La visita al cimitero, pensieri, preghiere e fiori per i nostri cari che non ci
sono più: un incontro che non si esaurisce il 2 novembre
Amo i cimiteri.
Ci vado spesso. Non solo in quelli dove riposano i miei cari ma anche in quelli
che incontro viaggiando. Sono un luogo dove mi piace riflettere, meditare,
pregare. Questo perché amo la vita. Il pensiero dei defunti mi ricorda, senza
ombra di dubbio, che la vita è un passaggio, spesso, purtroppo, breve. Per
questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con la noia, con la banalità,
con la volgarità, con ciò che può rattristarla, impoverirla, metterla in
pericolo.
Quando sono lì, penso: «Se ci ricordessimo sempre che non
vivremo cinquemila anni, saremmo più saggi. Adopereremmo meglio le nostre
capacità, i nostri sentimenti, il nostro tempo, i nostri soldi, i nostri
giorni». Metto dei fiori nelle tombe dei miei cari e in quelle abbandonate dai
parenti. I fiori - lo so - non servono ai defunti, ma a me. A noi. Sono un segno
bellissimo che dice: «Da questa morte rinasce una vita nuova, più bella e
profumata di prima». E prego. La preghiera serve ai defunti e a noi. Ci ricorda
che, tra noi e loro, gli affetti, la compagnia, l'amicizia continuano, perché
davanti a Dio siamo tutti contemporanei, ci abbraccia tutti con un unico
sguardo.
E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l'un
l'altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti
quaggiù? Che un amico non ti rimanga accanto? Nemmeno a pensarci! Quando esco
dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e
intensità. Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In
questi giorni non vado più al cimitero, perché l'ultima volta che l'ho fatto ho
creduto di trovarmi in una fiera: chiacchiericcio, confusione, risate, paragoni
sciocchi tra le tombe e i fiori più belli, curiosità stupide, telefonini che
squillano dappertutto, commento sul costo dei fiori... Uno spettacolo triste!
Sapete cosa farei? Chiuderei i cimiteri dal 25 ottobre all'8 di novembre. Perché
quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque
durante l'anno, ogni volta che possono. Quelli «della fiera» se ne starebbero a
casa loro. Meglio così! Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non
pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno ai vivi.
Tonino Lasconi
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