Commento
Tre donne: Vanna, la donna amata da Cavalcanti, Alagia, la donna amata da Lapo,
ovvero il notaio e poeta Lapo Gianni de’ Ricevuti,
anche se per alcuni studiosi si tratta del poeta Lippo Pasci de’ Bardi, anch’egli in contatto con Dante.
E poi la donna di Dante, quella che occupa il trentesimo posto, poiché Dante aveva scritto un’epistola in versi
che elencava le sessanta donne più belle di Firenze.
Non si sa chi fosse la trentesima, ma non era certo Beatrice, che occupava il nono posto.
Abbiamo tre donne che sono oggetto di desiderio,
ed è il desiderio d’amore ad essere l’argomento principale di questo sonetto.
Il fatto che il tema amoroso sia il tema centrale ed esclusivo del componimento,
è ciò che distingue nettamente la poesia degli Stilnovisti
dalla precedente esperienza dei poeti siciliani e toscani.
Ma ci sono anche altri tratti tipici dello Stilnovismo, come:
1) un’amicizia riservata a pochi spiriti eletti, volontariamente isolati dalla realtà storico-sociale
che li circonda e che è fatta di guerre e sangue.
E difatti, il riferimento “alla donna ch’è sul numer de le trenta”, è un riferimento quasi in codice,
che è comprensibile soltanto a quei pochi amici
che ne sono al corrente, e che sono isolati dal mondo esterno, come è ben espresso dal fatto
che il luogo e il tempo della scena rappresentata
nella poesia, sono indeterminati, atemporali: non a caso ricorre due volte l’avverbio «sempre»,
o lo spazio viene descritto come un mare quasi magico, non materiale, attraversato con un vascello
che si muove per la forza di volontà e a dispetto degli agenti atmosferici.
2) l’amicizia si trasforma in una unità dei tre protagonisti che diventa superiore, spirituale,
espressa bene dai versi:
«al voler vostro e mio», o ancora: «vivendo sempre in un talento».
Alcune curiosità
In questo sonetto Dante si rifà al plazer dei poeti provenzali, un componimento in cui si era soliti elencare
una serie di situazioni gradevoli
che ci si augurava poi di vivere. Altra particolarità è che Dante riprende elementi dei romanzi di Re Artù,
come il vascello che non è altro che la nave incantata di Merlino.
Infine, in questa poesia, ci sono i tipici richiami simbolici della poetica dantesca, come il numero tre:
tre sono i poeti, e tre le donne.
Oppure il simbolo del cerchio: la struttura della poesia è circolare, perché il soggetto del desiderio è in primo piano
all’inizio e torna in primo piano alla fine,
e la voglia «di stare insieme» degli amici, produce una voglia ancora maggiore, in una sorta di “circolo virtuoso”
in cui il desiderio cresce su se stesso.
Tutto questo per esprimere un modello di vita perfetto, chiuso in se stesso, al riparo dai guai del mondo esterno.