E’ un lunedì.
Lunedì 18 gennaio 1964. Sono da poco passate le 9.00 quandoKarin,
segretaria negli uffici romani di via Veneto della Tricotex - società che commercia in lana,
stabilimenti a Latina – scopre, riverso a terra nel suo studio, il cadavere
di Faruk
Chourbagi, 27 anni, egiziano di nascita, nazionalità libanese,
ricchissimo industriale, figlio di un ex ministro del Tesoro del re
d’Egitto. Chourbagi, la cui morte risale al sabato
precedente, è stato assassinato con un intero caricatore di
pistola cal. 7,65 ed il suo volto è stato sfregiato con un’intera boccetta di
vetriolo. Le indagini puntano subito dentro la cerchia di
amicizie del giovane industriale, conosciuto nella capitale come ricco playboy e
si soffermano su una coppia, iconiugi Bebawi: proprio pochi giorni prima di essere ucciso – racconta
la segretaria – Faruk ha ricevuto una telefonata che lo ha
turbato ed innervosito: quella di Gabrielle Bebawi, detta Claire, egiziana molto avvenente con
la quale aveva avuto una relazione sentimentale che, proprio il sabato
precedente al delitto era partita dalla Svizzera diretta a Roma, assieme al
marito, anche lui ricco industriale. Il soggiorno romano
dei Bebawi era stato brevissimo: arrivati nella
capitale attorno alle 17, avevano preso alloggio in una piccola pensione vicina
agli uffici di Chourbagi, per poi partire alla volta di Napoli con il
treno delle 19.20, destinazione Brindisi e da lì, con il traghetto, per Atene,
in attesa di un volo per Beirut. Un soggiorno troppo lampo per non destare la
curiosità degli investigatori che fermano la coppia nella capitale greca: hanno
già scoperto che Claire è stata l’amante
di Faruk e che il marito, Youssef, pur avendola ripudiata
secondo la legge coranica, aveva deciso di continuare a vivere con lei ed i loro
tre figli. E’ a partire dall’arresto
dei Bebawi che comincia a dipanarsi una trama
sottile ed ambigua che sembra essere stata studiata nei minimi particolari: lei
accusa lui. Lui accusa lei. Entrambi diventano personaggi: lui freddo, schivo,
ma sempre cortese. Lei aggressiva, bellissima, sempre
seducente. Quello dei coniugi Bebawi sembra proprio
un piano diabolico che due anni dopo, nel 1966, farà del
loro processo (lunghissimo, 142 udienze, 120 testimoni) un dibattimento che
appassionerà l’opinione pubblica con continui colpi di scena, lacrime,
svenimenti, feroci litigate coniugali, accuse e controaccuse, fino alla
sentenza, dopo 30 lunghissime ore di camera di consiglio: entrambi assolti per
insufficienza di prove. I giudici, pur sicuri che ad
uccidere Faruk
Chourbagi,
sia stato uno dei due o forse tutte e due insieme, nel dubbio
assolvono. Quando nel ’68, in Appello, i due
saranno entrambi condannati a 22 anni di reclusione – sentenza confermata
nel ’74 in Cassazione - le loro esistenze
saranno troppo lontane per la giustizia italiana: ormai divorziati, lei vive al
Cairo dove fa la guida turistica; lui in Svizzera, con i figli, industriale di
prodotti dietetici.
|