LA FONDAZIONE DI FIRENZE
La fondazione di Firenze risale al periodo romano, ma esistono prove che
Firenze fosse già stata occupata nel periodo preistorico. Nella parte più
vecchia della città si possono vedere le impronte di queste origini romane,
della Firenze colonia di Cesare. Per difesa, la città fu costruita all'interno
della confluenza di due fiumi: l'Arno e il Mugnone, dove erano stanziate le
popolazioni precedenti.
Rettangolare nel piano, era chiusa all'interno di un perimetro di mura lungo
1800 metri. Lo spazio edificato, come tutte le città fondate dai Romani, è
caratterizzato da strade diritte che si incrociano perpendicolarmente. Le due
strade principali conducono a quattro Porte e convergono in una piazza centrale,
l'Urbis del Forum, oggi Piazza della Repubblica, luogo in seguito destinato alla
Curia e al Tempio dedicato alla triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). I
ritrovamenti archeologici, molti dei quali emersi nel corso dei lavori che
"hanno dato nuova vita" al vecchio centro urbano, hanno permesso di individuare
ed identificare i resti di importanti lavori pubblici, come i bagni Capitolini,
i bagni di Capaccio, il sistema delle acque scure, la pavimentazione delle vie
ed il Tempio di Iside, in Piazza San Firenze. A quel tempo l'Arno non era
all'interno delle mura, c'era un porto fluviale, che rappresentava
un'infrastruttura molto importante per la città, dato che nel periodo romano il
fiume era navigable dalla bocca fino alla confluenza con l'Affrico, a monte di
Firenze, ed il primo ponte nella storia fiorentina è stato costruito vicino
all'attuale Ponte Vecchio, intorno al primo secolo a.C..
I primi indizi dell'avvento della religione cristiana raccontano del culto
per il decano Lorenzo e per la Santa palestinese, Felicita, così le prime chiese
costruite a Firenze furono: San Lorenzo, consacrata nel 393, prima diocesi della
città, e Santa Felicita, le cui origini risalgono al quarto e quinto secolo.
Tuttavia, i Fiorentini non sembrano avere un vescovo prima del terzo secolo
avanzato. Il primo registrato è San Felice che ha partecipato ad uno sinodo
romano nel 313.
I BIZANTINI E IL PERIODO LOMBARDO
Le invasioni barbariche hanno seriamente messo in difficoltà la città di
Firenze. Nel 405, la città è riuscita a fermare le orde di Radagasio, ma
successivamente non riuscì ad evitare di essere coinvolta nella disastrosa
guerra fra Goti e Bizantini. La relativa posizione strategica come testa di
ponte sull'Arno e nell'itinerario di comunicazione fra Roma e la Padania spiega
perchè la città è stata contesa così acutamente fra i Goti e i Bizantini. Nel
541-44 furono costruite nuove Mura per la città, sulla struttura di diverse
grandi costruzioni romane: il Campidoglio, il serbatoio per l'acqua dei Bagni ed
il teatro. Le mura erano trapezoidali e la modesta grandezza testimonia il
declino della città, notevolmente spopolata; c'erano meno di mille abitanti.
Intorno alla fine del sesto secolo, quando i Lombardi hanno conquistato
l'Italia del Nord e centrale, Firenze è rientrata nei loro domini. Era l'inizio
di quello che può essere considerato il periodo più scuro nella storia della
città. Tagliata fuori dagli itinerari principali, era sparito il motivo
principale della sua esistenza. Per le comunicazioni nord-sud, i Lombardi
abbandonarono l'itinerario centrale Bologna-Pistoia-Firenze, perché troppo
esposto alle incursioni dei Bizantini, che avevano ancora il controllo della
parte orientale dell'Italia, e Lucca fu scelta come capitale del ducato della
Toscana per la posizione, che era lungo le strade utilizzate per le
comunicazioni interne.
Ad ogni modo, durante il periodo della dominazione Lombarda, particolarmente
dopo che la regina Teodolinda si convertì alla Chiesa di Roma, furono fondate
diverse costruzioni religiose, ivi compreso il Battistero di San Giovanni, anche
se naturalmente non nella forma attuale, le cui fondamenta sono ancora visibili
nei sotterranei della chiesa.
