L'UOMO E L'ALDILA'
IL GRANDE VIAGGIO DELL’ANIMA LA VITA NELLE SFERE
ASTRALI E MENTALI DEL MONDO ULTRATERRENOdi Carlo Splendore per EdicolawebNelle
due prime sfere, le più vicine al nostro mondo fisico, gli abitanti permanenti
vivono un tipo di vita assai simile a quello che erano soliti condurre sulla
Terra.
Sulla base dei
resoconti dei viaggiatori astrali, tutto fa ritenere tuttavia che, nella maggior
parte dei casi, questi individui non rimangano lì per tutta la durata della loro
esistenza ultraterrena. Vi possono anche essere individui così attratti
dall’esistenza materiale che, dopo il trapasso, non desiderano progredire oltre
la regione eterica del mondo fisico, dove sostano più o meno a lungo, fino a
quando non si desterà in essi il desiderio di progredire oltre. Non ci
dobbiamo meravigliare delle notizie che ci giungono da varie fonti (medianità,
sdoppiamenti corporei, bilocazioni, transcomunicazione elettronica, ecc.) circa
il tipo di vita similterrena che si conduce nella regione del mondo
fisico-eterico e sulle prime sfere del mondo astrale. In questi racconti si
parla di una vita sociale organizzata secondo schemi e in ambienti non dissimili
da quelli terreni. Vi si descrivono abitazioni facenti parte di villaggi o
città, con parchi, corsi d’acqua, boschi e ampie distese di rigogliosa
vegetazione e tanti, tanti fiori! Ma ci giunge notizia anche di luoghi di
apprendimento, vere e proprie scuole, nonché di luoghi di culto. Infatti, le
persone che qui amano continuare le loro pratiche religiose, costruiscono col
pensiero le loro chiese e gli ex-ministri del culto mettono in atto le loro
antiche vocazioni, proprio come facevano sulla Terra. Si tratta, insomma, di
mondi iperfisici abitati da un’umanità la quale, su queste prime sfere, tende a
mantenere le abitudini che aveva in Terra e lavora, studia, prega e si diverte.
Gli esploratori di questi piani di esistenza riferiscono, infatti, di avere
visitato accademie, luoghi di ritrovo e di divertimento, quali teatri, sale da
concerti, ecc. L’esistenza dopo la morte è in larga misura regolata dal tipo
di vita vissuto sulla Terra. Coloro i quali hanno condotto una vita puramente
materiale, i cui divertimenti e interessi dipendono unicamente dal corpo fisico,
e cioè soprattutto lo sport, il vivere bene, tutte quelle attività che hanno
come l’unico obiettivo di fare soldi, dopo la morte si trovano in condizioni
tali come se il tempo non passasse mai, fino a quando non si rendono conto che
possono sviluppare nuovi interessi. E ciò è reso possibile dall’incontro con
Maestri preposti alla formazione degli abitanti permanenti dei vari sotto-piani
del mondo astrale, stimolando in essi quegli interessi di cui sono carenti, onde
prepararli alla vita che è loro dinanzi. Un tipo molto grossolano e rozzo,
dopo il trapasso, si va a localizzare nella regione eterica del mondo fisico e
qui continua a vivere un’esistenza assai limitata. Egli però non vi è costretto
e, dopo un periodo di purificazione, durante il quale rivive e prova su di sé
gli effetti delle buone e cattive azioni da lui commesse nella sua vita passata,
comincia a sentire l’impulso ad allontanarsi da tutto ciò che è simile alla vita
trascorsa, in questo aiutato dall’assistenza degli Aiutatori Invisibili e delle
Guide Celesti che incessantemente si prodigano nel recupero delle anime
disorientate e smarrite.
