Suicidi, la strage silenziosa per colpa dello Stato
Pensionata suicida per taglio pensione
Scritto da redazione online
Mercoledì 04 Aprile 2012
Ha percepito 200 euro in meno di pensione e si è gettata dal balcone. Il fatto è avvenuto a Gela. La signora Nunzia C., pensionata di 78 anni, si è suicidata lanciandosi dal terrazzo del suo appartamento, situato al quarto piano di via Amilcare, dopo aver saputo che il suo vitalizio era stato ridotto. L’anziana donna era vedova da circa un anno e aveva quattro figli.
Dopo la morte del marito Giuseppe, invalido al 100% e con diritto all’accompagnamento, l’Inps aveva sospeso per sei mesi la pensione. Azzerata poi ogni indennità extra, l’Istituto di Previdenza Sociale aveva assegnato alla signora Nunzia la pensione di reversibilità. Secondo le attuali regole, se la somma dei due trattamenti supera una determinata soglia, scatta automaticamente la riduzione. Il trattamento di reversibilità viene ridotto del 25%, del 40% e del 50% in base ai redditi percepiti dal beneficiario. Nel caso in questione, la signora percepiva già un'indennità di invalidità.
Al minimo da lei riscosso di 350 euro si aggiungevano i 450 della pensione del marito defunto, cifra che a detta del figlio minore Bruno «tutto sommato le andava ancora bene». L'uomo ha poi spiegato: «Il taglio improvviso e immotivato di 200 euro ha fatto scattare qualcosa di sconvolgente nella sua mente. Temeva di morire in povertà, specie ora che mio padre non c’era più. Si sentiva sola pur abitando con due mie sorelle nella stessa palazzina».
Il corpo della donna, riverso in una pozza di sangue, è stato scoperto dai familiari e dai vicini di casa che, dopo aver udito un tonfo, si sono subito affacciati al balcone scorgendo il tragico scenario.
Dall’inizio dell’anno i suicidi avvenuti nel nostro Paese a causa della crisi economica sono ben 16. Nel caso della signora Nunzia si può parlare di “morte bianca” e cioè l’ultimo gesto disperato di chi non sa più cosa fare per vivere.
*******************************
«La gente non arriva a fine mese, molti si stanno suicidando, lei questi suicidi ce li ha sulla coscienza» ha detto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, parlando in aula alla Camera rivolgendosi al presidente del Consiglio, Mario Monti, che però era assente. Si allunga sempre più la lista delle persone che hanno tentato il suicidiocome ultimo, estremo, gesto a causa della crisi. Dipendenti licenziati, giovani disoccupati, persone attanagliate dai debiti, padri di famiglia che non riuscivano più a dar da mangiare ai figli e, ultimo caso di una macabra serie, i pensionati, sempre più poveri.
La tragedia della disperazione questa volta si è consumata a Gela, in provincia di Caltanissetta, dove una donna di 78 anni si è suicidata lanciandosi dal balcone di casa, al quarto piano di uno stabile. Alla base del gesto ci sarebbe il timore di non riuscire ad arrivare a fine mese dopo la decurtazione della pensione di 200 euro (da 800 a 600 euro). Una paura che avrebbe alimentato nell’anziana una depressione culminata nel suicidio. La tragedia di Gela, l’ennesima vergogna dello Stato italiano che usa la scure con i più deboli e che invece si dimostra genuflesso quando si tratta di ingrassare le banche e foraggiare l’intera cloaca di ladri parlamentari con privilegi e vitalizi, è solo l’ultima di una lunga serie. Il tutto mentre il governo della macelleria sociale, ansioso di rendere più facili i licenziamenti, si riempie la bocca di parole come mobilità e flessibilità. Dall’inizio dell’anno sono già 16 le persone che si sono tolte la vita a causa della crisi. Segnali inquietanti. Un disagio mai preso in considerazione dalle isituzioni. A riguardo il silenzio imbarazzante dei professori-tecnici va a braccetto con le dichiarazioni complici del peggiore presidente che la storia della Repubblica abbia mai avuto, Giorgio Napolitano: «Non vedo esasperazioni, nutro molta fiducia sulla capacità di comprensione degli italiani sulla necessità di affrontare i cambiamenti e sulle strade nuove che questi cambiamenti prevedono». In tutta Italia, la mappa è agghiacciante: Verona, Bologna, Ozzano Emilia, Trani, Cepagatti, Crispiano, Belluno, Lucca, Noventa di Piave, Firenze, Trento, Gela. Un suicida ogni 4 giorni dovrebbe fare riflettere, quando il Governo dice che “siamo sulla giusta strada”. Invece no. Per Mario Monti, appena rientrato dal lungo viaggio asiatico, in una intervista al quotidiano La Stampa, ha affermato: «Sono cose drammatiche, anche in Grecia i suicidi sono molto aumentati, l’unica risposta adeguata e seria che possiamo dare è quella di risanare e rilanciare il Paese». Che l’art.18 cambi o meno, i suicidi “economici” non caleranno. Perché non è questo il problema, non è qui che la disperazione della gente tocca il fondo. Il vero dramma è la speranza che non c’è più. La politica, infarcita di ladri e parassiti, l’ha tolta, agli italiani con promesse di prosperità e la realtà della ghigliottina.
fonte ilgraffionews