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Massa martedì 25 settembre 2001 L’autunno.
E’ con infinita tristezza che accolgo l’autunno, e le sue calde e sperse foglie, stanche di vagare in cerca di pace, foglie impassibili ci dicono che un altro anno è passato.
Fra mille gioie dell’estate, ora ci ricordano che un ciclo è finito, e che è ora di tirare le somme, tutto è finito, eppure sembra ieri, quando le bellezze marine sfilavano sui nostri lungomari affollati, sulle spiagge.
Tutto è finito, è durato poco, anzi un attimo della nostra esistenza, a gioire le allegre e festose notti, afose, piene d’occasione amorose, un attimo nella mischia, nelle molte storie e illusioni, nei ricordi che spesso svaniscono, a contatto con il carattere premonitore dell’autunno crudele e dolce, tiepido e generoso, con i frutti della terra, che ci regala prima del freddo e buio inverno.
E voi foglie ingannatrici di cuori illusi dall’estate e dall’abbondanza, dello spreco, del superfluo.
Foglia e fogliame che vedi all’orizzonte, il freddo, e tremi, e poi scemi, dovè,la tua rigogliosa e verde, cromatica clorofilla, che regalavi al mondo.
E tu natura la tradisci,
poi tutto finisce,
e come una società,
si perde e arde,
tutto si trasforma in fronde,
impazzite al vento che li spande,
senza un segno ne direzione alcuna,
al cui solo un ghiro vi si accorge,
nella sua tana calda e fiera.
Foglie cadenti senza meta,
sento il suo fruscio nella selva,
la luce si riduce al lumicino,
la muffa arriva pure al fieno,
che fu un verde di multicolori,
ora sono cibo ai stercorari,
e gli alberi non sentono più neppure i passi.
Aspettandoti, primavera che torni.
Agostino Giannini.
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