IL PERIODO CAROLINGIO
Nel periodo Carolingio, ottavo secolo, fu instaurato un sistema feudale e
Firenze si transformò in una contea del Sacro Impero Romano. Le testimonianze
parlano di una rinascita della città nel periodo Carolingio: nel nono secolo
nacque una scuola pubblica ecclesiastica ed il ponte sopra l'Arno, che
precedentemente era stato distrutto, venne ricostruito.
Alla fine del secolo nuove Mura per la città vennero costruite, probabilmente
per timore delle invasioni ungheresi. Questo terzo cerchio seguì parzialmente la
linea delle vecchie Mura romane, allargando a sud per includere i sobborghi che
si erano sviluppati con prosperità, mentre a nord, per motivi politici, furono
esclusi il Battistero, Santa Reparata, il Palazzo del vescovo, e l'adiacente
Palazzo Regio dove il rappresentante dell'Imperatore teneva la sua Corte di
Giustizia.
Verso la fine del decimo secolo, la Contessa Willa, vedova del Marchese della
Toscana, che possedeva un intero distretto all'interno delle Mura, fondò
un'abbazia benedettina, a cui donò anche molti soldi, alla memoria del marito.
Questa fu chiamata "Badia Fiorentina". Il figlio della Contessa Willa, Hugo,
contribuì notevolmente allo sviluppo di Firenze e alla decisione di lasciare
Lucca. La scelta di Firenze come dimora ne rinforzò, infatti, il carattere
amministrativo.
PRIMO MEDIOEVO
Intorno alla metà dell'undicesimo secolo la posizione di Firenze in Toscana
divennne ancora più importante perché Lucca non era più la sede del marchesato e
perché Firenze partecipò attivamente e in modo decisivo al movimento per la
riforma della chiesa. La lotta per eliminare l'interferenza secolare negli
affari ecclesiastici e l'affermazione dell'indipendenza del papato
dall'influenza imperiale aveva come rappresentante principale San Giovanni
Gualberto, figlio di un cavaliere fiorentino, che fondò l'ordine di
Vallombrosa.
Firenze ospitò persino un Concilio nel 1055, sotto il Papa Vittorio II, con
la presenza dell'Imperatore Enrico III e la partecipazione di 120 Vescovi. Molte
vecchie strutture sono state ricostruite durante la seconda metà dell'undicesimo
secolo, tra questi la cattedrale di Santa Reparata, il Battistero e San Lorenzo.
Il 6 novembre 1059, il Vescovo Gerardo, che divenne Papa con lo pseudonimo di
Nicola II, reconsacrà l'antica chiesa battesimale della città che era stata
ricostruita nell'odierna forma imponente. La costruzione, ottagonale nel piano,
con un asse semicircolare su un lato e tre entrate, sembra essere coperta da una
cupola ad arco puntato, divisa in otto settori e la parte esterna che non era
ancora stata revestita del fine marmo.
Dopo la morte della madre e di suo marito (Goffredo il barbuto), Matilda,
figlia della Contessa Beatrice, divenne la sola Contessa della Toscana. Aveva
sempre aderito alle idee della riforma e della politica di San Giovanni
Gualberto e durante la lotta per le investiture dette il suo supporto al più
influente dei reformatori, Hildebrando di Sovana che successivamente divenne
Papa Gregorio VII, trovandosi, così, a contrasto aperto con l'imperatore Enrico
IV. Dopo l'episodio di Canossa, la vittoria di Enrico IV nel 1081 portò alla
deposizione ufficiale della Contessa, abbandonata da tutte le città toscane
tranne Firenze. Questo fedeltà alla deposta Contessa costò alla città un assedio
imperiale nel luglio 1082, che fallì. Lo speciale attaccamento di Matilda a
Firenze e la conseguente rottura con l'Imperatore condusse alla costruzione, nel
1078, di un sistema più efficiente di difesa e la città è stata fornita di nuove
Mura - quelle che Dante chiama "la cerchia antica". Questo quarto
cerchio di Mura, per la maggior parte seguì le linee delle pareti del Periodo
Carolingio, ma incluse a nord il Battistero, la cattedrale di Santa Reparata e
la residenza della Contessa. In questo periodo la città fu divisa nei quartiere
che presero i nomi dalle quattro porte principali: Porta San Piero ad est, la
cosiddetta "Porta del vescovo" a nord, Porta San Pancrazio ad ovest e Porta
Santa Maria a sud.
