La vita è così... Sono cose che capitano. Succede...
Sì.
Succede che io stia bene e quell'altro languisce in un sanatorio.
Succede che io rischi l'indigestione e l'indiano
muore di fame.
Succede che io tenga il mio bravo conto in banca e il vicino
di casa vada a impegnare una coperta al Monte di Pietà.
Succede che io mi preoccupi per scegliere la villeggiatura e la
famiglia di fronte si disperi per il pagamento dell'affitto
(due camere in otto).
Succede che io vada in ufficio con l'utilitaria - è più
maneggevole della coupé – e lo scaricatore si presenti
alle 6 di mattino sulla banchina del porto a vedere se qualcuno
ha bisogno delle sue braccia.
Succede che i miei figli ricevano per Natale dei doni favolosi
e una bambina scriva: "Caro Gesù Bambino,
vorrei una mela...".
Succede.
Succede che io sia un buon cristiano e quegli
altri no.
Succede che io faccia l'elemosina e quegli altri la ricevano.
Succede che io abbia (o mi illuda di avere) Cristo senza la
Croce, e quegli altri la croce senza il Cristo.
Succede.
Il gioco della vita è bizzarro. "A chi tocca tocca"
(purché tocchi sempre agli altri).
Ma ho già i miei fastidi, io! Perché occuparmi di quelli
degli altri?
Che c'entro io?
C'entri, eccome! Dal momento che c'entra anche Dio.
Ecco, ora mi sembra sia possibile rispondere a una
semplicissima domanda del catechismo: "Dov'è Dio?".
"Dio è all'altro capo della croce".
La mia croce. Proprio questa. E anche quella dell'altro.
Dovunque ci sia una croce, non c'è che da afferrarla con
le mie mani. Da un lato qualsiasi. Dall'altro
c'è sempre Lui.
D'ora in poi so dove trovarlo.
