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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 13/12/2009 21:19 |
Karol Wojtyla
Eri un piccolo grande Uomo proveniente da terra lontana martoriata da guerra e lacrime hai conosciuto fin da tenera età sofferenze e dolori della vita Non ti sei arreso mai Per l’umanità sei stato messaggero di Pace, di Amore. Fosti eletto successore di Pietro in questa tua grande missione Hai sofferto, lottato e gioito per il Mondo in giro sei andato destando Amore ove il piede posavi recando gioia nei cuori, serenità. Riunendo intorno a te tante genti hai lasciato nellanimo di tutti sentimenti di gioia profondi
Tornando alla casa del Padre divenendo Luce nel firmamento hai riunito intorno alla tua persona giovani, uomini e donne piangenti onorato da tutti i capi della Terra per una grande missione di Pace Nella morte ci hai donato la Vita.
Clelia
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De: Lelina |
Enviado: 13/12/2009 21:20 |
Canto dello splendore dellacqua
«Gesù le rispose e disse: Chi beve di questacqua avrà ancora sete; ma chi berrà dellacqua che io gli darà, non avrà più sete in eterno.» (Gv 4,13)
Guardando nel pozzo di Sichar
Guarda - lacqua senza posa si sfalda in scaglie dargento - e trema in essa il peso della profondità come quando la pupilla sente, nel profondo, limmagine. Lacqua lava dai tuoi occhi i cerchi di stanchezza e ti lambisce il volto con riflessi di larghe foglie.
Tanto lontana la sorgente - Questi occhi stanchi sono il segno che le acque oscure della notte fluirono in parole di preghiera (carestia, carestia di anime). Ora la luce del pozzo vibra profonda nelle lacrime scosse - penseranno i passanti - da una ventata di sogni... E intanto - il pozzo crea nel tuo sguardo solo barlumi di foglie, con chiazze di verdi riflessi vela dolcemente il tuo volto laggiù - sul fondo. Quanto è lontana ancora la sorgente? Eppure in Te vibrano moltitudini in cui raggia lo splendore delle Tue parole come raggia negli occhi lo splendore dellacqua...
Tu le conosci nella stanchezza, le conosci nella luce.
Quando apri gli occhi sul fondo dellacqua
I sassi trasparenti per la recente pioggia, brillano appena sollevandosi al passo dei viandanti. Si fa sera. Quanti si addentrano nei vani delle porte aperte di scatto - quanti sfumano nel chiarore dei vani delle finestre.
è già sera. Il muro umano a tratti sapre in un volto di passante - poi luci delle finestre lo spostano poco più in là - ora stretto, ora allargato. Continuo. Lo sguardo a malapena si stacca dal muro buio. Semplice.
Ma io ti dico che solo tu così fiocamente distingui questa folla che naviga dietro londa del neon. La svela proprio quello che in essa è più segreto e che nessuna fiamma può distruggere.
Quando socchiudi gli occhi, lo spazio di nuovo si empie di contenuti quasi indicibili - ecco il buio della folla si apre accarezzando in sé questa bontà della quale - tacendo - ti sazi in tutti loro, e che - se gridi - tu riduci in polvere. No, no - non siete solo voi - e seppure lo foste la vostra presenza non solo è durevole, ma rivelatrice. Purché si aprano gli occhi in altro modo, un modo tutto diverso, e purché non si scordi la visione che allora appagava lo sguardo.
(Karol Wojtyla)
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De: Lelina |
Enviado: 13/12/2009 21:21 |
Sulla tua bianca tomba
Sulla tua bianca tomba sbocciano i fiori bianchi della vita. Oh quanti anni sono già spariti senza di te - quanti anni?
Sulla tua bianca tomba ormai chiusa da anni qualcosa sembra sollevarsi: inesplicabile come la morte.
Sulla tua bianca tomba, Madre, amore mio spento, dal mio amore filiale una prece:
A lei dona leterno riposo.
- Lirica per Mezzosoprano, Arpa, Organo e Quartetto darchi su testo poetico di Karol Woytila - (Papa Giovanni Paolo II, Cracovia, primavera 1939)
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De: Lelina |
Enviado: 13/12/2009 21:21 |
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