Nella lezione precedente abbiamo visto che i versi italiani sono caratterizzati dal numero di sillabe e il computo delle stesse dipende anche dalla posizione dell’ultima tonica.
Ogni parola ha una sillaba più “forte” delle altre su cui cade l’accento (detto ICTUS).
Per questo la metrica viene chiamata sillabico - accentuativa.
Per facilitare la sillabazione di un verso, esso va considerato come una “sola lunga parola”, per cui si avrà una filza di sillabe.
Poi si legga questo verso ritmicamente, come se fosse una filastrocca, una di quelle che i bambini chiamano “conte”.
ESEMPIO:
Dolce e chiara è la notte senza vento (Leopardi)
Se contiamo le sillabe grammaticali, otteniamo 14 sillabe:
Dol/ce / e / chia/ra / è / la / not/te / e / sen/za / ven/to
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
Uniamolo, ora, come se fosse una lunga parola e proviamolo a scandire ritmicamente, come se fosse una filastrocca:
Dolceechiaraèlanottesenzavento
ci verrà spontaneo dividerlo così
Dol/ce/chia/raè/la/not/te/sen/za/ven/to
Ecco cosa è successo:
Dol / ce_ e / chia/ra_ è / la / not/te_ e / sen/za / ven/to
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Abbiamo unito alcune vocali, quelle segnalate con la lineetta blu, per un arteficio di nome SINALEFE.
Questo per spiegare che il computo metrico delle sillabe non corrisponde sempre a quello grammaticale, poiché è soggetto alle figure metriche:
SINALEFE
DIALEFE
SINERESI
DIERESI
IATO