LA PRIMA SFERA Quella che Robert Allan Monroe, nel suo
libro "I miei viaggi fuori dal corpo", chiama Localizzazione 2 dovrebbe
coincidere, con buona approssimazione, con la prima sfera, secondo quanto
riferiscono altri sperimentatori. La cosa che lo colpì subito fin dai suoi primi
viaggi in questa regione dell’astrale, fu che:
«...gli abitanti continuano ad essere "umani". Diversi, in
un ambiente diverso, ma mantengono caratteristiche umane e comprensibili.
Durante una delle mie visite mi trovai in un luogo simile ad un parco, con
fiori, alberi ed erba ben curati, con un largo viale attraversato da altri
vialetti. C’erano molte panchine lungo questi vialetti; centinaia di persone,
uomini e donne passeggiavano o sedevano sulle panchine. Alcuni sembravano del
tutto calmi, altri un po’ in apprensione, molti altri sembravano disorientati,
come abbagliati o sconvolti. Sembravano incerti, come se non sapessero cosa fare
o cosa stesse per succedere. Non so come, mi accorsi di sapere che si
trattava di un punto di ritrovo, dove i nuovi arrivati aspettavano amici o
parenti. Questi amici avrebbero dovuto portare il nuovo arrivato dal Punto
di Ritrovo al punto a cui "apparteneva". Non avevo alcun motivo per fermarmi più
a lungo, non vidi nessuno che conoscessi nelle vicinanze, per cui tornai nel
fisico, senza incidenti".»
Vi possono essere altri che, localizzati nella prima sfera
dell’astrale, non sono attratti da nuovi interessi e di buon grado si adattano
alle condizioni di vita che trovano confacenti alla loro natura, essendo assai
simili a quelle terrene. Per esempio queste sono le vecchie coppie di coniugi,
le quali hanno sviluppato il gusto della vita domestica. La loro massima
aspirazione è quella di possedere una casa con giardino e di vivere una vita
tranquilla in compagnia di amici. La loro felicità consiste nel vivere insieme.
A livello astrale possono continuare a condurre questo tipo di esistenza. Essi
potranno costruire, per mezzo del pensiero, la loro casa di sogno, con un
giardino e con ogni tipo di fiori e di frutta che desiderano, poiché non vi sono
limitazioni imposte dal clima. Può anche accadere che ritrovino gli animali
domestici che avevano sulla Terra, o ne adottino altri. Ma anche nell’aldilà,
come sulla Terra, nulla è statico e, presto o tardi, tutti gli abitanti del
mondo astrale vengono presi dal desiderio di esplorare nuove e migliori
condizioni di vita, in questo sollecitati dalla Legge Universale
dell’Evoluzione.
IL
TRASFERIMENTO DA UNA SFERA ALL'ALTRA Circa il modo di effettuare il
passaggio dall’una all’altra sfera mettendo in atto la tecnica dello
sdoppiamento corporeo, può essere interessante seguire da vicino come ciò
avvenga. Prendiamo lo spunto da quanto ci narra in proposito Peter Richelieu nel
suo libro "A soul’s journey ", che è considerato un classico in materia di
viaggi esplorativi dell’astrale. Egli c’informa che questi passaggi da una sfera
ad un’altra del mondo astrale, sia in "salita" che in "discesa", sono resi
possibili dalla capacità di visualizzare, nel modo più particolareggiato
possibile, la meta del viaggio. Si tratta cioè di mettere a fuoco, con gli occhi
della mente, la località situata sulla sfera che si vuole raggiungere e
concentrare, nel contempo, tutta la nostra volontà di effettuare questo viaggio.
Più che di uno spostamento nello spazio si dovrebbe parlare di un trasferimento
della coscienza da una frequenza vibratoria ad un’altra. è ovvio che la prima
volta occorre l’aiuto di una guida che si sostituisca a noi nel visualizzare la
meta del nostro viaggio, per il semplice motivo che noi ancora non la
conosciamo. Una volta raggiunta la destinazione, sarà nostro compito fissarne
bene in mente i dettagli, così da potervi tornare in modo autonomo.
