San Giuseppe
Sposo della Beata Vergine Maria
19 marzo
Sotto la sua protezione si sono posti Ordini e Congregazioni religiose, associazioni e pie unioni, sacerdoti e laici, dotti e ignoranti. Forse non tutti sanno che Papa Giovanni XXIII, di recente fatto Beato,nel salire al soglio pontificio aveva acca- rezzato l´idea di farsi chiamare Giuseppe, tanta era la devo- zione che lo legava al santo falegname di Nazareth. Nessun pontefice aveva mai scelto questo nome, che in verità non appartiene alla tradizione della Chiesa, ma il “papa buono” si sarebbe fatto chiamare volentieri Giuseppe I,se fosse stato possibile, proprio in virtù della profonda venerazione che nutriva per questo grande Santo. Grande, eppure ancor oggi piuttosto sconosciuto. Il nascondimento, nel corso della sua intera vita come dopo la sua morte, sembra quasi essere la “cifra”,il segno distintivo di san Giuseppe.Come giustamente ha osservato Vittorio Messori, “lo starsene celato e emergere solo pian piano con il tempo sembra far parte dello straordi- nario ruolo che gli è stato attribuito nella storia della salvez- za”. Il Nuovo Testamento non attribuisce a san Giuseppe nep- pure una parola. Quando comincia la vita pubblica di Gesù, egli probabilmente già scomparso (alle nozze di Cana,infatti, non è menzionato),ma noi non sappiamo né dove nè quando sia morto; non conosciamo la sua tomba, mentre ci è nota quella di Abramo che è più vecchia di secoli. Il Vangelo gli conferisce l´appellativo di Giusto. Nel linguaggio biblico è detto“giusto”chi ama lo spirito e la lettera della Legge,come espressione della volontà di Dio. Giuseppe discende dalla casa di David, di lui sappiamo che era un artigiano che lavo- rava il legno. Non era affatto vecchio, come la tradizione agiografica e certa iconografia ce lo presentano, secondo il cliché del “buon vecchio Giuseppe” che prese in sposa la Vergine di Nazareth per fare da padre putativo al Figlio di Dio. Al contrario, egli era un uomo nel fiore degli anni, dal cuore generoso e ricco di fede, indubbiamente innamorato di Maria.Con lei si fidanzò secondo gli usi e costumi del suo tempo.Fidanzamento per gli ebrei equivaleva al matrimonio, durava un anno e non dava luogo a coabitazione né a vita coniugale tra i due; alla fine si teneva la festa durante la quale s´introduceva la fidanzata in casa del fidanzato ed ini- ziava così la vita coniugale. Se nel frattempo veniva conce- pito un figlio,lo sposo copriva del suo nome il neonato;se la sposa era ritenuta colpevole di infedeltà poteva essere de- nunciata al tribunale locale. La procedura da rispettare era a dir poco infamante: la morte all´adultera era comminata mediante la lapidazione.Ora appunto nel Vangelo di Matteo leggiamo che “Maria, essendo promessa sposa a Giuseppe, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo, prima di essere venuti ad abitare insieme. Giuseppe, suo sposo, che era un uomo giusto e non voleva esporla all´infamia, pensò di ri- mandarla in segreto”. Mentre era ancora incerto sul da farsi, ecco l´Angelo del Signore a rassicurarlo:“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, per- ché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.Ella partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù;egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.Giuseppe può accettare o no il progetto di Dio. In ogni vocazione che si rispetti,al mistero della chiamata fa sempre da contrappunto l´esercizio della libertà, giacché il Signore non violenta mai l’intimità delle sue creature né mai interferisce sul loro libero arbitrio. Giuseppe allora può accettare o no. Per amore di Maria ac- cetta, nelle Scritture leggiamo che “fece come l´Angelo del Signore gli aveva ordinato, e prese sua moglie con sé”.Egli ubbidì prontamente all´Angelo, in questo modo disse il suo sì all´opera della Redenzione.Perciò quando noi guardiamo al sì di Maria dobbiamo anche pensare al sì di Giuseppe al progetto di Dio. Forzando ogni prudenza terrena,e andando al di là delle convenzioni sociali,dei costumi del suo tempo, egli seppe far vincere l´amore, mostrandosi accogliente ver- so il mistero dell´Incarnazione del Verbo. Nella schiera dei suoi fedeli il primo in ordine di tempo oltre che di grandez- za è lui:S.Giuseppe è senz´ombra di dubbio il primo devoto di Maria. Una volta conosciuta la sua missione, si consacrò a lei con tutte le sue forze. Fu sposo, custode, discepolo,gui- da e sostegno: tutto di Maria. Quello di Maria e Giuseppe fu un vero matrimonio? E´ la domanda che affiora più frequen- temente sulle labbra sia di dotti che di semplici fedeli. Sap- piamo che la loro fu una convivenza matrimoniale vissuta nella verginità, ossia un matrimonio verginale, ma un matri- monio comunque vissuto nella comunione più piena e più vera: “una comunione di vita al di là dell´eros, una sponsa- lità implicante un amore profondo ma non orientato al ses- so e alla generazione” (S. De Fiores).Se Maria vive di fede, Giuseppe non le è da meno. Se Maria è modello di umiltà, in questa umiltà si specchia anche quella del suo sposo. Maria amava il silenzio, Giuseppe anche: tra loro due esi- steva,né poteva essere diversamente, una comunione spon- sale che era vera comunione dei cuori, cementata da pro- fonde affinità spirituali. “La coppia di Maria e Giuseppe co- stituisce il vertice – ha detto Giovanni Paolo II –, dal quale la santità si espande su tutta la terra” . La coniugalità di Maria e Giuseppe, in cui è adombrata la prima “chiesa do- mestica” della storia, anticipa per così dire la condizione finale del Regno, divenendo in questo modo,già sulla terra, prefigurazione del Paradiso, dove Dio sarà tutto in tutti, e dove solo l´eterno esisterà, solo la dimensione verticale dell´esistenza, mentre l´umano sarà trasfigurato e assorbito nel divino. “Qualunque grazia si domanda a San Giuseppe verrà certamente concessa,chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada”, sosteneva S. Teresa d’Avila.“Io presi per mio avvocato e patrono il glorioso s. Giuseppe e mi rac- comandai a lui con fervore. Questo mio padre e protettore mi aiutò nelle necessità in cui mi trovavo e in molte altre più gravi, in cui era in gioco il mio onore e la salute della anima. Ho visto che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare.....”. Difficile dubitarne, se pensiamo che fra tutti i santi l´umile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù e Maria: lo fu sulla terra, a mag- gior ragione lo è in cielo. Perché di Gesù è stato il padre, sia pure adottivo, di Maria è stato lo sposo. Sono davvero senza numero le grazie che si ottengono da Dio,ricorrendo a san Giuseppe.Patrono universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, è conosciuto anche come patrono dei lavo- ratori nonché dei moribondi e delle anime purganti, ma il suo patrocinio si estende a tutte le necessità, sovviene a tutte le richieste.Giovanni PaoloII confessò di pregarlo ogni giorno. Additandolo alla devozione del popolo cristiano, in suo onore nel 1989 scrisse l´Esortazione apostolica Redemp- toris Custos, aggiungendo il proprio nome a una lunga lista di devoti suoi predecessori: il beato Pio IX, S. Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI.
Patronato: Padri, Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi, Procuratori Legali
Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in famiglia), dall'ebraico
Emblema: Giglio
Autore: Maria Di Lorenzo
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