queste parole potevano anche essere fraintese,
Il Dio cristiano non è un Dio che dall’alto manda fulmini e tuoni, malattie e sofferenze.
Ma è un Dio di pace, di tenerezza, di compassione...
Ora la sofferenza è sempre qualcosa di negativo e chiunque (anche chi è cristiano) deve anzitutto cercare di combattere contro la malattia per vincerla e superarla.
Ma è anche vero che ci sono certe malattie contro le quali purtroppo si può fare ben poco. In queste situazioni si impone una scelta: o farsi prendere dall’angoscia, dalla disperazione, chiudendosi in se stessi, oppure reagire, cercando di trovare un senso, un significato, una via di uscita, una luce, una possibilità di vivere...qualcuno che ci ami anche in quelle situazioni e ci faccia sentire accolti e benvoluti...
Questo ex campione di pallavolo è un uomo come tutti ma che di fronte alla sofferenza e alla paralisi, ha reagito...
e verso la fine della sua vita, riflettendo e ragionando, ha scritto queste parole, dicendo che lui nella sua esperienza ha saputo fare della malattia un’occasione di vita, e anche dal dolore (che rimane qualcosa di assolutamente negativo in sé) ha saputo trarre un insegnamento e una maturazione, e si è sentito amato da chi gli stava vicino e anche da Dio.
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