Liala
Amalia Liana Negretti Odescalchi Cambiasi
(Carate Lario, 31 marzo 1897 – Varese, 15 aprile 1995),
è stata una scrittrice italiana,
fra le più amate autrici di romanzi d'appendice del XX secolo.
Fu Gabriele D'Annunzio a coniare per lei il nome Liala con cui la scrittrice firmò tutte le sue opere: " Ti chiamerò Liala perché ci sia sempre un'ala nel tuo nome ".
Di famiglia nobile, Liala si sposò molto giovane. Suo marito, il marchese Pompeo Cambiasi, ufficiale di marina, aveva 17 anni più di lei e da questa relazione nacquero le due amatissime figlie della scrittrice: Primavera e Serenella. L'intesa matrimoniale con il marchese Cambiasi però non durò a lungo e i due si separarono. Liala incontrò il marchese Vittorio Centurione Scotto, un ufficiale della Regia Aeronautica, che fu il grande amore della sua vita. La loro storia d'amore finì inaspettatamente e tragicamente nel 1926, quando Centurione Scotto, al comando del suo idrovolante durante un allenamento per la coppa Schneider, morì precipitando nel Lago di Varese, venne poi sepolto a Sestri Ponente nella Chiesa di San Giacomo Apostolo, in via Pillea, già sede della Parrocchia gentilizia della famiglia Centurione Scotto. Per superare il dolore della morte del marchese Centurione Scotto, Liala cominciò a scrivere e nel 1931 pubblicò il suo primo romanzo Signorsì. Quasi tutti i primi libri di Liala si svolgono nell'ambiente militare, che lei conosceva ed amava tanto. I protagonisti maschili sono spesso audaci e valorosi, come Vittorio Centurione Scotto o Pietro Sordi. Quest'ultimo era un tenente colonnello al quale Liala fu legata sentimentalmente dal 1930 al 1948 (Sordi, nonostante le sue umili origini, aveva fatto carriera nella Regia Aeronautica, grazie alle sue doti morali e alle eccezionali capacità aviatorie). La conoscenza di questi risvolti biografici (non noti al grande pubblico) può spiegare molti aspetti della sua prima produzione artistica. Dopo la separazione da Pietro Sordi (avvenuta nel 1948) subentra una fase che si può definire di lutto letterario (1949-1950), con la quale la scrittrice supera i problemi affettivi contingenti e inizia a scrivere il romanzo della sua vita, scolpendo a tutto tondo il ritratto del personaggio Liala, per il quale realtà e fantasia sfumano insensibilmente l’una nell’altra. Scompaiono in questo periodo dalle sue opere i riferimenti all’ascesa sociale compiuta dal giovane pilota figlio del popolo e ufficiale dell’Arma azzurra grazie ai corsi integrativi dell’Accademia Aeronautica. In Ombre di fiori sul mio cammino, opera pubblicata nel 1950, per la prima volta si accredita l'opinione che l'ispiratore di Liala sia stato il marchese Vittorio Centurione Scotto. Questa versione dei fatti era stata anticipata in forma meno compiuta nella raccolta di conversazioni e ricordi intitolata Voci dal mio passato, che aveva fatto la sua comparsa nel luglio del 1949. Successivamente, a partire dagli anni sessanta, la sua opera si rivolge al mondo della pura fantasia narrativa e non fa più riferimento a luoghi, fatti o personaggi di realtà, salvo qualche ritorno alle pagine autobiografiche proprie del personaggio Liala, come in Diario vagabondo. Analizzando la produzione artistica di Liala, la critica letteraria ha spesso sottolineato le minuziose descrizioni estetizzanti di ambienti altoborghesi e aristocratici, ignorando i riferimenti alle classi sociali inferiori (Dizionario Bompiani, 1987), riferimenti che nel periodo più precoce della sua attività letteraria appaiono in maggiore evidenza, mentre nei primi due romanzi (e più tardi nel Pianoro delle ginestre) compare il tema della promozione sociale di cui si rende protagonista un pilota di umili origini, notevole prestanza fisica, grande dirittura morale ed eccezionali capacità aviatorie. Nel Pianoro delle ginestre, Liala tratteggia inoltre per la prima volta il povero ambiente provinciale in cui si svolge il romanzo con le stesse minuziose descrizioni e lo stesso compiacimento che in altre occasioni aveva riservato agli altolocati ambienti aristocratici: messa a confronto con il bel mondo, questa umile realtà provinciale e contadina non sembra affatto demeritare, piuttosto l'opera di Liala suggerisce che accanto (e prima) della nobiltà derivante dalla stirpe e dal censo, esiste la nobiltà d'animo (Cappuccio, 1998). Liala è morta a Varese, il 15 aprile del 1995, all'età di 98 anni, assistita dalle figlie e dalla fedelissima governante Tilla. I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia e l'hanno resa una delle scrittrici di romanzi d'appendice più famose del Novecento a livello internazionale