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"Nel paese di mia madre v'è un campo quadrato, cinto di gelsi. Di là da quel campo altri campi quadrati, cinti di gelsi. Roggie scorrenti vi sono, fra alti argini, dritte, e non si sa dove vanno a finire. La terra s'allarga a misura del cielo, e non si sa dove vada a finire.
Nel paese di mia madre v'han ponti di nebbia, che il vento solleva da placidi fiumi: varca il sogno quei ponti di nebbia, mentre le rive si stellan di lumi. Pioppi e betulle di tremula fronda accompagnan de l'acque il fluire: quando ne' rami s'impigliano gli astri, in quella pace vorrei morire.
Nel paese di mia madre un basso tugurio sonnecchia sul limite della risaia, e ronzano mosche lucenti, ghiotte, intorno a un ammasso di concio. Possanza di morte, possanza di vita, nell'odore del concio: ne gode la terra dall'humus profondo, sotto la vampa d'agosto che immobile sta.
Nel paese di mia madre, quando il tramonto s'insaguina obliquio sui prati, vien da presso, vien da lontano una canzone di lunga via: la disser gli alari alle cune, gli aratri alle marre, le biche all'aie fiorite di lucciole, vecchia canzone di gente lombarda: "La Violetta la vaaa la vaaaa..."
"Fammi uguale, Signore, a quelle foglie moribonde, che vedo oggi nel sole tremar dell'olmo sul più alto ramo. Tremano, sì, ma non di pena; è tanto limpido il sole, e dolce il distaccarsi dal ramo, per congiungersi alla terra. S'accendono alla luce ultima, cuori pronti all'offerta; e l'agonia, per esse, ha la clemenza di una mite aurora. Fa ch'io mi stacchi dal più alto ramo di mia vita, così, senza lamento, penetrata di Te come del sole."
 Ada Negri
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من: Lelina |
مبعوث: 05/02/2010 07:13 |
IL DONO
Il dono eccelso che di giorno in giorno e d'anno in anno da te attesi, o vita (e per esso, lo sai, mi fu dolcezza anche il pianto), non venne: ancor non venne. Ad ogni alba che spunta io dico: "è oggi": ad ogni giorno che tramonta io dico: "Sarà domani". Scorre intanto il fiume del mio sangue vermiglio alla sua foce: e forse il dono che puoi darmi, il solo che valga, o vita, è questo sangue: questo fluir segreto nelle vene, e battere dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti unicamente perché sei la vita.
- Ada Negri - |
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رسائل 3 من 4 في الفقرة |
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من: Lelina |
مبعوث: 05/02/2010 07:14 |

Sole d'Ottobre
...è così pura questa gioia fatta di luce e d'aria: questa serenità ch'è d'ogni cosa intorno a te, d'ogni pensiero entro di te: quest'armonia dell'anima col punto del tempo e con l'amore che il tempo guida. Non più grano, né frutti ha ormai la terra da offrire. Sta limpido l'Autunno sul riposo dell'anno... Il fisso azzurro, immemore di tuoni e lampi, stende il suo gran velo di pace sulle rosseggianti chiome delle foreste. Quand'è falciata la spiga, spoglia la pannocchia, rosso il vin nei tini, e le dorate noci chiaman l'abbacchio, e fuor del riccio scoppia la castagna, che importa la minaccia dell'Inverno, alla terra?.. Trasparente luce d'ottobre, al cui tepor nulla matura perché già tutto maturò: chiarezza che della terra fa cosa di cielo.
Ada Negri
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رسائل 4 من 4 في الفقرة |
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من: Lelina |
مبعوث: 05/02/2010 07:17 |
ADA NEGRI
Cenni biografici della scrittrice
Ada Negri nasce a Lodi, il 3 febbraio 1870 da una famiglia molto povera. Il padre Giuseppe era manovale e la madre, Vittoria Cornalba, tessitrice. Poetessa e scrittrice italiana Ada Negri, è ricordata inoltre per essere stata la prima donna ad essere ammessa tra gli Accademici d'Italia. Passa l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna lavora come custode. Dopo il diploma di maestra elementare, Ada insegna nella scuola elementare di Motta Visconti, paesotto in provincia di Milano dove passa il periodo più felice della sua vita: fu in questo periodo che inizia a pubblicare i suoi scritti su un giornale lombardo, il Fanfulla di Lodi. Nel 1982 pubblica la raccolta di poesie Fatalità, che ebbe talmente successo, che le fu conferito il titolo di docente ad honorem presso l'Istituto superiore "Gaetana Agnesi" di Milano, città dove poi si trasferisce con la madre. A Milano entra in contatto con i membri del Partito socialista italiano Nel 1894 vince il Premio Milli per la poesia, e nello stesso anno esce la sua seconda raccolta di poesie, Tempeste, meno apprezzata di Fatalità, nonché vittima di una forte critica da parte di Luigi Pirandello. Le sue opere successive sono fortemente autobiografiche. Nel 1904 scrive Maternità, cui segue Dal profondo nel 1910, Esilio nel 1914 e la raccolta di novelle Le solitarie, pubblicata nel 1917. L'anno seguente esce Orazioni, raccolta di odi alla patria. Nel 1919, lo stesso anno in cui muore la madre Vittoria, esce Il libro di Mara, nuova raccolta di poesie. Segue nel 1921, Stella mattutina, romanzo autobiografico di successo, Finestre alte nel 1923, I canti dell’isola nel 1924, e Le strade nel 1926, entrambi libri di racconti e un libro di poesie, Vespertina del 1930, poi Di giorno in giorno che contiene una raccolta di meditazioni sulle opere della scrittrice ed Erba sul sagrato del 1939. Nel 1931 riceve il Premio Mussolini per la carriera, premio che consacra Ada Negri come intellettuale di regime, tanto che nel 1940 diventa la prima donna membro dell'Accademia d'Italia. L’ultima opera conosciuta di Ada Negri è Oltre, uscito postumo, in cui l’autrice propose una sua agiografia di Santa Caterina da Siena. Muore a Milano, l'11 gennaio 1945.
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