Come tutte le prime città medioevali, il piano urbanistico dell'undicesimo
secolo di Firenze fu caratterizzato non soltanto dal recupero dell'antica
struttura urbana (Mura e vari resti delle strade) ma da un omogeneizzazione di
base, espresso con una distribuzione casuale di diversi confini, fra cui
importanti costruzioni religiose.
IL PERIODO DEI "COMUNI"
Quando la Contessa Matilda morì nel 1115, il popolo fiorentino aveva già
costituito, a tutti gli effetti un Comune. I numerosi privilegi da lei concessi
e gli eventi nei quali la Comunità fiorentina aveva svolto un ruolo principale
nella lotta contro l'imperatore, avevano indotto la gente ad organizzarsi
autonomamente e intraprendere l'azione puntando ad indebolire il potere
imperiale. Fu quindi inevitabile che nel 1125, alla morte dell'ultimo imperatore
della dinastia franconiana, Enrico V, i Fiorentini decisero di attacare e
distruggere Fiesole, la vicina città rivale. Alla fine le due contee furono
unite e rimaste entità separate soltanto a livello ecclesiastico, con Fiesole
che ha mantenuto la sua diocesi.
La prima menzione di un Comune ufficialmente costituito data 1138, quando ad
una riunione delle città toscane fu deciso di costituire una lega, per timore
che Enrico il fiero, che li aveva precedentemente oppressi, fosse eletto
Imperatore. A quel tempo la Comunità aveva dei rappresentanti religiosi e
secolari, con tre gruppi sociali dominanti: i nobili, raggruppati in
consorterie, i commercianti ed i soldati a cavallo, la base dell'esercito. Anche
se i nobili detenevano la maggior parte del potere, nel dodicesimo secolo,
furono i commercianti i principali autori dello sviluppo della città. L'aumento
dei commercianti nella seconda metà del secolo, così come il commercio con i
paesi distanti si intensificò e si transformò in una nuova e molto più ricca
fonte di accumulazione di capitale. L'esteso commercio ed l'inseparabile
compagno, il credito, furono la base dell'espansione economica e demografica
della città.
Questo processo di espansione subì uno stop provvisorio quando Federico
Barbarossa avanzò verso il sud dell'Italia. Nel 1185 l'imperatore privò la città
del contado e ristabilì il marchesato della Toscana, ma la misura ebbe vita
breve. Nel 1197, approfittando della morte del successore del Barbarossa, Enrico
VI, riguadagnò il controllo di Firenze.
La testimonianza dell'acquisizione di potere di Firenze, nel corso del
dodicesimo secolo, si trova nell'espansione del territorio urbano. Intorno al
cerchio di Mura costruite da Matilda si erano formati, in corrispondenza delle
Porte, sobborghi popolati. Nel 1172 il Comune decise quindi di allargare le Mura
della città ed incorporare i nuovi distretti. Il perimetro delle nuove Mura
della città, sollevato a mala pena due anni prima, nel 1173-1175 era due volte
quello "del vecchio cerchio" ed incluse una zona che era tre volte grande. I
sobborghi "di là d'Arno" non furono compresi, se non in seguito, anche se una
piccola parte dell'"Oltrarno" furono incluse nelle Mura fin dal 1173-1175. Per
conseguenza l'Arno si transformò in un'infrastruttura all'interno della città:
itinerario di comunicazioni, fonte di energia e rifornimento idrico per le
industrie.
Nel dodicesimo secolo il tetto del cielo della città fu costellato da
numerose torrette: nel 1180, secondo i documenti, erano trentacinque, ma ce
n'erano certamente molte di più. Successivamente le torrette sono state usate
come case, ma nel dodicesimo secolo ancora servivano per scopi militari. Sempre
nel 12° secolo nacque "La società della torretta", associazione che riuniva i
proprietari di varie torrette permettendo loro di controllare una parte della
città. Un numero considerevole di piccole e grandi chiese inoltre furono
edificate. In due secoli il numero di chiese a Firenze fu triplicato, di modo
che all'inizio del tredicesimo secolo la città si aveva qualcosa come 48 chiese
(12 priorati e 36 parrocchie).
