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General: le novità sullo omicidio di SARAH
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Piero Gotta  (Mensaje original) Enviado: 06/11/2010 16:56

Sarah: non cambiano accuse per i due indagati

Ieri lo zio avrebbe indicato nella figlia Sabrina la responsabile dell'omicidio di Sarah Scazzi

06 novembre, 15:40
Sabrina Misseri Sabrina Misseri

RANTO - Anche dopo la nuova versione sull'omicidio della nipote Sarah Scazzi fornita ieri in carcere dallo zio reo confesso Michele Misseri, non cambia il quadro delle imputazioni sia a carico dell'uomo sia della figlia Sabrina, anche lei detenuta. Lo si e' appreso da fonti giudiziarie.

Per Michele Misseri restano le accuse di omicidio, occultamento di cadavere e vilipendio di cadavere, mentre a Sabrina vengono contestati i reati di sequestro di persona e concorso in omicidio.

Nelle dichiarazioni spontanee rese ieri in carcere, Michele Misseri ha addossato la responsabilita' del delitto alla figlia Sabrina, assumendosi solo la colpa dell'occultamento del cadavere nelle campagne di Avetrana e ritrattando la parte riguardante il presunto stupro sul corpo della quindicenne.

Nella ricostruzione dell'uccisione non sarebbe in discussione il luogo dell'omicidio, che resterebbe il garage di casa Misseri.  L'ipotesi che la quindicenne di Avetrana sia stata uccisa in casa non trova al momento alcuna conferma, anche se si attendono i risultati degli ulteriori accertamenti in corso.
 
Oggi nuovo sopralluogo dei Ris nella casa dei Misseri alla presenza del capofamiglia. L'uomo ha ripetuto stamattina, davanti al pozzo-tomba che per 42 giorni ha nascosto il corpo della nipote in contrada Mosca, le fasi dell'occultamento del cadavere.
 
Alla presenza dei pm e dei carabinieri ha mimato i gesti che dice di aver fatto il pomeriggio del 26 agosto, dopo che Sarah era stata uccisa.
 
Il Tg1 delle 13.30 ha mostrato alcune immagini del sopralluogo. Si vede zio Michele, con indosso una camicia a scacchi, che solleva un carabiniere ipotizzando che sia il corpo inerme della nipote, per poi adagiarlo nella cisterna. Infine l' uomo prende un grosso masso con il quale chiude il pozzo. 
 
Non ho mai visto una istruttoria così approssimativa , con le registrazioni pubblicate in rete in tempo reale.Se si va avanti così
la conclusione non potrà essere che quella famosa dei coniugi
Bebawi : chi non la ricorda legga l'allegato.
 

E’ un lunedì. Lunedì 18 gennaio 1964. Sono da poco passate le 9.00 quandoKarin, segretaria negli uffici romani di via Veneto della Tricotex - società che commercia in lana, stabilimenti a Latina – scopre, riverso a terra nel suo studio, il cadavere di Faruk Chourbagi, 27 anni, egiziano di nascita, nazionalità libanese, ricchissimo industriale, figlio di un ex ministro del Tesoro del re d’Egitto.
Chourbagi
, la cui morte risale al sabato precedente, è stato assassinato con un intero caricatore di pistola cal. 7,65 ed il suo volto è stato sfregiato con un’intera boccetta di vetriolo. 
Le indagini puntano subito dentro la cerchia di amicizie del giovane industriale, conosciuto nella capitale come ricco playboy e si soffermano su una coppia, i
coniugi Bebawi: proprio pochi giorni prima di essere ucciso – racconta la segretaria – Faruk ha ricevuto una telefonata che lo ha turbato ed innervosito: quella di Gabrielle Bebawi, detta Claire
, egiziana molto avvenente con la quale aveva avuto una relazione sentimentale che, proprio il sabato precedente al delitto era partita dalla Svizzera diretta a Roma, assieme al marito, anche lui ricco industriale. 
Il soggiorno romano dei 
Bebawi era stato brevissimo: arrivati nella capitale attorno alle 17, avevano preso alloggio in una piccola pensione vicina agli uffici di Chourbagi
, per poi partire alla volta di Napoli con il treno delle 19.20, destinazione Brindisi e da lì, con il traghetto, per Atene, in attesa di un volo per Beirut.
Un soggiorno troppo lampo per non destare la curiosità degli investigatori che fermano la coppia nella capitale greca: hanno già scoperto che 
Claire è stata l’amante di Faruk e che il marito, Youssef
, pur avendola ripudiata secondo la legge coranica, aveva deciso di continuare a vivere con lei ed i loro tre figli. 
E’ a partire dall’arresto dei 
Bebawi
 che comincia a dipanarsi una trama sottile ed ambigua che sembra essere stata studiata nei minimi particolari: lei accusa lui. Lui accusa lei. Entrambi diventano personaggi: lui freddo, schivo, ma sempre cortese. Lei aggressiva, bellissima, sempre seducente. 
Quello dei 
coniugi Bebawi
 sembra proprio un piano diabolico che due anni dopo, nel 1966, farà del loro processo (lunghissimo, 142 udienze, 120 testimoni) un dibattimento che appassionerà l’opinione pubblica con continui colpi di scena, lacrime, svenimenti, feroci litigate coniugali, accuse e controaccuse, fino alla sentenza, dopo 30 lunghissime ore di camera di consiglio: entrambi assolti per insufficienza di prove. 
I giudici, pur sicuri che ad uccidere 
Faruk Chourbagi
, sia stato uno dei due o forse tutte e due insieme, nel dubbio assolvono.
Quando nel ’68, in Appello, i due saranno entrambi condannati a 22 anni di reclusione – sentenza confermata nel ’74 in Cassazione - le loro esistenze saranno troppo lontane per la giustizia italiana: ormai divorziati, lei vive al Cairo dove fa la guida turistica; lui in Svizzera, con i figli, industriale di prodotti dietetici.



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