I primi raggi del sole della mattina, filtrando dalle persiane chiuse, illuminavano un poco il letto nel quale Giacinta aveva passato un'altra di quelle terribili notti di sofferenza.
La mamma si era appisolata sulla sedia in fondo al letto e Giacinta chiamandola piano piano la sveglia.
Ora vai mammina cara, vai a riposare nel tuo letto, io sto meglio
La mamma aprì gli occhi e senza neanche una parola si trascinò nella sua stanza… era veramente distrutta da quella vita.
Giacinta tirò fuori del cassetto del comodino, il libro che le aveva regalato la sua amica Elena. Il libro parlava d’Angeli.
Cominciò a divorare letteralmente le pagine di quel libro rifugiandosi in un mondo fantastico dove le misteriose creature erano protagoniste d’incredibili vicende,
sempre accanto alle persone che avevano bisogno d’aiuto. Un intero capitolo di questo libro era dedicato alla loro evocazione.
Preghiere e nomi d’Angeli scorrevano sotto gli occhi di Giacinta che non vedeva l’ora di imparare come fare per farsi aiutare da uno di loro, non ne poteva più delle sofferenze che quel male le causava.
Nel pomeriggio aveva già finito di leggere il libro e quando Elena tornò per giocare un po’ con la sua amica del cuore gli Angeli furono il tema dei loro discorsi d’adolescenti e se li immaginavano giovani e belli.
Nella notte che venne, Giacinta stava bene e non aveva voluto che la mamma le stesse accanto, ma ella non se n’andò tranquilla a dormire in camera sua, prima d’averle acceso sul comodino una radio babysitter, per ascoltare la figlia anche di notte.
Quando Giacinta fu sola nella stanza cominciò a pronunciare le evocazioni e tutte le preghiere contenute nel libro… passava il tempo e nulla accadeva.
Giacinta si cominciò a sentire male e sapeva che le stava venendo un'altra delle sue crisi, allora per non svegliare la mamma spense la trasmittente della radio babysitter, piangeva, stava perdendo la fiducia che l’aveva animata fin li, ma continuava a ripetere le preghiere del libro.
La mattina portava i suoi tiepidi raggi di sole attraverso le finestre e la mamma che dormiva ancora, fu svegliata dalla radio che con un insistente bib bib stava segnalando l’esaurimento delle batterie.
Chiamò Giacinta, ma non ottenne risposta.
La trovò nel letto con il libro aperto, accanto.
Aveva un volto sereno.
Toccandola, capì con disperazione che se n’era andata nella notte e la strinse a se e la chiamò e la strinse ancora…
"Perché Giacinta te ne sei andata così " le diceva.
Sentì di nuovo il bip bip della radio che aveva posato lì vicino entrando in camera, e ad un certo punto da questa udì chiaramente la voce di Giacinta che la chiamava. "Mamy, non piangere " le diceva. "Io ora sto bene, non soffro più; non aver pena, ho chiesto io di non soffrire più così e sono stata esaudita."
Mentre sentiva queste parole, un raggio di sole iniziò a colorarsi d’arcobaleno e i puntini di quest’arcobaleno formarono una figura, un giovane bello come non si era mai visto, teneva per mano la giovane Giacinta che sorridendo alla mamma, continuava a parlare per mezzo della radio
"Questo è il mio Angelo custode ed è venuto a prendermi, ora è tempo di andare, ma tu vivi… non lasciare che il rimpianto sia l’unico suono della tua vita, ma colorala con un arcobaleno di motivi, perché un giorno ci rivedremo e quel giorno sarò orgogliosa della mia mamma"
L’immagine si dissolse nell’aria fresca della mattina e l’arcobaleno volò fuori della finestra lasciando il solito bip di richiamo nella radio.
La mamma, prese il libro che era accanto a Giacinta e nella pagina aperta c’era l’immagine dell’angelo che aveva visto con sua figlia e sotto scritto:
Non temere di essere sola mamma, tu sei stata un Angelo per me fino ad ora, ma non perdere mai la fede che questo è vero…sei ancora Angelo…le mamme lo sono. Giacinta