IL TREDICESIMO SECOLO
La velocità con cui le nuove Mura furono costruite è un segno della
prosperità che regnava a Firenze. La città si era transformata nel centro
principale della Toscana, con una popolazione di circa 30.000 abitanti, in
continua crescista grazie all'arrivo di migranti dalla campagna. Il Comune
iniziò così un periodo di pace, durante il quale la situazione economica della
città continuò a crescere. I commercianti avevano cominciato ad organizzarsi in
associazioni corporative (dei Mercanti di Arte) dal 1182, sull'esempio della
società dei cavalieri, che si moltiplicarono e si diffusero oltre i limiti della
regione. Intorno alla fine del secolo Firenze era diventata un centro economico
internazionale, con operatori nelle fiere principali dell'occidente. Lo sviluppo
dell'economia arrivò ad un punto così alto in pochi anni che le associazioni si
moltiplicarono fra le altre categorie di commercianti e di artigiani. La città
ancora conserva alcune delle costruzioni che furono le sedi delle corporazioni.
Generalmente sono costruzioni che risalgono al quattordicesimo secolo, come la
sede della corporazione della lana, costruita nel 1308, ristrutturando una
torretta esistente.
L'aumento urbanistico e demografico della città, quest'ultimo dovuto non ad
un incremento naturale ma alla crescente migrazione dalla campagna, furono alla
base di questa espansione economica. I migranti, membri di una classe media
rurale, formata in conseguenza allo sviluppo economico generale, risiedevano nei
distretti della città vicini alla campagna da cui erano venuti. Questo spiega
perchè l'Oltrarno, su cui gli abitanti delle campagne a sud di Firenze,
convertirono, aumentò enormemente e fu costruito un nuovo ponte in legno su
pilastri di pietra nel 1128 e nel 1237 un terzo ponte fu costruito a monte.
Questo ponte, completamente in pietra, fu costruito sul punto più largo
dell'Arno e chiamato Ponte alle Grazie, dopo la costruzione della piccola chiesa
su uno dei pilastri, a metà quattordicesimo secolo. I bisogni pressanti del
commercio e dello scambio fra le città e l'espansione urbana vissuta, condussero
alla costruzione nel 1952 di un altro ponte attraverso l'Arno: il Ponte Santa
Trinita. I quattro ponti risposero alle esigenze della città fino al
diciannovesimo secolo.
I nuovi ordini religiosi (francescano, domenicano, augustiniano, Carmelitano)
svolsero un ruolo principale nell'ultima riorganizzazione della città
medioevale. I Dominicani, che si erano stabiliti a Firenze nel 1221 nella
piccola chiesa Santa Maria delle Vigne, ingrandirono per la prima volta il loro
monastero nel 1246 e poi nel 1278 cominciarono a costruirne la struttura
attuale. La prima chiesa dei Francescani, dedicata alla Santa Croce, da cui il
nome della Chiesa, data il secondo quarto del tredicesimo secolo enel 1295 fu
ricostruita come la vediamo oggi. E la stessa cosa è accaduto con gli
Agostiniani di Santo Spirito, che si stabilirono nel cuore dell'Oltrarno nel
1259, e poi ingrandirono la Chiesa nel 1296. Oltre che la ristrutturazione delle
chiese precedenti, i nuovi organi religiosi crearono grandi conventi, pieni dei
chiostri e stanze di studio e lavoro; organizzarono la vita comunitaria della
popolazione urbana, ebbero un ruolo politico e culturale, oltreché religioso.
Assieme alla nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, la cui costruzione
cominciò nel 1294, le grandi chiese erette dagli ordini religiosi nelle ultime
decadi del tredicesimo secolo hanno costituito gli esempi più importanti di
architettura religiosa gotica a Firenze.
GUELFI E GHIBELLINI
Il periodo di pace che seguì l'installazione del governo sotto un podestà non
durò a lungo. Il 1216 segna l'inizio degli scontri che afflissero la società
fiorentina per l'intero secolo, dividendo i cittadini fra Guelfi e Ghibellini.
Nel 1244 i nobili Ghibellini, che erano al potere, decisero di estendere la base
sociale del governo, in modo da ottenere il favore del Classe media mercantile.
Fu il preludio del periodo che doveva essere conosciuto come "Primo Popolo".