LA SECONDA SFERA Ma
cediamo la parola al nostro autore, il quale si trova ora nella prima sfera ed è
in procinto di trasferirsi, con l’assistenza della sua guida, sulla seconda
sfera astrale:
«Strinsi le mani del mio amico e feci del mio meglio per essere
controllato dalla sua volontà e immediatamente le pareti della camera divennero
confuse e indistinte; lo stesso fu per i mobili e, ancor prima che me ne
rendessi conto, noi ci trovammo fuori, all’aria aperta, in un piccolo campo e,
in distanza, c’era quello che poteva sembrare un tipico villaggio
inglese.»
La guida spiega
all’autore che ogni singola sfera astrale è costituita da materia diversa da
quella di un’altra, ma che tutti questi tipi di materia sono presenti nel nostro
corpo astrale. Basta allora attivare, con un atto di volontà, gli atomi del
nostro corpo astrale che corrispondono a quelli della sfera che vogliamo
raggiungere, per essere in grado di funzionare appieno in essa. La vita nelle
diverse sfere è separata e autonoma poiché tutte le sfere che fanno parte del
mondo astrale operano ciascuna con finalità e intenti ben
precisi. Riprendiamo la narrazione del Richelieu, che ora riguarda la
descrizione sommaria della cittadina che aveva intravisto in lontananza. è un
piccolo centro abitato da un’umanità spensierata, dedita a vari lavori, quali il
giardinaggio, la coltivazione dei fiori, ecc., ma solo per diletto. Quella gente
vive in abitazioni assai graziose, alcune piccole e altre grandi, ma tutte
circondate da un giardino pieno di fiori, in cui fioriscono a profusione piante
di ogni tipo. Il nostro viaggiatore viene colpito da una evidente differenza
con i villaggi della Terra: la assoluta mancanza di automobili. La guida lo
informa che ciò è dovuto al fatto che là le persone non hanno alcuna necessità
di fare uso di mezzi di trasporto perché si possono spostare da un punto
all’altro con la volontà. è sufficiente che esprimano il desiderio di andare da
qualche parte e subito fluttuano dolcemente verso quel luogo.
LA TERZA SFERA Torniamo ora alla
narrazione del Richelieu e cioè all’esplorazione del mondo astrale tramite
sdoppiamento corporeo. Dopo aver girovagato qua e là in quella cittadina della
seconda sfera, la guida invitò il suo discepolo a prendere di nuovo le sue mani
e di unirsi a lui nella volontà di passare dalla seconda alla terza
sfera:
«Feci come mi
aveva detto: all’istante la scena che era intorno a noi cominciò ad oscurarsi e
gradualmente fu sostituita da un’altra scena. Tutto intorno a noi era
completamente diverso: ci trovavamo in uno spazio aperto, circondato da dozzine
di boschetti, o macchie... tutte queste radure erano molto pittoresche perché
ogni cosa lì era costituita da arbusti in fiore, mentre narcisi e
non-ti-scordar-di-me fiorivano a profusione sull’erba verde.»
Il viaggio prosegue e prosegue pure
l’insegnamento della guida, la quale informa il suo discepolo che:
«...quando un’entità umana
raggiunge queste sfere, si accorge che sono anche abitate da altre entità le
quali non hanno origine umana... Queste entità appartengono ad un’evoluzione
parallela che prende il nome di regno dei deva, o regno degli
angeli. Questo regno evolve in modo analogo a quello umano, con la
differenza che l’individualizzazione non procede dal regno animale per giungere
a quello umano, ma queste entità, che in precedenza abbiamo conosciuto sotto
forma di insetti, pesci e uccelli, si individualizzano in elementali, spiriti di
natura e deva, o angeli... Tale evoluzione avviene unicamente nei mondi astrale
e mentale e, a parte il caso dei più bassi elementali e degli spiriti di natura
molto giovani e involuti, i deva non vivono al di sotto della terza sfera del
mondo astrale. è questo il motivo per cui nel mondo fisico si conosce così
poco di questa evoluzione. La gente comune raramente può entrare in contatto con
essi, benché sia possibile, per chi abbia sviluppato il senso assopito della
chiaroveggenza, vedere certe creature anche a livello fisico, poiché per il
chiaroveggente la porta che separa il mondo fisico da quello astrale non è
chiusa. L’uomo medio non possiede questa conoscenza e di solito ridicolizza le
storie che riguardano l’esistenza di queste entità.»
