Occhi scossi e incanto di tempi perduti dove nulla esiste oltre il pianto danime in ricerca
Sorrisi e vacuità lasciati alle spalle come formicai che non nutrono lanima come le mosche dun incubo che non rivela il senso
Dimmi straniero dei tuoi passi e se senti ancora il suono dun respiro che oltrepassa questo denso silenzio e che cosa trattengono le tue mani
Dimmi cosa cerca quella tua voglia di capire e se avrai la forza di scavare ancora dentro la tua anima stanca che non conosce la povertà di chi non possiede nulla
Io ci sarò come lampada nella notte come attesa di pioggia dopo la lunga siccità e mi riconoscerai semplicemente come lodore di casa
Sarò il nome che attendevi e non è sorte quel destino che hai costruito spalancando consapevolezza a quel che sei
Sarò vita oltre misura per portare pace dentro lo scavo di occhi che non vedevano la luce che abbraccia senza nulla chiedere allargando il confine della tua verità