L'aurora polare è un fenomeno permanente, ma la sua frequenza dipende fortemente dall'attività solare; subisce infatti un sensibile aumento durante i periodi di massima attività solare (ciclo undecennale).
Le aurore creano, intorno ai poli magnetici di entrambi gli emisferi, una zona ovale continua, ovale aurorale, la cui proiezione sulla Terra determina la zona aurorale dove i fenomeni possono essere osservati più frequentemente e con un'intensità maggiore.
L'ovale aurorale varia con l'attività solare, quando quest’ultima aumenta, l’ovale si allarga verso l'equatore.
Il massimo di frequenza aurorale si registra in una fascia compresa tra 60° e 70° di latitudine ma si verificano anche a latitudini inferiori quando l'attività solare è molto intensa.
Per quanto concerne la loro durata questa si prolunga per un periodo notevole durante l’anno del Sole "inquieto", cioè quello che si verifica ogni undici anni di relativa quiete, quando il fenomeno è studiabile solo con strumenti ottici e spettroscopici.
Altezza
Størmer e Vergard agli inizi del '900 riuscirono a determinare le altezze delle aurore utilizzando il metodo della parallasse.
Due osservatori posti ad una distanza compresa tra i 50 e i 100 chilometri hanno fotografato simultaneamente la stessa aurora con uno sfondo comune di stelle conosciute. Sulla base di più di ventimila immagini riuscirono a calcolare l'altezza media.
I limiti superiori sono compresi tra i 100 e i 300 chilometri, mentre i limiti inferiori tra gli 85 e i 170 chilometri, con due massimi ben definiti uno a 100 e l'altro a 106 chilometri.
L'estensione può raggiungere perfino i 500 chilometri.
Colori
La luminosità aurorale si manifesta quando i fasci di elettroni in arrivo subiscono collisioni ad alta energia con la ionosfera eccitando o ionizzando atomi e dissociando molecole con la formazione di altri atomi allo stato eccitato.
Gli atomi eccitati e quelli ionizzati emettono radiazioni in un ampio intervallo spettrale (dall’ultravioletto estremo all’infrarosso) via via che gli atomi eccitati ritornano ai livelli di energia più bassi e gli ioni si combinano con elettroni liberi.
L’emissione aurorale più comune è una luce verde-biancastra con la lunghezza d’onda di 557,7 nanometri, che è emessa da atomi di ossigeno.
Una bella emissione rosa è prodotta da molecole eccitate di azoto.
Diversi atomi e molecole presenti nella ionosfera danno origine a emissioni aurorali delle lunghezze d’onda dell’estremo ultravioletto, dell’ultravioletto e dell’infrarosso, che non possono essere osservate da terra perché vengono assorbite dall’atmosfera.
Tre sono i principali aspetti che influenzano il colore dell'aurora: i gas che compongono l'atmosfera, l'altezza alla quale si sviluppano e l'energia posseduta dalle particelle del vento solare.
Il primo è molto importante perché ogni gas dell'atmosfera, una volta eccitato emette luce con delle frequenze caratteristiche e quindi il colore dell’aurora può essere considerato come “l’impronta digitale” dell'atmosfera perché permette di risalire alla sua composizione.
Anche l'altezza è determinante: al di sotto dei 120 chilometri, l’aurora assumerà un colore blu o viola; tra i 120 e i 180 chilometri avrà un colore verde scuro; al di sopra dei 180 chilometri si avrà un colore rosso intenso.
L’energia delle particelle eccitatrici è molto influente perché se, per esempio, la collisione con un atomo avviene con particelle molto energetiche, il rilascio di energia sarà notevole e l'aurora avrà un aspetto tendente al blu-violetto.
Se invece il vento solare non è molto energetico l'energia finale rilasciata tingerà l'aurora di una sfumatura rossa molto tenue.
Intensità e luminosità
L’intensità dell’aurora è legata all’attività solare.