Solo alcuni anni più tardi, nel 1250, commercianti e artigiani riuscirono a
usurpare il potere dei nobili Ghibellini e ad iniziare una nuova Era
politica.
Il militum Societas fu abolito, nelle speranze di calmare l'arroganza dei
nobili ed impedire il loro ritorno al potere. Così tutte le torrette dovettero
essere ridotte ad un'altezza di 29 metri. Era l'inizio di un altro periodo di
pace e prosperità, dove si affermò il potere economico e finanziario della
città. La prova di questa eccezionale espansione economica fu la coniatura, nel
1252, del Fiorino d'oro, che si aggiunse al Fiorino d'argento, coniato fin dal
1235. Durante il periodo "del Primo Popolo" crebbe la popolazione della città e
si svilupparono nuove costruzioni pubbliche. Nel 1255 iniziò la costruzione di
quello che doveva essere il Palazzo del Popolo, oggi Bargello, eretto per
alloggiare i Consigli del comune. Con la sua forma imponente e la merlatura di
torrette superò tutte le altre torrette della città. Era l'espressione
dell'architettura della nuova Era politica.
Alla battaglia di Montaperti, però, nel 1260, i Fiorentini furono sconfitti
dai Senesi, e questi iniziarono a cancellare tutto quello che la Classe media
mercantile aveva costruito politicamente. Quando i Ghibellini ripresero il
potere e ristabilirono le vecchie istituzioni, decretarono la distruzione dei
palazzi e delle torrette e delle case di proprietà degli esponenti principali
del partito dei Guelfi nella città e nei dintorni. La città fu coperta di
pietriccio, e 103 palazzi, 580 case e 85 torrette furono completamente demoliti,
altrettanti edifici furono danneggiati. Per sei anni Firenze fu costretta a
subire gli oltraggi dei Ghibellini e sarebbe stata distrutta se non fosse stato
per la difesa impavida di Farinata degli Uberti alla convenzione di Empoli. I
Ghibellini, che temevano il potere della gente furono costretti ad accettare che
il Papa Clemente IV facesse da mediatore di pace fra le opposte fazioni. Il Papa
favorì apertamente la fazione dei Guelfi, che riuscirono così a riconquistare il
potere e a reintrodurre le istituzioni politiche abrogate dai Ghibellini.
Nel frattempo, due nuovi partiti cominciarono a ricevere consenso fra la
gente: i "Magnati" o imprenditori (persone i cui gli obiettivi furono ritenuti
pericolosi per la popolazione nel suo insieme, in altre parole per i nobili
Guelfi e i rimpatriati Ghibellini, principalmente grandi proprietari di case e
terre) e i "Popolani" o operai (commercianti ed artigiani organizzati nelle
cooperative ed alternativamente divisi nei "grassi" e nei "minuti", secondo
l'ampiezza dei loro interessi economici). Nel 1293, il processo storico
cominciato nel dodicesimo secolo doveva raggiungere la relativa conclusione
naturale - ai Magnati fu proibito di partecipare alla vita politica della città.
Nell'ultima parte del tredicesimo secolo Firenze raggiunse lo zenith del suo
sviluppo economico e demografico. In questo periodo furono fatte grandi opere
nei campi dell'architettura e dell'urbanistica, e questo fu reso possibile dalla
formidabile accumulazione di capitale derivata dall'espansione delle attività
commerciali e finanziarie. La popolazione continuava ad aumentare, e nuove Mura
erano necessarie. Così, nel 1282, fu progettata una cinghia lunga 8.500 metri,
che includeva una superficie di 430 ettari, cinque volte quella dell'area urbana
precedente. Questo sesto ed ultimo cerchio di Mura, furono l'impegno finanziario
più grande mai intrapreso dal Comune fiorentino. Per questo motivo il lavoro
procedette molto lentamente, fu interrotto più di una volta a causa della guerra
e non finito fino al 1333. Gran parte delle Mura furono demolite nel
diciannovesimo secolo e soltanto alcuni tratti, Oltrarno e le Porte principali
ancora esistono.