Di tutt’altra natura è la modalità con la
quale ci viene trasmessa, dal mondo spirituale l’esperienza dell’entità che in
Terra fu il Monsignor Robert Hugh Benson, tramite la madianità di Anthony
Borgia, che era stato un suo vecchio amico. Il Benson, che era stato pastore
della Chiesa Anglicana, lasciò questa Terra nell’anno 1914 e, dopo qualche anno
dalla sua dipartita, sentì il bisogno di stabilire un contatto col suo vecchio
amico medium, perché c’erano diverse cose che desiderava comunicare. Questa
narrazione è stata raccolta in due libri: il primo col titolo: "Life in the
world unseen" di Anthony Borgia e l’altro, sempre dello stesso autore, è stato
pubblicato più tardi, nel 1956, col titolo: "More about life in the world
unseen". Dopo il trapasso Monsignor Benson si viene a trovare in un mondo le
cui caratteristiche fanno pensare a quelle del terzo livello astrale,
secondo la classificazione del Richelieu, o a quelle del primo Cielo, secondo la
suddivisione adottata da C.R. Payeur. Dalla sua guida, un suo confratello
trapassato anni prima, viene accompagnato nella sua nuova casa, che gli appare
come la bella copia della sua dimora terrena. Anche questa è una villa, ma i
giardini attorno ad essa sono sistemati con tanta cura da apparire perfetti,
senza piante selvatiche e con una profusione di fiori stupendi, alcuni dei quali
in piena fioritura, come in Terra egli non aveva mai visto l’eguale. Ma un
fenomeno del tutto nuovo e che aveva del fantastico attrasse la sua
attenzione:
«C’era un
altro elemento straordinario di cui mi resi conto quando mi avvicinai ai fiori:
era la musica che li avvolgeva e creava armonie straordinarie tali da
corrispondere ai loro splendidi colori.»
In altri termini, i fiori non solo erano colorati con
splendide tinte vivaci, ma erano anche centri di emissione di onde sonore, tra
loro in armonia e in accordo con gli stessi colori, così da dar luogo ad una
soffusa sinfonia che si diffondeva tutta all’intorno.
I DEVA I Deva astrali prendono
più propriamente il nome di Kamadeva, per distinguerli da altre categorie di
gerarchie angeliche che dimorano e operano nei mondi superiori (mentale e
causale). Per quanto riguarda il loro aspetto, ritengo interessante la
descrizione che ne fa il veggente G.Hodson nel suo libro: "Il regno degli
Dei":
«Le forme angeliche
sono fatte di luce, o piuttosto di materia sottile luminosa, poiché ogni atomo
del loro corpo e dei mondi in cui dimorano è una splendida particella di
luce. La forma che adottano assomiglia molto da vicino alla nostra ed è
infatti costruita sullo stesso modello del corpo fisico dell’uomo. I loro volti,
tuttavia, hanno una espressione decisamente non umana, poiché portano
un’impronta di energia dinamica, di vivacità di coscienza e di vita, unita ad
una bellezza superba e ad un distacco dal mondo terreno quali raramente vengono
riscontrati tra gli uomini... Nei loro corpi sono visibili centri di forza,
vortici e linee di forza nettamente definite. Dalle scariche dell’aura
vengono prodotte forme definite che fanno pensare ed una corona sul capo e
inoltre dispiegano ali dai colori vivaci e sempre mutevoli. Le ali non vengono
però usate per volare, poiché gli angeli si muovono rapidamente nell’aria a
volontà con un grazioso movimento fluttuante e non hanno bisogno di ausili per
volare.»
