Esistono sofferenze silenziose e sofferenze dichiarate.
Di solito quelle che fanno più clamore sono quelle chiassose mentre quelle silenziose passano in sordina senza che nessuno se ne accorge.
Il dolore va rispettato tutto e non c’è differenza tra chiasso e silenzio.
La sofferenza è qualcosa di così personale che a volte si deve avere il pudore di tacere e di rispettare.
Non c’è motivo di capire quale sia il modo migliore di reagire alla sofferenza.
Ognuno lo fa come si sente in quel momento e soprattutto nel modo più personale.
La sofferenza, per quanto mi riguarda esiste per tutti.
Non c’è nessuno immune a questo sentimento.
Purtroppo è qualcosa di presente nella vita delle persone ma a volte è anche utile per capire ed andare avanti, diventare più forti e consapevoli di cosa si vuole da questo meraviglioso dono che ci hanno donato che è la vita.
Ultimamente ho notato una cosa abbastanza bizzarra e che mi ha fatto pensare.
Ho notato che chi raggiunge una certa stabilità, in qualsiasi ambito, diventa per gli altri immune dal dolore e dalla sofferenza.
Chi si ritrova ad avere qualcosa di concreto nella vita, qualcosa che ha sudato per avere, automaticamente è visto come quello che non soffre o che per lo meno può contare su quel qualcosa o qualcuno.
Ma come?
E le sofferenze e i sacrifici per costruirsi il proprio mondo, quelle non contano?
La cosa peggiore è sentirsi dire: ” Ma dai almeno tu puoi contare su questo o quello”.
Ma per avere questo o quello c’è voluto sacrificio, sofferenza, pianti e dolori.
Questo non viene più considerato.
Agli occhi degli altri adesso sei immune da tutto quello che può creare dolore.
E’ vero che ti puoi rifugiare in quello che ti sei costruito o avere una spalla di un amico su cui piangere, ma pensate che raggiungere questi traguardi è stato facile?
E’ stato facile conquistare un sorriso a 32 denti che affronta la vita?
Per niente! Per raggiungere questo è stato pagato anche il prezzo del dolore e della sofferenza.
Momenti in cui ci si sente soli e non capiti ma che ti danno la forza di reagire.
Credetemi a volte chi sembra forte è più debole di chi sembra debole.
Ha solo scelto di reagire alla sofferenza in modo diverso ma non ne è immune.
Non deve sentirsi in colpa per aver scelto la sofferenza silenziosa.
Chi piange in silenzio per forza di cose sorride quando lo incontri.
Ma il sorriso che lo accompagna è un sorriso sofferto che ha conquistato giorno dopo giorno.
Il sorriso in questo caso non svanirà mai dal suo viso, ma questo non vuol dire che non soffrirà mai più.
La forza che lo contraddistingue è proprio perché si confronta con il dolore, lo analizza e lo assimila.
Fa male in qualsiasi modo il dolore, che sia silenzioso o meno, ma capirlo è qualcosa di ancora più doloroso e che però alla fine ti da la spinta a fare qualcosa e a sorridere.
Grazie e Buon Weekend anche a te, cara Iris e a tutti
Lely