Alla fine del tredicesimo secolo Firenze poteva giustamente considerarsi la
città principale dell'Occidente. Gli imprenditori allora al potere, decisero di
costruire due edifici che simboleggiassero la ricchezza e il potere della città:
la nuova cattedrale ed il Palazzo della Signoria. Arnolfo di Cambio fu
l'eccezionale figura che progettò entrambe le costruzioni, come pure tutti gli
altri lavori importanti promossi dal governo delle cooperative, compreso le
nuove Mura. Nel 1296 cominciò la ricostruzione della vecchia cattedrale di Santa
Reparata. La nuova costruzione, non più dedicata al Santo palestinese, ma alla
Madonna, subì diversi cambiamenti nella grandezza e nella forma, nel corso della
costruzione che durò quasi un secolo. Il progetto dell'Arnolfo fu mantenuto
basicamente. La costruzione della grande chiesa franciscana di Santa Croce è,
anch'essa, attribuita all'Arnolfo di Cambio e rappresenta uno dei monumenti più
prestigiosi eretti alla fine del tredicesimo secolo.
Quando la città e la campagna furono organizzate in distretti, nel 1292 e la
costruzione di nuove Mura della città cominciarono, una nuova serie di misure
urbane fu intrapresa. Le numerose torrette furono fiancheggiate da palazzi che i
commercianti della Classe Media dei Mercanti costruirono come simbolo e segno
visibile della loro ricchezza e del loro potere.
DAL QUARTO SECOLO AL RINASCIMENTO
Verso la fine del tredicesimo secolo e nel quattordicesimo secolo si
accentuarono i contrasti fra il popolo minuto e le classi più basse e la Classe
dei ricchi commercianti. Gli ultimi riuscirono in una presa costante del potere,
ma nel quattordicesimo secolo il popolo minuto provò diverse volte ad estendere
la base democratica del governo, aumentando la partecipazione delle Arti minori
al governo. Nel 1378, sotto l'impulso di un movimento mosso dal proletariato, il
popolo grasso popolo fu obbligato ad accettare una riforma istituzionale che
prevedeva la costituzione di nuove cooperative; Tintori, Farsettai, Corsettieri
e Ciompi, corrispondenti alle attività più umili ed ai lavoratori. Per via dei
divergenti interessi interni e all'incapacità di governare, queste cooperative
non potevano sostenere la reazione delle Classi Medie mercantili, che presto
riassunsero per l'ennesima volta il potere.
La rivalità fra due famiglie nobili provocarono molto dissenso e condussero
alla formazione di due gruppi antagonisti, conosciute come Neri e Bianchi. I
primi erano generalmente esponenti dei nuovi venuti, che avevano realizzato
facili profitti ed erano raggruppati assieme ai rappresentanti delle vecchie
Classi dei nobili e dei Guelfi più intransigenti. I due partiti si alternarono
al Priorato, nell'ultima decade del tredicesimo secolo, ma il conflitto si
intensificò. I Priori forzarono all'esilio le teste delle due fazioni e la
situazione precipitò. I Neri invocarono l'intervento del Papa che mandò come
mediatore Carlo di Valona, fratello di Filippo il Bello, re di Francia. Egli
favorì apertamente i Neri e chiese perfino i capi dei Bianchi, che furono
arrestati e forzati all'esilio, fra questi c'era Dante Alighieri.
Oltre queste lotte interne, la città dovette sostenere la difficoltà onerosa
delle guerre contro le potenti Signorias Ghibelline dei Visconti e degli
Scaligeri, uniti da Pisani e Lucchesi. Due sconfitte serie, una nel 1315 e
l'altra nei dieci anni successivi, indussero Firenze a chiedere, in primo luogo,
la protezione delle truppe di Angioline e a disporsi sotto il dominio diretto di
Carlo, duca di Calabria, della casa dell'Angiò. La morte del duca nel 1327
ristabilì un'inattesa libertà al comune fiorentino. Ma non finì qui. Un nuovo
tentativo di conquistare Pisa e Lucca fallì miseramente. I Fiorentini, sconfitti
dalle forze dei Ghibellini, sotto la direzione del signore di Verona, Martino
della Scala, nel 1339, furono costretto di nuovo a chiedere aiuto al re Roberto.
Questo provocò una breve tirannia fino a che la gente, stanca della violenza e
degli abusi di potere, buttarono fuori i tiranni e ristabilirono le libertà
civiche.