Non sempre le aurore sono visibili ad occhio nudo a causa della loro bassa luminosità, ma oggi con i moderni strumenti ottici si riescono ad osservarle tutte perfino quelle di intensità minima.
In base ai dati ottenuti da varie osservazioni è stato possibile individuare 5 classi principali di luminosità corrispondenti alla luminosità di altri corpi celesti luminosi conosciuti.
Luminosità 0 – Aurore visibili solo con strumenti ottici (kRa minore di 1)
Luminosità 1 – Aurore di luminosità paragonabile alla Via Lattea, hanno un colore bianco (1 kRa)
Luminosità 2 – Aurore di luminosità paragonabile ai cirri illuminati dalla Luna, hanno colori appena visibili e tendenti al giallo-verde (10 kRa)
Luminosità 3 - Aurore di luminosità paragonabile a grosse nuvole illuminate dalla Luna, hanno colori molto evidenti (100 kRa)
Luminosità 4 - Aurore di luminosità paragonabile alla Luna piena, hanno colori netti ed effimeri (1000 kRa)
Forme
Esiste una varietà infinita di forme tra cui possiamo trovare:
Forma ad arco (A): corrisponde alla forma più comune, tipica dei periodi con bassa attività solare. Appare come un nastro luminoso in apparenza allineato ad un parallelo geomagnetico lungo fino a numerose migliaia di chilometri, con dimensione trasversale di qualche decina di chilometri e con spessore che varia da 200 m a qualche chilometro.
Forma a banda (B): Tipica dei periodi di attività solare medio-bassa. Formata da un arco con ampie pieghe serpeggianti.
Forma a chiazza (P): Formata da piccole regioni di luminosità. Ha una colorazione bianca.
Forma a raggio (R): Tipica dei periodi con elevata attività solare. I raggi si allineano lungo il campo magnetico terrestre e le variazioni di forma avvengono velocemente. La lunghezza dei raggi può arrivare a parecchie centinaia di chilometri.
Forma a velo (V): Caratterizzata da luminosità uniforme che copre una gran parte del cielo.
Forma a ricciolo: Deriva da una rotazione in senso antiorario. Ha un diametro compreso tra 1 e 5 chilometri.
Forma a piega: Si presenta come una curva a forma di S.
Forma a drappeggio: Formata da una banda a lunghi raggi con delle pieghe.
Forma a spirale: Si verifica durante condizioni disturbate.
Forma a corona: Compaiono nei periodi di massima attività solare. Appaiono come un cerchio luminoso in corrispondenza dello zenith. Si muove e cambia molto velocemente.
Forma a tenda: La larghezza delle bande e la lunghezza dei raggi occupa quasi tutto il cielo. La sua intensità varia molto velocemente.
Altri due aspetti sono molto importanti per la distinzione delle varie aurore: la struttura e il comportamento.
In base alla struttura vengono definite:
Omogenee: quando manca una struttura interna.
Striate: quando sono formate da filamenti.
Radiali: quando sono costituite da raggi.
In base al comportamento si distinguono in:
Calme: quando hanno una luminosità stabile.
Pulsanti: quando si verifica un ritmico affievolirsi e brillare di luce con una periodicità di 10-100 secondi.
Tremolanti: quando avvengono rapidi cambiamenti di intensità, circa 5-10 volte al secondo.
Fiammeggianti: quando sono visibili delle variazioni di luminosità dal basso all'alto.
Fluenti: quando la luminosità aumenta orizzontalmente.
Suoni
Non si sa con certezza se le collisioni aurorali emettano onde sonore perché nessuno strumento è mai riuscito a registrarle.
Sono numerose però le testimonianze di persone che affermano di aver sentito fruscii e fischi durante l’osservazione di questi fenomeni.
Va evidenziato però che le altezze a cui si originano sono caratterizzate da una tale rarefazione dei gas atmosferica per cui non è pensabile che le onde sonore si propaghino.