Amava la vita. Fino all'ultimo; fino a quando un male incurabile ha troncato la sua voglia di vivere. Rosanna Benzi, 43 anni non ancora compiuti, ventinove trascorsi in un polmone d'acciaio nella sua camera dell'ospedale San Martino di Genova, si è spenta il 4 febbraio scorso; sofferente ma lucida, il sorriso sulle labbra, nonostante quest'ultima malattia che la consumava giorno per giorno.Una testimonianza di come si possa affrontare la vita con determinazione e coraggio, nonostante l'immobilità forzata, la dipendenza totale da una macchina per poter respirare, le pareti d'una stanza d'ospedale.
Poche settimane prima di morire ha rilasciato una intervista alla Rai: «Spero che il lavoro che ho iniziato vada avanti. Spero di lasciare di me l'immagine di una donna con pregi e difetti. Un po' matta, un po' ironica. Spero di non aver fatto brutte figure...». La vogliamo ricordare così, al di là degli schemi che pretendono di catalogare la «diversità» e la «norma», invece di lasciar spazio alla originalità di ogni persona umana ed al valore d'ogni vita.