Durante il quattordicesimo secolo, la disputa e le guerre interne si
aggravarono per le carestie e le epidemie, specialmente la peste nera del 1348,
che aggravarono una situazione che era già rischiosa. Ulteriori danni furono
causati dalla disastrosa alluvione, del 1333, che spazzò via tutti i ponticelli
sopra l'Arno tranne il Rubaconte. Il quattordicesimo secolo fu quindi un secolo
di crisi politica ed economica, un periodo decisivo comune a tutte le economie
occidentali. La crisi inoltre si riflesse nell'attività architettonica della
città che proseguì ad un passo molto più lento rispetto a prima. L'attività di
costruzione fu diretta, in primo luogo, alla rifinitura delle grandi costruzioni
iniziate alla fine del tredicesimo secolo (le Mura, la cattedrale, il Palazzo
della Signoria, i grandi complessi monastici) e nella ricostruzione dei ponti
che erano stati distrutti. Il primo, fra il 1334 e il 1337, fu il Ponte alla
Carraia, sembra su disegno da Giotto. Le ricostruzioni degli altri ponti, a
partire dal Ponte Vecchio, si basarono su questo progetto. Il Ponte Vecchio fu
costruito da Taddeo Gaddi, con tre archi draganti, con una strada molto più
ampia. Dopo l'impressionante espansione del tredicesimo secolo, la città
cominciò a definirsi e ad avere una politica reale di urbanistica, per fornire
alle costruzioni un certo grado di ordine e di regolarità. Durante il
quattordicesimo secolo fu fatto uno sforzo dietro l'altro per estendere le vie o
modificare i loro itinerari e buttare giù le costruzioni traballanti o quelle
con le strutture che impedivano il traffico. I primi obblighi del comune furono
naturalmente la riorganizzazione delle Piazze della città, Piazza della Signoria
e Piazza del Duomo e delle vie principali. Le costruzioni di quel periodo hanno
un facciata con i blocchi di pietraforte, almeno nella parte inferiore e una
serie di archi regolari al piano terra. Il tipico arco "fiorentino" è un arco
alto, rotondo, con piani entranti e strati lievemente accentuati.
IL RINASCIMENTO
Quando il potere tornò al popolo grasso alla fine del quattordicesimo secolo,
un regime oligarchici fu stabilito a Firenze e un piccolo numero della classe
media mercantile governò la città per circa 40 anni. Seguì comunque una forte
opposizione all'oligarchia, essa fu capace di sfruttare abilmente il malcontento
popolare. Quella parte della Classe Media che era stata esclusa dalla
spartizione del potere, si unì alla popolazione e trovò un leader in Giovanni
de' Medici, direttore dell'azienda più ricca e più potente di Calimala. Dopo la
morte di Giovanni (1429) si accentuò il contrasto fra le fazioni, mentre
continuò a crescere la corrente dell'opinione favorevole ai Medici. Il
primogenito di Giovanni, era signore della città, anche se cercava di non
mostrarlo palesemente, con un ruolo intatto nelle vecchie istituzioni
repubblicane, ma svuotato di tutto il potere reale. Morì nel 1464, e fu seguito
dal mediocre Piero il Gottoso (1464-1469), il cui figlio, Lorenzo il magnifico,
doveva continuare la politica di dissimulazione dell'antenato fin quasi alla
conclusione del secolo: effettuava gli uffici tradizionali, ma era in realtà, e
senza dubbi o, il Signore di Firenze, a tutti gli effetti.
Durante gli anni in cui l'oligarchia mercantile governò Firenze, e nel
periodo antecedente la Signoria dei Medici, i contatti sempre più frequenti con
gli esempi dell'antichità greca e romana provocarono un nuovo spirito e la città
si transformò nel centro in cui l'Umanesimo è stato fondato. L'uomo ha iniziato
a considersi l'ultimo fine, impaziente di imporre conoscenza razionale e
affermazione del dominio sopra la natura che lo circonda e la storia che lo
precede. La cultura letteraria, le scienze, le arti e le attività umane vengono
messi in primo piano. Questo è il periodo dorato dell'intelletto e della cultura
in Europa. Per esempio Filippo Brunelleschi; fra il 1420 e il 1446 creò un gruppo
di lavoro che rappresentò uno dei più importanti momenti della storia
dell'architettura fiorentina e dell'urbanistica. è grazie prima di tutto a Brunelleschi e poi agli altri esponenti della
cultura architettonica dei primi del 15° secolo che Firenze diventò la "città
del Rinascimento", idealizzata dagli Umanisti. Un numero incredibile di
personaggi artistici parteciparono alla vita artistica di Firenze e
contribuirono a costruire l'immagine della città rinascimentale, fra questi:
Donatello, Masaccio, Filippo Lippi, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli,
Beato Angelico, Michelozzo, Giuliano da Sangallo e Benedetto da Maiano, e sono
solo alcuni nomi.....
