La insoportable levedad del ser (Nesnesitelná lehkost bytí) es una novela, clasificada a veces como filosófica (opinión que no comparte su autor, quien sitúa su obra -incluyendo específicamente esta novela- más allá de la filosofía y la psicología, tratando de encontrar la esencia existencial de los personajes) del escritor checo Milan Kundera, publicada en 1984.
Ambientada en Praga durante 1968, la Insoportable levedad del ser trata de un hombre y sus dudas existenciales en torno a la vida en pareja, convertidas en conflictos sexuales y afectivos. La novela relata escenas de la vida cotidiana trazadas con un profundo sentido trascendental: la inutilidad de la existencia y la necesidad del eterno retorno de Nietzsche por el cual todo lo vivido ha de repetirse eternamente, sólo que al volver lo hace de un modo diferente, ya no fugaz como ocurrió en el principio.
"El hombre nunca puede saber qué debe querer, porque vive sólo una vida y no tiene modo de compararla con sus vidas precedentes ni enmendarla en sus vidas posteriores"
La conjunción de ambos factores, existencialmente antagónicos, valdrían a los personajes para dar un sentido propio y singular a la vida. La acción de los personajes está estructurada a partir de varios factores: histórico-político, filosófico, psicológico y artístico, en el marco de una experiencia franqueada por el experimento socialista y la Guerra Fría.
En 1985, el año siguiente de su publicación, la novela sería galardonada con el Premio Jerusalén. Tres años más tarde La insoportable levedad del ser sería llevada al cine de la mano del director Philip Kaufman, obteniendo un aceptable éxito.
En 2006, el libro se edita por primera vez en el país del autor, República Checa, alcanzando récord de ventas.
«Esta es una extraordinaria historia de amor, o sea de celos, de sexo, de traiciones, de muerte y también de las debilidades y paradojas de la vida cotidiana de dos parejas cuyos destinos se entrelazan irremediablemente. Guiado por la asombrosa capacidad de Milan Kundera de contar con cristalina claridad, el lector penetra fascinado en la trama compleja de actos y pensamientos que el autor va tejiendo con diabólica sabiduría en torno a sus personajes. Y el lector no puede sino terminar siendo el mismo personaje, cuando no todos a la vez. Y es que esta novela va dirigida al corazón, pero también a la cabeza del lector. En efecto, los celos de Teresa por Tomás, el terco amor de éste por ella opuesto a su irreflenable deseo de otras mujeres, el idealismo lírico y cursi de Franz, amante de Sabina, y la necesidad de ésta, amante también de Tomás, de perseguir incansable una libertad que tan sólo la conduce a la insoportable levedad del ser, se convierten de simple anécdota en reflexión sobre problemas filosóficos que, afectan a cada uno directamente, cada día.»
L’insostenibile leggerezza dell’essere.
L'insostenibile leggerezza dell'essere (Nesnesitelná lehkost bytí) è un romanzo di Milan Kundera scritto nel 1982 e pubblicato per la prima volta in Francia nel 1984
Protetto da un titolo enigmatico, che si imprime nella memoria come una frase musicale, questo romanzo obbedisce fedelmente al precetto di Hermann Broch: «Scoprire ciò che solo un romanzo permette di scoprire». Questa scoperta romanzesca non si limita all’evocazione di alcuni personaggi e delle loro complicate storie d’amore, anche se qui Tomáš, Teresa, Sabina, Franz esistono per noi subito, dopo pochi tocchi, con una concretezza irriducibile e quasi dolorosa. Dare vita a un personaggio significa per Kundera «andare sino in fondo a certe situazioni, a certi motivi, magari a certe parole, che sono la materia stessa di cui è fatto». Entra allora in scena un ulteriore personaggio: l’autore. Il suo volto è in ombra, al centro del quadrilatero amoroso formato dai protagonisti del romanzo: e quei quattro vertici cambiano continuamente le loro posizioni intorno a lui, allontanati e riuniti dal caso e dalle persecuzioni della storia, oscillanti fra un libertinismo freddo e quella specie di