Lucifero, la creatura più bella e splendente del Regno dei Cieli, fu scacciato da Dio a seguito di una rivolta, una ribellione che lo stesso angelo della luce capeggiò, e che ebbe un esito tragico, per lui e per gli angeli che a lui si unirono.
Si narra che Lucifero peccò di orgoglio, che volle farsi pari al suo creatore.
La vicenda della caduta è nota, ma in verità vi sono diverse versioni a noi giunte, sulle sue reali cause.
Nell' Antico Testamento l'unico riferimento alla ribellione di Lucifero si trova in Isaia, precisamente nel 14° capitolo, versetti 12-15:
Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, astro mattutino, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?
Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo.
E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!
Lucifero viene quindi punito per il suo orgoglio.
Isaia non aggiunge altre informazioni, ma si comprende che all'epoca in cui scriveva la vicenda dell'angelo caduto fosse di patrimonio comune.
Vi sono infatti altri libri contemporanei o posteriori ai testi dell'Antico Testamento che trattano la caduta in maniera più approfondita.
Si tratta dei cosiddetti Apocrifi del Vecchio Testamento, libri che non entrarono a far parte della Bibbia, ma che ne riprendono i temi, spesso apportando informazioni preziose.
Il Libro di Enoc richiama i primi versi del sesto capitolo della Genesi:
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.
Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».
C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.
Identificando nei figli di Dio gli Angeli del Cielo, in Enoc si narra di queste creature celesti che scendono sulla terra e si innamorano delle donne, le figlie degli uomini, e rimangono con loro.
Il peccato degli Angeli ribelli sarebbe quindi non l'orgoglio, ma la cupidigia, e la rinuncia al loro ruolo celestiale in virtù dell'amore terreno.
Lo stesso tema è ripreso in un altro apocrifo, Il Testamento dei 12 Patriarchi, e precisamente nel Testamento di Ruben, nel V capitolo:
Dunque, figlioli miei, fuggite l'impudicizia e ordinate alle vostre mogli e alle vostre figlie di non adornare le loro teste e i loro sguardi per non ingannare le menti; ogni donna che si serva di questi inganni é destinata alla punizione eterna.
Fu in questo modo infatti che ammaliarono i Vigilanti, prima del diluvio. Perché quelli le guardarono a lungo e così ne ebbero il desiderio e concepirono l'azione nella mente. Presero forma umana e apparvero loro, mentre erano unite ai loro mariti.
Esse concepirono nella mente il desiderio delle loro immagini e dettero vita ai giganti; ché i Vigilanti erano apparsi loro alti fino al cielo.
Gli Angeli del Cielo vengono chiamati Vigilanti, come in Enoc, ed ancora si rimarca come caddero in disgrazia a causa del loro debole per le donne degli uomini.
Il Libro dei Giubilei, considerato canonico dalla Chiesa Copta, ancora riporta la medesima versione, e in esso i capi dei Vigilanti sono chiamati Mastema (Satana) e Belial; insieme alle altre creature celesti scendono sulla terra con l'intenzione di trasmettere la conoscenza agli uomini, ma finiscono per concupire le loro figlie:
...ai suoi tempi, scesero sulla terra gli Angeli del Signore, chiamati "vigilanti", ad insegnare ai figli dell'uomo a fare giustizia e rettitudine sulla terra. [...]
E fu quando i figli dell'uomo cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero ad essi delle figlie (che) gli angeli del Signore le videro nell'anno uno di questo giubileo (e), poiché erano belle a vedersi, si presero mogli fra tutte quelle che scelsero ed esse generarono loro dei figli e questi erano giganti .
E crebbe la malvagità sulla terra e tutti gli esseri corruppero il loro modo di vivere, dagli uomini agli animali, alle fiere, agli uccelli e fino a tutti quelli che si muovono sulla terra.
Tutti corruppero il proprio modo di vivere e le proprie regole e presero a divorarsi fra loro; la malvagità aumentò sulla terra e i pensieri della mente di tutti (furono) egualmente, in ogni tempo, malvagi.
(Libro dei Giubilei, 4, 14 5, 1-2)
Gli apocrifi quindi suggeriscono una visione alternativa della caduta degli Angeli, parlano di un qualcosa avvenuto molto tempo fa, un qualcosa a noi poco noto.