LA LEGGENDA DI CARNEVALE
Carnevale era un Re, potente e generoso.
Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e ![gaietto](https://conme.files.wordpress.com/2015/02/gaietto.jpg?w=228&h=300)
chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia
e saziarsi a volontà.
Ma i sudditi approfittarono del suo buon
cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza,
da costringere il povero re a non uscire più dal suo
palazzo per non essere fatto oggetto di insulti.
Quindi si ritirò in cucina e lì rimase nascosto,
mangiando e bevendo in continuazione.
Ma un giorno,era sabato, dopo essersi saziato ed abbuffato
,cominciò a sentirsi male.
Grasso come un pallone,il volto paonazzo ed il ventre ![lacrimoso_copia](https://conme.files.wordpress.com/2015/02/lacrimoso_copia.jpg?w=196&h=300)
gonfio, capì che stava per morire per la sua ingordigia.
Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva
condotto, ma non voleva andarsene così, solo,
abbandonato da tutti.
Si ricordò allora di avere una sorella, una donnina
fragile, snella , di nome Quaresima,
che lui, un giorno, aveva cacciato di corte.
La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse;
gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni,
domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di ![stuporello](https://conme.files.wordpress.com/2015/02/stuporello.jpg?w=185&h=300)
essere l’erede del regno.
Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della
sua vita divertendosi il più possibile.
Morì la sera del martedì e sul trono, come
precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima.
Per risollevare l’economia del regno, lavorò duro e
grosse penitenze furono le caratteristiche del suo
governo.
In molti paesi oggi la Quaresima è rappresentata
da una “pupattola” appesa ai balconi delle abitazioni.
E’ una bambola di pezza, raffigurante una vecchia magra e
brutta, con un fazzoletto in testa.
L’abito è spesso realizzato con la stoffa nera . ![am_2](https://conme.files.wordpress.com/2015/02/am_2.jpg?w=196&h=300)
Alle gambe della bambola è appesa un’arancia, in cui
sono infilate 7 penne di gallina, da sfilarsi una ogni
domenica che precede la Pasqua.
(da: POESIA E NARRATIVA)