Le origini della chiesa sono incerte. Cominciamo ad averne notizie in un lascito testamentario del 13 febbraio 854. In questo documento il vescovo Olivolo Orso Partecipazio si dichiarava proprietario della chiesa, delle reliquie, dei terreni e delle altre costruzioni intorno alla chiesa, in quanto ereditate dal padre, e le lasciava alla sorella con la raccomandazione di costruirvi un convento di monache.
Foto zero.euL’eredità comprendeva anche la chiesa di San Severo, costruita nel 821 e divenuta parrocchiale nel 847. Nel 1007 venne accostata a San Lorenzo la cappella di San Sebastiano, realizzata dal futuro doge Ottone Orseolo come ringraziamento per la fine della pestilenza.
Non abbiamo notizie di come fosse la prima chiesa di San Lorenzo con la cappella di San Sebastiano. Sappiamo soltanto che vennero perdute nel disastroso incendio del 1105. Il fuoco, partito in una casa dell’isola di San Severo, si estese prima a San Lorenzo, poi verso Santa Maria Formosa, San Geminiano, San Moisè e poi scavalcò il Canal Grande raggiungendo San Nicolò dei Mendicoli. Alle ricostruzioni seguirono altre ristrutturazioni fino a che nel 1592 iniziò la rifabbrica della chiesa di San Lorenzo, su progetto di Simone Sorella con l’esclusione della facciata mai realizzata.
La chiesa ospitava diverse sepolture. Sappiamo che Marco Polo lasciò nel suo testamento l’indicazione di essere sepolto presso San Lorenzo dove riposava anche il padre. Nei primi anni del ‘900 si tentò di ritrovarne le spoglie senza esito. Risulta che la tomba fosse ai piedi dell’altare maggiore della cappella di San Sebastiano ormai scomparsa.
Interni
L’interno è particolare con la sua grande area divisa quasi al centro da tre grandi arcate a separare lo spazio della clausura da quello pubblico. La base delle arcate laterali è chiusa da un basso muro con porte e finestre, a uso di parlatorio, e sopra una inferriata termina la separazione. All’interno della più alta arcata centrale si erge il grande altare maggiore progettato da Girolamo Campagna.
Si presenta a forma d’arco trionfale e strutturato con le due facciate fruibili sia dal coro sia dall’aula, fatto con marmi chiaroscuri. In centro è visibile un colorito tabernacolo a tempietto, culminato da una cupola in bronzo. Le statue dei santi Lorenzo e Sebastiano sono nelle nicchie laterali. Le altre sculture sono opera di Giovanni Battista da Cannaregio. Il tabernacolo era accompagnato da alcune statuette bronzee ora custodite presso il Museo Correr.
Dei sei altari laterali e dei loro dipinti abbiamo notizia dalle guide che narrano di dipinti della scuola del Tintoretto.
A parte la grande tela del Paradiso di Girolamo Pilotto passato nel 1885 alla moderna procuratoria di San Marco, tutti gli altri dipinti risultano dispersi. Perdute sono anche le due file di stalli del coro delle suore: erano intagliati finemente e al centro si trovava il trono dorato per la badessa.
La chiesa fu sconsacrata nel 1920. Tra il 25 e il 29 settembre 1984, in occasione della Biennale Musica, fu messo in scena nella chiesa il “Prometeo. Tragedia dell’ascolto” di Luigi Nono, con testi di Massimo Cacciari e scenografico allestimento di Renzo Piano. Nel 2019 fu riaperta come Ocean Space, nell’ambito della Tba21-Academy, think tank promossa dalla Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna.
Dove si trova
Campo San Lorenzo, Castello – Venezia
CHIUSA al pubblico