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Da: solidea (Messaggio originale) |
Inviato: 17/02/2010 13:03 |
Il mercoledì delle Ceneri
celebrazione mobile
L'origine del Mercoledì delle ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale. Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato secondo le modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa, concessa una sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa come aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva all'assoluzione".La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere...". Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere". In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere.
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere". Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore".
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: "Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l'antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo".Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.Giorno delle Ceneri e principio della santissima Quaresima: ecco i giorni della penitenza per la remissione dei peccati e la salvezza delle anime. Ecco il tempo adatto per la salita al monte santo della Pasqua.
| Autore: Enrico Beraudo
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Messaggio 2 di 6 di questo argomento |
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“Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi, una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole.”
Don Tonino Bello
Con queste parole don Tonino Bello descrive il cammino della Quaresima che dal mercoledì delle ceneri ci condurrà fino alla lavanda dei piedi del giovedì santo. E’ un cammino che impegna ogni cristiano ad una conversione del cuore che possa diventare cambiamento concreto dei nostri difetti e superamento quotidiano dei nostri piccoli o grandi limiti. Oggi in tanti si recano in chiesa per ricevere della cenere sulla testa: “è solo un segno” dirà qualcuno. Probabilmente è così, ma è un segno che ha in sé un significato forte: quello della debolezza in cui ogni uomo si può riconoscere. Ed è proprio questa debolezza, o fragilità, che ci rende pienamente uomini, proprio come Gesù che nel cammino verso la sua Pasqua a Gerusalemme diventa uomo fino in fondo, fino alla morte. Proviamo a metterci in cammino anche noi versi Gerusalemme, verso la conversione del nostro cuore, e scopriremo che non siamo soli; cammina con noi anche Gesù nelle orme di tuttii i fratelli che continuano in questa fase, a sperare nella Sua salvezza.
Buona Quaresima a tutti!!!!
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Messaggio 3 di 6 di questo argomento |
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Anche la Quaresima ha i suoi dolci
Fatti fritti
Vi
do subito alcune note utili per la preparazione.
1)
non vi sembri eccessiva la quantita' di lievito.Questa e' proprio
quella giusta, non la diminuite.Si fa cosi in tanti paesi della
Sardegna, anche distanti fra loro. Ho provato a ridurla ma non ottengo
piu' gli stessi risultati
2) l'aggiunta della manitoba e' mia. Si puo' usare anche solo farina "oo"
3)
l'olio per friggere deve essere caldo, ma non troppo. Altrimenti, il
fatto fritto si brucia fuori e dentro e' crudo. Riscaldate bene l'olio,
senza farlo fumare, poi portate la padella sul fornello piu' piccolo.
Scegliete un buon olio di semi, non d'oliva. Sarebbe l'ideale lo
strutto, che alla fine della cottura non si sentira' per niente
4)
l'impasto, alla fine, dovra' essere molle, un po' si attacchera' alle
mani, sara' sostenuto ed elastico. Non fatevi prendere dalla voglia di
aggiungere farina
5) l'impasto è lavorato nel
Kenwood per circa mezz'ora, ma potete farlo anche a mano, per non meno
di un'ora. Ricordatevi che l'aggiunta dei liquidi deve essere fatta
gradualmente, lavorando bene la pasta dopo ogni aggiunta.
Non abbiate fretta.