Sembrerebbe che
le ali abbiano la funzione di antenne per mezzo delle quali viene irradiata e
modellata l’energia aurica che il deva diffonde intorno a sé. I loro pensieri
e le loro emozioni sono oggettivati e resi visibili sotto forma di un prorompere
di luce variamente colorata:
«Un’effusione di amore, per esempio, li inonda di uno splendore
color cremisi ed inoltre una vivace, rosea corrente di forza d’amore fluisce
verso l’oggetto dell’amore.»
I deva comunicano tra loro e con gli uomini più che per mezzo della
parola, con la trasmissione del pensiero. Le correnti di pensiero da essi emesse
suscitano nella materia eterica e in quella astrale lampi e disegni simbolici
colorati, che spesso richiamano le più belle forme che possiamo osservare in
natura, quali i calici dei fiori, conchiglie che si espandono e assumono la
forma di grandi ventagli, che s’intersecano in uno scintillio di
colori. All’occhio del chiaroveggente queste conversazioni tra deva appaiono
come un ritmico pulsare di linee di forza iridescenti, mentre le rispettive aure
si estendono dall’uno all’altro e si ritraggono, come ali di farfalle. Circa
i compiti e le funzioni di queste creature angeliche ci limitiamo qui solo a
qualche accenno, rimandando il lettore a quanto in proposito è trattato nei
testi di teosofia ed antroposofia e nella tradizione induista. La vita
cosciente presente sulla Terra nei regni elementale, minerale, vegetale ed
animale è diretta da appositi ordini di angeli, o deva. I minerali, gli
insetti, le piante, gli alberi, un gran numero di animali della Terra,
dell’acqua e dell’aria sono animati da una vita non ancora individualizzata, che
si articola in anime-gruppo. La loro evoluzione avviene, sulla Terra e in
astrale, attraverso gli eoni, sotto la continua tutela e supervisione di esseri
angelici (in sanscrito: "deva" vuol dire "gli splendenti"). è così che nelle
tradizioni popolari dei vari paesi si sente parlare dello spirito di un albero,
dell’angelo di una montagna, di un angelo signore dei pini, di un deva del regno
delle api, di un dio del mare, di angeli della musica, ecc.
LA QUARTA SFERA Quando un essere
umano, dopo il trapasso, raggiunge la quarta sfera, viene colpito dall’assenza
di ogni tipo di attività esteriore. In luogo dell’attività fisica egli troverà
una maggiore attività mentale, poiché il principale interesse degli abitanti
permanenti della quarta sfera è la trattazione di problemi di carattere mondiale
ed evolutivo: dibattiti sullo sviluppo della scienza, sulla parallela evoluzione
del regno dei deva, in rapporto alle maggiori sue differenze con la nostra
evoluzione, oppure la formulazione di nuove teorie che essi cercano di
collaudare. Coloro che sono dotati di un più nobile intelletto (che in realtà
sono anime più vecchie e di maggiore esperienza) assumono la direzione delle
assemblee. è frequente il caso che alcuni membri del regno dei deva si
aggiungano al dibattito, benché in questo caso la comunicazione non avvenga più
tramite la parola. Benché non si sia ancora nel mondo mentale, in cui tutto è
governato dal pensiero, ai più alti livelli dell’astrale le conversazioni
possono essere svolte senza l’impiego della parola. La vita lì è così poco
materiale che la possibilità di comunicare col pensiero è cosa del tutto
naturale e ciò non è neppure considerato un fatto straordinario. La
prospettiva mentale di un deva è del tutto diversa da quella di un umano: il
deva è soprattutto interessato a guidare e ad alimentare i processi di sviluppo
della natura. Le loro vite si confondono talmente con le caratteristiche della
natura (oceani, montagne, alberi, fiori, pioggia, ecc.) che non sembrano
minimamente coinvolti dai problemi della vita che interessano l’umanità, eccetto
che in casi speciali in cui è desiderata la loro assistenza. Non hanno nulla a
che fare con la crescita o il declino della nazioni, ma lo sviluppo della
vegetazione e il lavoro di ricerca scientifica per mezzo del quale la natura
procura all’uomo ciò di cui necessita sul piano fisico, sono per loro di enorme
interesse. Vi è un deva evoluto per ogni tipo di albero, di arbusto o di fiore.
