA OBVIAMENTE SACARLE LA PLATA A LA GENTE. ESA ES LA ACTUAL RELIGION HIPOCRITA NARCISISTA ADONDE SE JUSTIFICA LA VAGANCIA Y EL VIVIR A COSTILLA DEL OTRO, DEMONIZANDO OBVIAMENTE A AQUEL QUE TRIUNFA EN LA VIDA.
POR DIOS, COMO SE USA EL NOMBRE DE LA BIBLIA Y EL DE CRISTO POR DINERO.
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Los mismos religiosos la corren a la gente de las iglesias. Imaginese usted tiene que ROMPERSE EL TRASERO TRABAJANDO, para DARLE A UN PORQUE 77, que le maneje su dinero.
ESO SE LLAMA INDUCCION, OSEA EL AGARRARSE DE 10 VERSICULOS, OBVIANDO TODO EL RESTO DE LA BIBLIA, PARA JUSTIFICAR UNA MAÑA QUE UNO TIENE, OSEA EL VIVIR SIN TRABAJAR A COSTILLA DE OTRO.
POR ESO LA RELIGION, ES UN NEGOCIO.
KARL MARX NO SE EQUIVOCO CUANDO DIJO QUE LA RELIGION ES EL OPIO DE LOS PUEBLOS, PORQUE LOS MISMOS RELIGIOSOS, SON COMPLICES DE LA POBREZA.
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LOS MISMOS RELIGIOSOS NARCISISTAS PROMUEVEN LA ENVIDIA INCLUSO DE JUGADORES QUE GANAN MILLONES DE DOLARES, QUE EN BUENA HORA QUE LO GANEN. El problema no es el MESSI QUE GANE MILLONES, el problema es porque los religiosos no ayuda a que ALLA MILLONES DE MESSI.
ESE ES EL NARCISISMO RELIGIOSO ENVIDIOSO Y MISOGINO
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EL NARCISISTA LLEGA A USAR EL NOMBRE DE DIOS Y DE CRISTO POR DINERO. ARQUETIPO DEL FARISEO SANTURRON QUE LE TIRO PIEDRAS A MARIA MAGDALENA. ESA RELIGION HIPOCRITA ES LA QUE ODIO CRISTO. LOS MERCADERES DEL TEMPLO QUE LLEGAR A INCLUSO JUSTIFICAR EL FEUDALISMO PARA VIVIR A COSTILLA DE OTRO. ADONDE VIVO ADMIRO A UN PASTOR, QUE TRABAJA Y QUE EL MISMO DICE QUE NO QUIERE SER UNA CARGA A LOS FIELES.
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EL NARCISISTA ES PURO RELATO. NO HAY GEOMETRIA, NO HAY FISICA, NO HAY HISTORIA, NO HAY ALQUIMIA, NO HAY MATEMATICAS, NO HAY UNA MIERDA. PURO RELATO PARA LAVARLE EL CEREBRO A LA GENTE.
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ESA ES BABILONIA LA RAMERA, LA PROSTITUTA, LA MERCANTILISTA, LA QUE USA EL NOMBRE DE DIOS Y DE CRISTO POR DINERO.
ESA BABILONIA, ES LA QUE RECHAZA A LA MUJER DEL SEÑOR.
ENVIDIOSA Y MISOGINA
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PORQUE HASTA EN ESO, LOS PSEUDO RELIGIOSOS SE TIENEN QUE HACER CARGO DE QUE LA GENTE SEA IGNORANTE PORQUE TAMPOCO PROMUEVEN EL CONOCIMIENTO INTELECTUAL. INSISTO, NO HAY MATEMATICAS, ETC,ETC
ESA ES LA PSEUDO RELIGION.
NARCISISMO
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NO ES CASUALIDAD, SINO QUE CAUSALIDAD QUE DOMINGO FAUSTINO SARMIENTO, QUE PROMOVIO LA EDUCACION, MURIO UN 11 DE SEPTIEMBRE DE 1888, EN EL PARAGUAY, EN ASUNCION, UNA CIUDAD DE SIETE COLINAS.
HASTA EN ESO LA RELIGION SE TIENE QUE HACER CARGO, DEL PORQUE NO SE ESTUDIA LA BIBLIA CON LA GEOMETRIA, CON LAS MATEMATICAS, CON LA ASTRONOMIA, CON LA FISICA, CON LA ECONOMIA, ETC,ETC,ETC.
ES DE TERROR LO QUE ES EL ACTUAL RELATO NARCISISTA ADONDE UNO SE COMPRA UN RELATO, SIN NINGUN FUNDAMENTO CIENTIFICO.
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LA PEOR POBREZA NO ES LA ECONOMICA, SINO QUE LA DEL CONOCIMIENTO. Pero obviamente una religion adonde hay tanta envidia al que progresa, llega incluso a justificar la ignorancia.
POR ESO EN EL ACTUAL RELATO RELIGIOSO DIOS ES HOMBRE Y LA MUJER UNA RAMERA.
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La misma parabola de los talentos JUSTIFICA EL CAPITALISMO, pero a los religiosos, les encanta promocionar a los pobres para llenarse los bolsillos a costa de los fieles.
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ISLA SAN GIORGIO (VENECIA)=GEORGE LEMAITRE
GEMATRIA EN INGLES DE SEED=33
GEMATRIA EN INGLES DE GATE=33
SARA (CE-SAREA DE FILIPO)=PARALELO 33
the Apple
milky way in Simple Gematria Equals: 119 |
( |
m 13 |
i9 |
l 12 |
k 11 |
y 25 |
0 |
w 23 |
a1 |
y 25 |
) |
queen mary in Simple Gematria Equals: 119 |
( |
q 17 |
u 21 |
e5 |
e5 |
n 14 |
0 |
m 13 |
a1 |
r 18 |
y 25 |
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hebrew calendar in Simple Gematria Equals: 119 |
( |
h8 |
e5 |
b2 |
r 18 |
e5 |
w 23 |
0 |
c3 |
a1 |
l 12 |
e5 |
n 14 |
d4 |
a1 |
r 18 |
mary magdalene in Simple Gematria Equals: 119 |
( |
m 13 |
a1 |
r 18 |
y 25 |
0 |
m 13 |
a1 |
g7 |
d4 |
a1 |
l 12 |
e5 |
n 14 |
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