Berlusconi Girls
Da Cesare Cunaccia per : VOGUE (internet)
Certo, se fosse vera anche solo la metà di quanto si sussurra e si racconta, se fosse verificabile anche soltanto una parte delle testimonianze e deposizioni più o meno veridiche, dei torridi gossip forniti dalle tante jeunes filles in cerca d’autore coinvolte nei corali divertissement e vari bunga bunga del nostro Presidente del Consiglio, beh, allora la situazione sembrerebbe piuttosto grigia, anzi, nera, nera come la bocca dell’inferno.
Un favoloso harem da fare invidia a Solimano il Magnifico, capace di far sbigottire storici specialisti del genere partouze, quali Sardanapalo e Barbebleu. Una truppa, uno squadrone volante composto da decine di scatenate giovani erinni, formicolante di lascive naiadi, guizzanti, con soundtrack disco Ottanta e medley di agrodolci melodie apicelliane, in vasconi macro-jacuzzi traboccanti di carni opulente e schiume profumate. Un plotone di indemoniate pronte a tutto, talvolta ingenue come la sadiana Justine, ma soprattutto smaliziate e procaci, provocanti amazzoni lap dancer in guepière e cuissardes vinilici, approdate venti al colpo nelle super-residenze del satrapo istituzionale. Indi premiate con gioiellini, foulard - sarebbe bello sapere di chi - bijoux Swarovski e una pioggia di denaro, rese felici con qualche apparizione anche fugace nell’agognato empireo televisivo per il doveroso quarto d’ora di celebrità warholiana promesso. Se fosse vero.Gli ineffabili fedelissimi Emilio Fede e Lele Mora quali prodi officianti dei riti e fervidi reclutatori. Insomma, ci vuole costanza, energia e una salute di ferro per tenere a bada una simile variegata compagine. Di ragazze ne sono apparse tante, ma tante su giornali e magazine fin dall’inizio dell’intricata pruriginosa vicenda, ai tempi ormai sbiaditi e naïf della fatidica blonde Noemi Letizia da Casoria, angelicata e svampita beauty preraffaellita made in Naples, e poi nell’infuriare del controverso capitolo D’Addario.
Tipologie, tratti e colori i più diversi, ma con il comune denominatore di certi particolari anatomici ben prominenti, senoni, boccone, splendide sinuose taille da odalisca de noantri, attitude aggressiva da conquistatrici mediterranee, evidente propensione per la chirurgia plastica, profluvi di lustrini e paillettes che neanche a Las Vegas, lingerie esasperata e una simpatica beffarda fragranza di peccato pecoreccio.
Altro che metropolitane sofisticazioni dell’eros à la Madame Claude, qui stiamo piuttosto a quelle sgangherate commediacce porno-soft italiote 70, tipo Quel gran pezzo dell’Ubalda…, nel frattempo divenute oggetto di culto. Dopo il caso Ruby, poi, il tutto ha preso una deriva quasi epica, con la nuova eroina che si produce in serate dal titolo sibillino e intrigante ("Ma se dico una bugia vado in Paradiso?"). E il mistero s'infittisce.Chissà che ne direbbe, di questo scenario - ipotetico o no, a voi la scelta - tra basso Impero e lascivia mediatica post-postmoderna, Guy Debord, l’autore del profetico La società dello spettacolo, laddove il sogno diventa sonno e la saggezza - parole sue - non arriva mai.Sta di fatto che viene spontaneo chiedersi se le fanciulle e signore in questione, età richiesta tra i 18 e - massimo limite - i 35 anni, ma solo in caso di intramontabili favorite e stars catodiche o dello scenario politico, piacerebbero ancora così tanto se solo fossero un filino meno sfacciate, un tantino più eleganti e stylé, un attimo più contenute e ricercate in fatto di look.
Difficile capire se una loro declinazione in tono più chic le farebbe fatalmente e subito decadere da quell’olimpo di corpose illusioni sexy e di ripetitivo esibizionismo voyeuristico cui ci hanno ormai assuefatti. Coco Chanel amava ripetere che l’eleganza è frigida: che avesse dunque ragione? Se oggidì conta solo l’apparire e dato che dobbiamo subire le molteplici manifestazioni di queste proterve protagoniste della cronaca, almeno che siano vestite in maniera appropriata. Ebbene, forse potrebbe proprio essere una ritrovata forma di eleganza, una catarsi del gusto a indicarci finalmente la via di salvezza. O almeno speriamo sia così.