Del buon uso
delle tentazioni
(S.
Giovanni Maria Vianney)
Come il buon soldato non ha
paura
di combattere, così il buon cristiano non deve aver paura della
tentazione.
Tutti i soldati sono bravi quando sono all’interno della loro
guarnigione: è sul
campo di battaglia che si nota la differenza tra i coraggiosi e i
vili.
La più grande delle tentazioni è di non averne alcuna. Si
potrebbe
arrivare a dire che bisogna essere contenti di avere delle tentazioni: è
il
momento del raccolto spirituale, durante il quale facciamo provviste per
il
cielo. E’ come nel tempo della mietitura: ci si leva di buon mattino, ci
si dà
un gran daffare, ma non ci si lamenta, perché si raccoglie molto.
Il
demonio tenta solamente le anime che vogliono uscire da una situazione
di
peccato e quelle che sono in stato di grazia. Le altre gli appartengono
già: non
ha alcun bisogno di tentarle.
Se fossimo profondamente compresi
della
santa presenza di Dio, sarebbe molto facile per noi resistere al nemico.
Sarebbe
sufficiente il pensiero “Dio ti vede!” per non peccare mai.
C’era
una
santa che, dopo esser stata tentata, si lamentava con il Signore
dicendogli:
«Dov’eri dunque, amatissimo Gesù, durante quella tremenda tempesta?». E
il
Signore: «Ero al centro del tuo cuore e mi rallegravo di vederti
combattere».
|