La pattuglia azzurra
Un gruppo milanese ricordato, più che per il valore musicale o il seguito avuto, perché è stato il primo gruppo di due personaggi poi diventati molto popolari nella televisione e nel cinema, vale a dire Claudio Lippi e Massimo Boldi. Lippi era infatti all'epoca, metà anni '60, un cantante già discretamente affermato, che si accompagnava in precedenza con un altro gruppo (I Dragoni), e nel 1968 ebbe l'idea di formare un complesso beat "italiano vero", in polemica con la calata dei gruppi stranieri che venivano in Italia a "trovare l'America". Con parole anticipatrici degli attuali timori sugli extra-comunitari, diceva, in una intervista a Giovani (2/5/1968) «Invadono il mercato. E magari solo perché hanno la pelle di un altro colore o si servono di un nome che, in un modo o nell'altro richiama immagini esotiche, sfondano qui da noi e non se ne vanno più. In Italia trovano la loro America, trovano tanta fortuna, tanti soldi e tanto tutto» «Non voglio fare nomi», aggiungeva il fratello Franco Lippi, produttore, «ma è ora di finirla con questi stranieri.»
Quindi, appunto nel maggio 1968, mentre qualcun altro era impegnato in altre cose, Lippi ingaggiò i fratelli Boldi: Fabio (chitarra e voce) e Massimo Boldi (batteria), già attivi in precedenza con il complesso Mimitoki (o Charlie e i Mimitoki), assieme a Giulio Cavalli (organo) e Carlo Cecconi (basso), già attivi sulla scena milanese, fondò assieme al fratello la casa discografica Disco Azzurro e lanciò il gruppo con il nome Pattuglia Azzurra, il titolo del loro primo (e probabilmente ultimo) singolo era Bandiera Azzurra, che riecheggiava ovviamente Bandiera Gialla, si trattava quindi di un brano in largo anticipo sui tempi, coerente con i successivi fasti di Lippi e Boldi a Canale 5 ed anche adatto come eventuale inno di Forza Italia, ma non si sa se sia stato preso in considerazione per questo scopo.
Una ultima curiosità, Massimo Boldi ha citato indirettamente queste sue lontane esperienze nel film del 2002 Vacanze sul Nilo, nel quale cita un sé stesso adolescente e batterista, frenato nella sua vocazione di musicista beat dal padre maresciallo dei carabinieri, e poi costretto ad entrare nell'Arma. E qual era il complesso del quale immaginava di fare parte, ovviamente non ancora famoso? I Pooh.
Nella foto (cliccare per ingrandire) sono ritratti, secondo la didascalia originale della rivista Giovani, da destra, Claudio Lippi (voce), Giulio Cavalli (organo), Fabio Boldi (chitarra e voce), Massimo Boldi (batteria), Carlo Cecconi (basso). Il presunto Claudio Lippi sembra però essere più somigliante a Teo Teocoli, che forse era anche lui parte dell'iniziativa.