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General: 29 aprile Santa Caterina da Siena
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جواب  رسائل 1 من 3 في الفقرة 
من: solidea  (الرسالة الأصلية) مبعوث: 29/04/2010 06:18

Santa Caterina da Siena
Vergine e dottore della Chiesa,
patrona d'Italia

Lo si dice oggi come una scoperta: "Se è in crisi la giustizia, è in crisi lo Stato". Ma lo diceva già nel Trecento una ragazza: "Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia". Eccola, Caterina da Siena. Ultima dei 25 figli del rispettato tintore Jacopo Benincasa e di sua moglie Lapa Piacenti, figlia di un poeta. Caterina non va a scuola, non ha maestri. Accasarla bene e presto, ecco il pensiero dei suoi, che secondo l’uso avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre, anche davanti alle rappresaglie. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua “cella” di terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero).La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. E tutti amabilmente pilotati da lei. Li chiameranno “Caterinati”. Lei impara faticosamente a leggere, e più tardi anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a cuoiai e generali, a donne di casa e a regine. Anche ai detenuti, che da lei non sentono una parola di biasimo per il male commesso. No, Caterina è quella della gioia e della fiducia: accosta le loro sofferenze a quelle di Gesù innocente e li vuole come lui: "Vedete come è dolcemente armato questo cavaliero!". Nel vitalissimo e drammatico Trecento, tra guerra e peste, l’Italia e Siena possono contare su Caterina, come ci contano i colpiti da tutte le sventure, e i condannati a morte: ad esempio, quel perugino, Nicolò di Tuldo, selvaggiamente disperato, che lei trasforma prima del supplizio: "Egli giunse come uno agnello mansueto, e vedendomi, cominciò a ridere; e volse ch’io gli facessi il segno della croce".Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Parla chiaro ai vertici della Chiesa. A Pietro, cardinale di Ostia, scrive: "Vi dissi che desideravo vedervi uomo virile e non timoroso e fate vedere al Santo Padre più la perdizione dell’anime che quella delle città; perocché Dio chiede l’anime più che le città". C’è pure chi la cerca per ammazzarla, a Firenze, trovandola con un gruppo di amici. E lei precipitosamente si presenta: "Caterina sono io! Uccidi me, e lascia in pace loro!". Porge il collo, e quello va via sconfitto. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. E nel 1970 avrà da Paolo VI il titolo di dottore della Chiesa.La festa delle stigmate di S. Caterina è, per il solo ordine domenicano, il 1° aprile.

Patronato: Italia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10

Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco

Emblema: Anello, Giglio

Autore: Domenico Agasso



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جواب  رسائل 2 من 3 في الفقرة 
من: Lelina مبعوث: 29/04/2010 06:26

Santa Caterina, patrona d'Italia e d'Europa

    Ritratto di Santa Caterina da Siena: Patrona d'Europa, Patrona d'Italia, Patrona di Roma, Dottore della Chiesa Universale.
Opera di un pittore senese del primo seicento, conservata nel Capitolo del Duomo di Siena.

Santa Caterina da Siena è Patrona d'Italia insieme a San Francesco d'Assisi (nominata da papa Pio XII nel 1939) e Patrona d'Europa insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce (nominata da papa Giovanni Paolo II nel 1999).    Inoltre è stata la prima donna, assieme a Santa Teresa d'Avila, ad aver avuto il titolo di Dottore della Chiesa Universale (nominata da papa Paolo IV nel 1970), che la Chiesa ha finora attribuito a soli 33 personaggi, riconosciuti come eminenti per quanto riguarda la riflessione teologica.
   Ma già nel 1461 Santa Caterina da Siena fu
canonizzata da Papa Pio II e nel 1866 fu dichiarata compatrona di Roma da Papa Pio IX. Inoltre, dal 1947, è Patrona delle infermiere
della Croce Rossa.
E' anche patrona delle
contrade dell'Oca (nel cui territorio si trova la sua Casa) e del Drago (nel cui territorio si trova il Santuario di San Domenico, che frequentò assiduamente).
    Una tale quantità di riconoscimenti si spiega con il carattere eccezionale e la vita frenetica di Santa Caterina da Siena. Già durante la sua breve vita Caterina attraeva e stupiva i suoi contemporanei, che rapidamente divulgarono in tutta Europa la sua immagine ed i suoi insegnamenti.
    Nonostante che fosse del tutto
priva di istruzione
(imparò a leggere da sola, e più tardi a scrivere, rimanendo però semianalfabeta), e non certo favorita dal suo stato femminile (visse in un'epoca dove le donne non erano per nulla considerate), Caterina fu chiamata maestra da un numero considerevole di discepoli fra cui illustri professori universitari, fu ricevuta ed ascoltata da papi, cardinali e re di tutta Europa, e fu capace di esercitare un'azione incisiva fino alle più alte autorità politiche e religiose. E' un fatto di per sé miracoloso che una donna di umili origini potesse intrattenere nel XIV secolo una corrispondenza politica con i potenti del tempo, ai quali si rivolgeva con tono di fermo comando, pur senza perdere la sua abituale umiltà.
    La venerazione alla Santa è oggi diffusa a livello internazionale: fra i diversi movimenti esistenti, ricordiamo l'Associazione Internazionale dei Caterinati ed il Centro Nazionale di Studi Cateriniani. Dal 2000 viene celebrata in onore di Santa Caterina da Siena una Festa Internazionale, durante la quale una solenne processione porta in Duomo la reliquia della Sacra Testa.