Sotto questi "controllori" lavorano migliaia di assistenti, ognuno dei quali ha
il proprio particolare compito. I risultati delle loro ricerche sono captati
dalle menti degli scienziati terreni che si dedicano ad un analogo lavoro (le
cui menti vibrano sulla stessa lunghezza d’onda).
LA QUINTA E SESTA SFERA La quinta
e sesta sfera sarebbero abitate da ricercatori in numero ancora maggiore, che
lavorano a vantaggio dell’umanità. Siamo nelle sfere superiori della controparte
astrale della Terra, dove, medici, fisici, filosofi, desiderano aiutare la Terra
nel modo che è loro peculiare. A questi livelli i problemi economici della Terra
sono discussi ed elaborati per mesi ed anni. Quando questi specialisti giungono
a conclusioni certe, queste vengono impresse nelle menti degli esseri umani
della Terra che occupano posti di potere, dove la loro opinione può influire sui
governi o su potenti gruppi innovatori, affinché l’umanità sia aiutata a
risolvere crisi troppo gravi per poter essere fronteggiate e superate con i
propri mezzi. In questo modo nuove idee e nuovi metodi vengono alla luce e
gradualmente sono adottati dall’umanità.
LA SETTIMA SFERA La prima cosa che colpisce il
visitatore astrale della settima sfera è l’assenza di costruzioni di qualsiasi
tipo. Gli abitanti di questa sfera vivono quasi sempre in solitudine, giacché
sono convinti che il loro progresso evolutivo può essere compiuto solo col
completo isolamento e nel silenzio. Gli asceti della Terra, dopo il loro
trapasso, continuano lo stesso tipo di vita, nella meditazione e nella preghiera
e, a tempo debito, giungono alla settima sfera del mondo astrale. Vi si possono
incontrare ex appartenenti a ordini religiosi, che avevano la regola del
silenzio e di una vita appartata. Essi qui si dedicano a lungo alla
preghiera, onde ottenere aiuti per l’umanità. Per la loro esistenza non sono
necessari alloggi e vivono all’aperto, in boschi e in luoghi fuori mano. In
questa ultima sfera dell’astrale si trovano anche quegli esseri umani che sono
"di transito", in attesa di raggiungere la loro destinazione nel mondo mentale.
Questi umani sono accompagnati da guide che li aiutano a superare la "seconda
morte".
