Non vi parlerò di Murakami ma di quanto sia bello il ricamo di un ricordo nel tessuto dei nostri giorni. Del nostro quotidiano. Ricordare ci aiuta a non perdere per sempre le "cose importanti" o anche semplicemente quelle "cose", quelle persone, quei gesti che hanno significato qualcosa per noi in un certo momento.
I ricordi fanno scintillare in eterno un sorriso. I ricordi rinnovano profumi che ci hanno sedotto. O come scrisse il grande poeta Kahlil Gibran "i ricordi sono un modo di incontrarsi". La memoria è un territorio di incontri, che ricuce gli strappi del tempo e re-inventa uno spazio tutto privato.
Qualcuno mi risponderà che un ricordo è un traditore che ti ferisce alle spalle, mentre meno te l'aspetti. Chissà può darsi. Qualcuno forse avrà visto quel gran capolavoro cinematografico che è "The eternal sunshine of the spotless mind" (tradotto nell'abominevole "Se mi lasci ti cancello") in cui un uomo - Jim Carrey - lasciato dalla propria donna - Kate Winslet - per non soffrire più di mal d'amore si fa cancellare la memoria. Salvo poi pentirsene, perché i ricordi anche quando fanno male ci ricordano (scusate il gioco di parole) di essere vivi e umani.
Per chiudere con Cesare Pavese:
"A che serve passare dei giorni se non si ricordano?"