جواب  رسائل 3 من 3 في الفقرة 
من: Lelina مبعوث: 29/04/2010 06:27

La vita di Santa Caterina

Ritratto di Santa Caterina da Siena: Patrona d'Europa, Patrona d'Italia, Patrona di Roma, Dottore della Chiesa Universale.
Opera di Bernardino Luini, conservato al 'Musèe de Tesse' di Le Mans

    Nacque il 25 marzo 1347, ventiquattresima figlia di Lapa Piagenti e Jacopo Benincasa, un modesto tintore di pelli. Fin da piccola frequentò la basilica di San Domenico, situata su una rupe sovrastante la casa dove abitava. A sei anni ebbe la sua prima visione: vide il Signore in abiti pontificali seduto su un bellissimo trono sospeso in aria sopra il convento di San Domenico; così fece voto di dedicare la sua vita a Dio.
    A dodici anni aveva già una bellezza straordinaria e rifiutò con fermezza il matrimonio che i genitori, ignari del suo voto, avevano cercato di combinare: per dimostrare quanto fosse risoluta, si tagliò i capelli, si coprì il capo con un velo come una monaca e sopportò le punizioni dei genitori, costruendo nella propria mente una cella dalla quale non poteva uscire (in seguito sarà questo il consiglio che darà ai suoi discepoli per aiutarli a trovare il raccoglimento spirituale).
    Un giorno il padre vide una colomba posata sulla sua testa mentre pregava e allora si arrese, permettendo a Caterina di "vivere di suo senno, non chiedendo nulla di veruna spesa che non fosse pane e acqua". Caterina Benincasa, ottenuta di nuovo la sua cameretta, usò nel suo letto un cuscino di pietra, che si può ancora vedere nella sua casa santuario.
    A sedici anni, nel 1363, Caterina prese il velo del Terzo Ordine Domenicano delle Mantellate, così chiamate per il lungo mantello nero che copriva l'abito bianco: era un gruppo di laiche, per la maggior parte vedove di una certa età e di buona famiglia, tanto che non era una cosa normale accogliere delle giovinette. Dopo essere stata tre anni nella solitudine della sua stanzetta, Caterina sentì che la sua missione doveva essere nel mondo: per questo non fece la scelta di diventare suora, cosa che avrebbe significato chiudersi in clausura.
    Da questo momento dedicò la sua vita al raggiungimento della pace e della salvezza degli uomini ed all'assistenza ai bisognosi ed ai malati. Si circondò di una "famiglia spirituale" formata uomini e donne di ogni età e ceto sociale, che la chiamavano 'mamma', desiderosi fare del bene al prossimo, in seguito chiamati Caterinati.
    Cominciò a inviare lettere di conforto, di consigli e di esortazioni a quanti imploravano un suo intervento. Le sue lettere a re, condottieri e letterati suscitarono una grande commozione, e in pochi anni Caterina riuscì ad esercitare il suo benefico influsso, contribuendo a risolvere controversie politiche.
    L'esordio in questo ruolo avvenne nella sua Siena, che come molte città del XIV secolo viveva una situazione sociale difficile per via delle lotte fra fazioni rivali, facenti spesso capo a potenti famiglie che si contendevano il predominio sulla città. Ben presto la sua fama di "donna di pace" si estese: si recò ad Avignone e riuscì a convincere il pontefice Gregorio XI a riportare dopo 70 anni la sede papale a Roma; contribuì a risolvere le dispute tra Firenze e lo Stato della Chiesa; si recò a Pisa e Lucca per distoglere quelle repubbliche dalla lega antipapale; si adoperò per sanare lo Scisma d'Occidente.
    Tuttavia non mancarono gli effetti negativi della sua condotta di vita: indebolita dall'incredibile mole di lavoro, dal fatto che dormiva due ore per notte e dai diguini a cui si sottopose, Caterina Benincasa morì a Roma il 29 aprile 1380, a soli 33 anni. Dal 5 agosto 1855 il suo corpo riposa nel sarcofago marmoreo sotto l'altare maggiore della basilica di Santa Maria sopra Minerva (Roma), ma sono moltissime le reliquie sparse nelle chiese di tutto il mondo: Roma, Gerusalemme, Venezia, Astenet (Belgio) e naturalmente Siena.





 
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