Due debolezze che si sostengono una contro l’altra creano una forza.
Ecco perché una metà del mondo, sostenendo l’altra metà, la rafforza.
(Leonardo) 15 aprile 1452 - 2 maggio 1519
Pittore, architetto e scienziato, LEONARDO DA VINCI, uomo assetato di conoscenza, i cui interessi spaziavano su tutti i campi (fu pittore, scienziato, inventore, musicista, ingegnere, trattatista, studioso di anatomia), è il genio rinascimentale che ha rivoluzionato tanto le arti figurative quanto la storia della scienza.
Ai suoi interessi occorre poi aggiungere alcuni elementi della sua personalità contrari al sentire comune dell’epoca: per esempio, non era credente, o comunque non nutriva lo stesso senso religioso dei suoi contemporanei (lo scrive Giorgio Vasari nelle Vite, benché solo nell’edizione del 1550: “non si accostava a qualsivoglia religione stimando per avventura assai più lo esser filosofo che cristiano”, una considerazione poi rimossa nell’edizione successiva forse per non compromettere troppo, in epoca di Controriforma, la memoria di Leonardo).
Leonardo preferiva osservare il mondo con la ragione più che con la fede: a suo avviso, la natura è governata da un ordine che, attraverso le sue leggi, regola tutti i fenomeni che avvengono nel mondo, e compito dello scienziato è quello di scoprire queste leggi.
Figlio illegittimo del notaio ser Piero, Leonardo nacque a Vinci il 15 aprile 1452.
Nel 1469 si stabilì a Firenze e, nel 1472, si iscrisse alla Compagnia dei Pittori.
In seguito fu a Milano che svolse intensamente tale attività: una città dove lavorò anche a un monumento per Francesco Sforza, dove fu ingegnere militare e consultato per problemi di architettura, intraprendendo e approfondendo gli studi sia nel campo sia della fisica che in quello delle scienze naturali.
La sconfitta di Ludovico il Moro il 16 marzo 1500 lo costrinse a lasciare Milano.
Partì allora per Venezia, fermandosi lungo il viaggio a Mantova alla corte di Isabella d'Este, in cui fu accolto con grande favore e ricevette richieste di dipinti.
Nell'aprile dello stesso anno ritornò a Firenze per dedicarsi ancora alla pittura, avendo però già ricevuto commissioni dal re di Francia Luigi XII.
Dal maggio 1502 al maggio 1503 fu, però, lontano da Firenze, e quasi sempre al servizio del duca Valentino, Cesare Borgia, a sua volta in stretto rapporto con Luigi XII.
Ritornato a Firenze incominciò a studiare il volo degli uccelli e le leggi dell'idrologia.
Amareggiato per la frustrazione dei suoi progetti di ingegnere, per l'incomprensione degli artisti e dei mecenati fiorentini verso il suo travaglio di ricercatore, nel 1505 si recò di nuovo a Milano.
Benché nel 1513 fosse stato chiamato a Roma da Giuliano de' Medici, si vide escluso dalle grandi opere del tempo, come i progetti per S. Pietro e la decorazione del Vaticano; ostacolato nelle sue ricerche di anatomia, continuò però a occuparsi di studi matematici e scientifici.
Tuttavia, non aveva interrotto i rapporti con la Francia, e nel 1517 si rifugiò presso Francesco I che gli diede residenza nel castello di Cloux presso Amboise e che gli elargì una pensione annua come "premier peintre, architecte et mechanicien du roi".
Leonardo aveva con sé alcuni quadri, una infinità di volumi di appunti e, benché impedito da paralisi alla mano destra, attendeva con passione agli studi di anatomia, dedicandosi anche all'architettura.
Il 29 aprile 1519 faceva testamento; morì tre giorni dopo.
L'arte di Leonardo si manifestò sin dai suoi inizi come lo sforzo di infondere vita alle immagini. Sostenne la superiorità della pittura sulla scultura in nome delle straordinarie possibilità evocatrici, simili a quelle della poesia, che egli riconosceva alla prima.
Eccezionale fu il peso dei suoi disegni, intesi non come opere in sé, apprezzabili per l'eleganza del delineare, ma come tracce di idee e di problemi inseguiti in maniera persino ossessiva e spesso carichi di capacità espressiva.
Ciò che si avverte in Leonardo è l’applicazione dello "sfumato" che disperde la linea, e la creazione di un’atmosfera ottenuta con lo sgranare dei confini.
I lineamenti si smarriscono, la gamma dei colori va sempre più limitandosi a poche tinte, la luce sfiora le cose e svanisce dove l'ombra le inghiotte.
è soprattutto noto per aver eseguito il ritratto che va sotto il nome di Gioconda (la scoperta di un documento del 1525 permette di stabilire che si tratta di Monna Lisa del Giocondo, come scritto da G. Vasari): al celebre vago sorriso – un moto psichico colto al suo primo manifestarsi prima che divenga più determinato – s'accorda il velato paese, le brume che ci sottraggono i contorni, e il paesaggio tutto, che affonda di grado in grado in un tenebrore azzurrognolo di acque e cielo.
(cit. mod. Arianna Culoso)