Ingr:
1 kg di farina 00 (700 gr di farina00 + 300 gr di manitoba)
150 gr di strutto
150 gr di zucchero
il succo di un'arancia
scorza grattugiata di un limone e di un'arancia
70 gr di lievito di birra
4 uova
250 ml di latte
un bicchierino di acquavite o altro liquore forte, tipo grappa Sciogliete
lo strutto.Grattugiate il limone e l'arancia. Spremete il succo e
tenetelo da parte. Scaldate debolmente il latte( immergete un dito:non
deve sentirsi differenza di temperatura) e dividetelo in due
recipienti. In una meta' sciogliete il lievito di birra.Lavorare
nell'impastatrice un pochino le uova con lo zucchero, senza montarle
troppo.Aggiungere la farina a poco a poco, magari dopo il primo mezzo
kg aggiungete la scorza grattugiata, il bicchierino di liquore e lo
strutto sciolto. Continuate ad aggiungere farina e iniziate a metterci
il latte con il lievito. Finite di mettere la farina e continuate ad
aggiungere latte con lievito ricordandovi di lavorare dopo ogni
aggiunta.A questo punto tutta la lavorazione consistera' nell'impastare
la massa con i liquidi che rimangono:prima l'altra meta' del latte e
poi il succo dell'arancia. Io con questa farina ho consumato tutto il
latte e 3/4 del succo di un'arancia media. La riuscita del dolce
dipende solo dal fatto che l'impasto non deve ricevere i liquidi troppo
in fretta.Alla fine l'impasto sara' come descritto sopra. Passatevi un
po' di farina nelle mani e togliete l'impasto dalla ciotola.Io l'ho
messo sull'asse e l'ho lavorato ancora per 5 minuti.Si attaccava
all'asse di legno ma lo staccavo solo con un velo di farina e con
l'aiuto di un raschietto.Coprite con un panno pulito e poi con una
coperta. L'ambiente deve essere caldo in modo che l'impasto raddoppi.Ci
vorra' circa un'ora.A questo punto stendete sopra un tavolo un panno
leggermente infarinato.Con le mani leggermente infarinate prendete dei
pezzi di pasta grandi quanto un'arancia, fate una pallina e col pollice
fate un buco in mezzo, abbastanza largo; metteteli a lievitare sopra il
panno nelle stesse condizioni di prima ( magari copriteli con una
tovaglietta leggera) fino a quando raddoppiano di volume. Cioe' per
un'altra ora. Io ho messo di lato una stufetta perche' c'era abbastanza
freddo. Mettete dell'olio in una padella alta e stretta (circa una mano
messa di lato) e fatelo scaldare, ma non deve essere caldissimo.
Prendete una ciambella e mettetela nell'olio dal lato opposto a quello
che era adagiato sul tavolo. Lasciatela cosi senza toccarla! Se l'olio
e' a posto, la ciambella si colorera' lentamente. Quando e' diventata
bruna, prendete due bacchette di legno( vanno benissimo quelle cinesi,
se le avete) e girate il fritto dall'altra parte. Idem come sopra.
Praticamente, la ciambella si gira una sola volta. Questo consentira'
la formazione della striscia laterale. Quando sono dorate, scolatele in
carta scottex e passatele subito nello zucchero semolato.
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Messaggio 4 di 6 di questo argomento |
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Messaggio 5 di 6 di questo argomento |
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Il Mercoledì delle ceneri,
inizia per tutta la Chiesa
il tempo sacro della Quaresima.
Tempo di preghiera, penitenza
e carità in preparazione alla Pasqua.
è giornata di digiuno.
In tutte le Chiese verranno imposte,
sul capo dei fedeli, le ceneri
in segno di penitenza.
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Messaggio 6 di 6 di questo argomento |
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Da: Lelina |
Inviato: 17/02/2010 21:05 |
Il tempo di Quaresima inizia il Mercoledì delle Ceneri, che quest’anno si celebra il 17 febbraio 2010, e termina il pomeriggio del Giovedì santo, cui segue il triduo pasquale: Giovedì, Venerdì e Sabato Santo. La Quaresima è uno dei tempi forti della Chiesa cattolica e di altre chiese cristiane. è il periodo di preparazione alla Pasqua, la più grande festa cristiana; dura quaranta giorni ed è caratterizzato dall’invito a pregare, a digiunare e a condividere con i poveri quanto abbiamo. Il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne. Gli altri venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne. Al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni, ma anche i bambini e i ragazzi, che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, vanno formati al senso della penitenza cristiana.
Ma perché digiunare?
Il Santo Padre, Benedetto XVI, nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno, invita i cristiani a riscoprire il valore e le ragioni profonde del digiuno cristiano.
Il non mangiare troppo perché fa male, perché s’ingrassa, perché bisogna mantenere la linea, come oggi impone la moda, non è il vero digiuno. “Digiunare – spiega il Papa - giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una ‘terapia’ per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio”.
Il digiuno che siamo chiamati a praticare, quindi, non è fine a se stesso, ma esso- come afferma il Papa - “contribuisce a conferire unità alla persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere nell’intimità con il Signore; apre il cuore all’amore di Dio e del prossimo. Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo”.
Impegniamoci, pertanto, durante questa Quaresima, a praticare il vero digiuno: quello a favore dei fratelli più bisognosi, offrendo loro quanto riusciamo a mettere da parte con le nostre rinunce al superfluo.
Buona Quaresima e buon cammino verso la Pasqua!
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