Lorenzo il magnifico seppe imporre il suo potere personale, senza rovesciare
le istituzioni repubblicane. Ma alla sua morte nel 1492, passarono solo alcuni
anni che il figlio che lo succedette, Pietro lo sfortunato, riuscì a demolire la
meravigliosa struttura di potere dei Medici. La politica codarda di Pietro, in
merito all'invasione di Carlo VIII, costrinse la città ad eliminare la Signoria
e ristabilire in pieno il regime repubblicano. Ma la gente si divise fra coloro
che parteggiavano i Medici e la massa dei cittadini, infiammati dai sermoni di
Girolamo Savonarola, che volevano riformare il governo, imponendo un nuovo
regime dove ruolo importante fosse assunto da un "Gran Consiglio" che riunisse i
membri delle famiglie principali. Ma non passò molto tempo che i Medici ed i
loro sostenitori fecero ritorno, grazie al fatto che Savonarola fu stato
giudicato un eretico e bruciato al palo nella Piazza della Signoria, il 23
maggio 1498, per ordine di Papa Alessandro VI. Fu il periodo in cui Michelangelo creò la sua famosa statua del David,
messa di fronte al Palazzo della Signoria come guardiano della libertà dei
Fiorentini. In seguito la città si trovò di nuovo sotto la Signoria dei Medici,
col benestare del Papa, alleato del re di Aragona, la cui parola era legge in
Italia, dopo la partenza del re di Francia. L'elezione al Trono papal, prima di
Giovanni de' Medici, nel 1512, e poi di Giulio (Clemente VII) rinforzarono
ancora di più la Signoria dei Medici. Ma quando arrivarono le notizie del sacco
di Roma nel 1527, i fiorentini si ribellarono e cacciarono ancora una volta i
Medici, affermando la loro libertà. Fu l'ultimo tentativo disperato di
reintegrare il governo repubblicano. Il 12 agosto 1530, dopo un assedio di
undici mesi, gli eserciti dell'imperatore e del papa insieme entrarono a
Firenze, e l'anno seguente, per concessione imperiale, Alessandro de' Medici fu
dichiarato "capo del Governo e dello Stato". Il nuovo signore, che dopo una
successiva risoluzione fu chiamato "Duca della Repubblica fiorentina", installò
una tirannia, con nuove istituzioni tutte sotto il suo controllo, e iniziò una
politica di alleanze straniere con le famiglie reali più importanti d'Europa,
sposando una figlia naturale dell'Imperatore Carlo V e dando sua sorella
Caterina in sposa al secondo figlio di Francesco I.
Gli avversari dei Medici, comandati da Filippo Strozzi, provarono inutilmente
a capovolgere il governo del duca Alessandro. Rimase infruttuoso anche il gesto
di Lorenzino de' Medici che assassinò Alessandro nel 1537. L'unico successore
possibile era Cosimo il Giovane, figlio di Giovanni delle Bande Nere, un ramo
più giovane della famiglia, poiché il ramo di Cosimo il Vecchio era estinto. A
diciassette anni il nuovo Duca riuscì a guadagnarsi il rispetto e gradualmente
installò un regime autocratico. Nel corso della sua vita riuscì a schiacciare le
fazioni avversarie ed a rinforzare lo Stato, sottomettendo Siena alla dominio
fiorentino nel 1555. Ottenne un titolo sovrano dal Papa e dal 5 marzo 1570 fu
incoronato Granduca della Toscana da Pio V. Quando morì nel 1574, lasciò il
Governo nelle mani del figlio Francesco che regnò fino al 1587, quando fu
succeduto dal fratello Ferdinando I (1587-1609).