compassione che è «la capacità massima di immaginazione affettiva, l’arte della telepatia, delle emozioni». All’interno di quel quadrilatero si intreccia una molteplicità di fili: un filo è un dettaglio fisiologico, un altro è una questione metafisica, un filo è un atroce aneddoto storico, un filo è un’immagine. Tutto è variazione, incessante esplorazione del possibile. Con diderotiana leggerezza, Kundera riesce a schiudere, dietro i singoli fatti, altrettante domande penetranti e le compone poi come voci polifoniche, fino a darci una vertigine che ci riconduce alla nostra esperienza costante e muta. Ritroviamo così certe cose che hanno invaso la nostra vita e tendono a passare innominate dalla letteratura, schiacciata dal loro peso: la trasformazione del mondo intero in una immensa «trappola», la cancellazione dell’esistenza come in quelle fotografie ritoccate dove i sovietici fanno sparire le facce dei personaggi caduti in disgrazia. Esercitato da lungo tempo a percepire nella «Grande Marcia» verso l’avvenire la più beffarda delle illusioni, Kundera ha saputo mantenere intatto il pathos di ciò che, intessuto di innumerevoli ritorni come ogni amore torturante, è pronto però ad apparire un’unica volta e a sparire, quasi non fosse mai esistito.
Il romanzo, che si svolge a Praga negli anni intorno al 1968, descrive la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo fra la Primavera di Praga e la successiva invasione da parte dell'Unione Sovietica. La storia si focalizza sul gruppo noto come il Quartetto di Kundera, composto da Tomáš (un chirurgo di fama e successo che ad un certo punto perde il lavoro a causa di un suo articolo su Edipo che, anche a causa delle modifiche operate dai redattori del giornale a cui lo ha inviato, risulta molto critico nei confronti dei comunisti cechi), la sua compagna Tereza (una fotografa), la sua amante Sabina (una pittrice) e un altro amante di Sabina, Franz (un professore universitario). Questi quattro personaggi vengono seguiti nelle loro vite fino alla fine. Tomáš ha due interessi: il lavoro e le donne. Egli si innamora di Tereza ma non riesce a rinunciare alle sue amanti, e questo rende Tereza estremamente gelosa, ma per la sua debolezza la donna non riesce a ribellarsi e tiene per sé i suoi tormenti, fingendo di non sospettare il tradimento di Tomáš. Sabina è un'idealista, uno spirito libero. Avrà una breve storia con Franz, di cui si innamorerà perdutamente, ma, non avendo il coraggio di stabilire un rapporto serio, fuggirà lasciandolo solo, senza nemmeno una parola di commiato. Franz inseguirà il ricordo di Sabina e sarà proprio questo a portarlo alla morte.
All'origine dell'insostenibile leggerezza dell'essere è, per Kundera, l'unicità della vita: Einmal ist Keinmal; ovvero, traducendo letteralmente il proverbio tedesco, ciò che si verifica una sola volta (Einmal) è come se non fosse accaduto mai (Keinmal). Estremizzando l'argomento, l'esistenza e le scelte che ognuno compie nella sua breve o lunga durata appaiono all'autore del tutto irrilevanti e in ciò risiede la loro leggerezza. Il contrasto tra questa sfuggente evanescenza della vita e viceversa la necessità umana di rintracciare in essa un significato si risolve in un paradosso insostenibile.
In Italia il titolo di questo romanzo è legato alla trasmissione televisiva Quelli della notte del 1985, condotta da Renzo Arbore, in cui il lookologo, interpretato da Roberto D'Agostino, dissertava sulla società coniando l'espressione edonismo reaganiano e citando come tormentone il titolo del romanzo, «l'insostenibile leggerezza dell'essere».
Legato a ciò, nel 1986 il cantautore Antonello Venditti scrive il brano Questa insostenibile leggerezza dell'essere, che include nel suo album Venditti e segreti, e nel cui testo cita anche Milan Kundera.
Il fisico statunitense Frank Wilczek prese spunto dal titolo del romanzo per quello d'un suo libro ossia: La leggerezza dell'essere. La massa, l'etere e l'unificazione delle forze.
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