Ieri sera in tv ho visto un servizio
sugli spazzacamini: metteva in evidenza
il ritorno di questo antico mestiere
poiche' oggi con caminetti e stufe
si e' ritornati ad averne necessita'.
Ma a bando del romanticismo dei ricordi,
quello che mi ha deluso un po' e' che
la figura del nero fuliginoso sporco in volto
spazzacamino di una volta, ora si presenta
con una lucidissima faccia e tuta pulita, e
con una telecamera fra le mani dalla quale
riprende l'interno da pulire.Quindi non c'e' bisogno
piu' del magro e denutrito ragazzino che
doveva infilarsi dentro,ma basta un pasciuto
tecnico a risolvere il problema: anche se
il problema ora sara' la fattura che presentera'......non certo
limitata........
Sono un'insanabile romantica.....vero??!!....Ma capisco
che non erano certo dei bei mestieri quelli di allora,e
nella maniera in cui venivano espletati............,ma e' bello ricordarli!!.....
Molti bambini dei villaggi ticinesi e del Nord Italia
trascorrevano il loro inverno tra la fuliggine dei camini
delle grandi città di Lombardia e Piemonte.
Spinte da ristrettezze finanziarie, diverse famiglie
hanno obbligato i loro figli a lasciare le mura
di casa durante i mesi invernali. I piccoli partivano
verso città come Milano, dove erano accolti dalla
grandiosità del Duomo e dalla crudeltà dei loro padroni.
Questi ragazzini tra i 6 e i 12 anni vivevano in
condizioni di schiavitù e i maltrattamenti erano
all'ordine del giorno. Malnutriti e costretti a dormire
in locali non riscaldati, soffrivano pure della
nostalgia di casa e della paura di rimanere
soffocati in camini o cisterne.
Un decreto emanato dal governo ticinese nel 1873
impedì l'impiego dei minori di 14 anni quali
spazzacamini; ciononostante, la pratica continuò,
come evidenzia questo estratto del Diario di uno
spazzacamino di Gottardo Cavalli (contenuto in
Rabbia di vento di Alberto Nessi, Bellinzona, 1986)
Nel 1915, Cavalli fu l'ultimo bambino del suo villaggio
di Intragna, sopra Locarno, a lavorare come spazzacamino.
La prima volta andò a Mortara, a sud di Milano, accompagnato dal padre.
E' con questo ricordo che
VI AUGURO UNA SERENA VIGILIA
Annamaria