IL MONDO
MENTALE Sotto la spinta dell’ego, il quale sollecita il veicolo che
occupa a passare nel mondo mentale, l’essere umano, il cui soggiorno è oltre il
piano astrale, deve passare attraverso la "seconda morte". Il passaggio dal
mondo astrale a quello mentale è del tutto indolore e consiste semplicemente nel
disfarsi di un involucro. L’uomo gradualmente si addormenta e subito dopo si
sveglia nel mondo mentale, avendo lasciato cadere per sempre, durante quel breve
sonno, il suo corpo astrale, come se si spogliasse del suo abito. Abbandonato
dall’individuo che è passato oltre, il suo corpo astrale è ora solo un guscio
che possiede ancora la natura fluidica della materia astrale: appare come se
conservasse ancora una sembianza di vita. Nel mondo mentale l’individuo
comincia ora una nuova vita che, per un uomo medio, è di solito di durata
inferiore a quella vissuta nel mondo astrale. Per un uomo evoluto la durata
della sua permanenza qui sarà invece più lunga. Anche il mondo mentale, come
l’astrale, si divide in sette sotto-piani. Questi si suddividono in due grandi
regioni: il mentale inferiore, o mentale concreto, che si articola nei primi
quattro sotto-piani; il mentale superiore, o mentale astratto, che comprende gli
ultimi tre sotto-piani. Nelle quattro suddivisioni più basse vivono le anime
nelle condizioni di felicità che le varie religioni definiscono di beatitudine e
attribuiscono al "paradiso". Si tratta di uomini, donne e bambini che gioiscono
in beata comunione con quanti in Terra amarono con altruismo e assoluta
dedizione. Al livello successivo si trovano quelle anime che all’affetto
unirono la devozione per qualche ideale religioso. Al terzo sotto-piano troviamo
le anime che all’amore e alla devozione unirono la carità. Al quarto livello
sono presenti le anime che, alle precedenti belle qualità, unirono una natura
dedita alla filosofia, all’arte o alla scienza. Nel piano mentale superiore
vivono e operano «Esseri Radiosi che guidano i processi di ordine naturale,
sorvegliando legioni di entità inferiori... Questi Esseri sono dotati di una
vasta conoscenza, di un gran potere e di uno splendidissimo aspetto; sono
creature radiose, sfolgoranti di mille colori, simili a meravigliosi e vividi
arcobaleni, imponenti e maestosi nell’aspetto e di forza irresistibile. E qui ci
tornano alla mente le parole del grande veggente cristiano allorché scrisse di
un possente angelo: "l’arcobaleno era sul suo capo, il suo volto era come il
sole ed i suoi piedi erano simili a colonne di fuoco" (Apocalisse, X,1).» (Da
"Sapienza Antica" di A.Besant - Alaya, Milano).
Nei tre sottopiani più alti del mentale superiore (o
astratto) vivono le anime nella totalità di capacità e di coscienza che hanno
sviluppato nel corso dell'evoluzione. Qui vivono anche le entità non umane, che
hanno seguito un'evoluzione a parte, entità note come Deva o Angeli. Nel
cielo più alto vivono gli Angeli detti Deva Arupa, o senza forma, perché i loro
corpi sono costitutiti di materia del mentale superiore, mondo in cui la materia
non dà luogo a forme-pensiero, ma si esprime come luce. Nei quattro
sottopiani più bassi il pensiero crea delle forme e qui vivono i Deva Rupa, o
Angeli della forma. Sul piano astrale vivono Angeli ancora più bassi, i Kama
Deva, o Angeli del desiderio, perché questa è essenzialmente la regione delle
emozioni. BIBLIOGRAFIA- A. Robert Monroe - "I miei viaggi fuori
dal corpo" - MEB - Torino, 1974 - Peter Richelieu - "A soul’s journey - The
Aquarian Press - London, 1958 - Anthony Borgia -"More about life in the World
unseen " Psychic press LTD - London - G. Hodson - "Il regno degli dei "- Età
dell’Acquario - Torino, 1984 - A. Besant - "Sapienza Antica" - Alaya -
Milano, 1950 - C. Jinarajadasa -"Il mistero della Vita e della Forma" - SIRIO
- Trieste, 1950 - C. Rafael Payeur - "La Luce oltre la Soglia" - L’Età
dell’Acquario -Torino, 2002 Carlo Splendore è nato a Velletri (Roma) nel 1922. Ingegnere
industriale meccanico, ricercatore, pubblicista e docente di materie tecniche,
vive a Roma ove opera nel campo dello studio e della ricerca dei fenomeni della
"scienza di frontiera" e collabora con periodici specializzati, italiani e
stranieri. Ha pubblicato i
libri: - " L’onda di
Vita nell’Armonia del cosmo" - Tecnipress (Roma, 1988); - " Come in basso,
così in alto..." - Consultabile e prelevabile sia in
.doc che .pdf il libro descrive le analogie
esoteriche tra l'uomo e il cosmo. - "Il Bioradiometro" - Editrice
Andromeda.
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