BIT NICK
Il nome del complesso genovese è una voluta storpiatura di beatnik, il nomignolo affibbiato con disprezzo da un giornalista ai giovani alternativi americani dei primi anni '60. Un nome che però i primi poeti e scrittori che si riconoscevano in quel nuovo clima generazionale (Ginsberg, Kerouac e soci), e i giovani che si riconoscevano in loro, accettarono e accolsero come proprio. Un nome che e' anche nella radice del beat e del gruppo che farà esplodere il beat, i Beatles, ovviamente. I cinque ragazzi italiani volevano evidentemente ricollegarsi a quel clima e a quel movimento, senza usare banalmente lo stesso termine. In tutto pubblicarono 5 dischi, 45 giri, nella loro breve stagione, quasi tutti originali, a cominciare dal loro primo successo Preghiera per un amico beat, in buona parte improntati ad un germinale impegno e caratterizzati dal suono dell'organo elettrico Vox, tra gli altri brani di "protesta" si ricordano Realtà n.1 e Manifesto beat. Un ultimo tentativo di risalire sul carro del successo con la ennesima cover di Nights In White Satin dei Moody Blues, alias "Ho difeso il mio amore", poi il progressivo abbandono.
Per saperne di più: sito ufficiale www.bit-nik.it
Formazione:
Mauro Boccardo (tastiere),
Giulio Pistarino (batteria),
Nanni Perazzo (basso),
Ezio Gaggioli (chitarra),
poi Mauro Dassio (sax) e Gianni Mondini (basso)]