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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: Lelina  (Mensaje original) Enviado: 03/01/2010 15:28

625px-Cioccolato1.jpg Il cioccolato è un alimento ad alto valore nutritivo perchè contiene proteine, carboitrati, vitamine, sali minerali, ma anche il 35% di grassi ed è molto calorico, quindi non può essere usato abitualmente.

 

Meglio sceglierlo per merenda che come dessert.



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Respuesta  Mensaje 2 de 5 en el tema 
De: Lelina Enviado: 15/01/2010 21:32

     La storia del cioccolato comincia con la storia del cacao. Indietro, nel tempo delle leggende, sembra che i primi coltivatori della pianta del cacao fossero i Maya, nel 1000 A.C. circa, e successivamente i Toltechi e gli Aztechi.
    
La leggenda narra che il dio Azteco donò al mondo il seme del cacao con il quale preparare una bevanda amara e piccante notevolmente energetica. Nel 600 DC circa, sempre nell'America centrale, i Maya usavano i semi del cacao come moneta di scambio.
     Questa bevanda, ottenuta tostando e macinando i semi, quindi mescolati ad un liquido e sbattuti fino ad ottenere una bevanda schiumosa, poco o niente aveva a che fare con la cioccolata che siamo abituati a consumare oggi.
     Questa bevanda, scarsamente appetitosa almeno secondo il gusto moderno, veniva apprezzata perché era capace di eliminare la fatica e stimolare la forza fisica e mentale.
     A questo punto la leggenda cede il passo alla storia. Nel 1492, Cristoforo Colombo sbarcato nelle terre dell'Honduras, riporta dall'America semi di cacao alla corte Spagnola, tuttavia questi saranno ignorati.
     Nei primi del 1600 il cioccolato arriva in Francia aggiunto con zucchero, cannella e vaniglia, ed incontra subito il gusto dei Francesi diventando una bevanda molto diffusa. Alla fine del 1600 la bevanda si diffonde in Belgio, Germania, Svizzera, Austria e Italia.
     Verso la fine del 1700 ed i primi del 1800 in Inghilterra vengono utilizzate le macchine a vapore per macinare i semi di cacao: ha così inizio la produzione in grandi quantità del cioccolato.
     In Olanda, inventa una macchina per estrarre il burro di cacao, la bevanda comincia a diventare più fluida e quindi più gradevole.
    
Sempre alla fine del 1800, un altro svizzero sviluppa un metodo nuovo per raffinare il cioccolato, il risultato è un prodotto finito estremamente fine: è appena nato il cioccolato fondente.


Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: Lelina Enviado: 15/01/2010 21:54
Trasformare i semi di cacao in cioccolato richiede molto lavoro.
     Dopo la raccolta i frutti vengono spaccati poi vengono posti in recipienti ,questo procedimento riduce il sapore amaro ed sviluppa gli oli essenziali, un fattore estremamente importante poiché favorisce lo sviluppo dell'aroma che determinerà la qualità del prodotto finale.     
     Subito dopo i semi vengono fatti seccare al sole oppure al calore artificiale. Successivamente i semi vengono spazzolati dalle macchine “mondatrici” per eliminare le impurità ed i corpi estranei .
     La torrefazione è un processo durante il quale tutte le sostanze che si sono formate con la fermentazione, vengono ora esaltate donando ai semi il caratteristico profumo del cacao.
     Un processo determinante per la qualità del prodotto finito, perché questo procedimento elimina l'umidità e l'acidità favorendo lo sviluppo delle componenti aromatiche.
     Il passo successivo consiste nel macinare e fondere ad una temperatura di 50-60° C i semi ottenendo la pasta di cacao, una parte di questa viene utilizzata per produrre il burro di cacao e il cacao solubile in polvere.
    
L'altra parte viene sottoposta al processo di “concaggio” durante il quale vengono aggiunti altri componenti, come ad esempio lo zucchero, e sottoposti al processo di raffinazione.
     Il risultato del processo di concaggio è un prodotto fluido, plastico e vellutato: il cioccolato fondente.  Adesso il composto è pronto per le lavorazioni finali, lo stampaggio in tavolette o qualsiasi altra lavorazione.  Il processo di concaggio può variare in base alle consuetudini alimentari dei vari paesi.
     La fase successiva di lavorazione si chiama “temperaggio” e consiste nel far passare il cioccolato dai 40° C del concaggio ai 28 °C per poi rialzarsi a 31° C.
     Questo passaggio di temperatura serve ad ottenere un prodotto finale lucido e consistente modificando i cristalli del burro di cacao.
     La fase finale è quella della modellazione dove il cioccolato viene versato in stampi di metallo o legno fatti vibrare in modo da far uscire l'aria e rendere il prodotto perfettamente uniforme.
     Una volta raffreddato il cioccolato viene tolta dallo stampo e confezionato.

Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: Mariasole Enviado: 16/01/2010 17:14
 
MASSAGGI AL CIOCCOLATO
 
Se amate il relax, i massaggi al cioccolato sono l’ideale per voi. Oltre che piacevoli, i massaggi al cioccolato, sono estremamente efficaci, infatti la così detta “cioccoterapia“, sfrutta tutte le proprietà del Cacao e del Cioccolato per la Bellezza e il Benessere. Le sue molteplici proprietà, agiscono sia sul corpo che sulla mente: il profumo del cioccolato va a stimolare le endorfine (ormoni del benessere) donando una sensazione di benessere e pace.
Le proprietà nutrienti del burro di cacao, inoltre, vanno ad idratare la pelle, lasciandola sempre morbida e compatta.
Questo tipo di esperienza, è disponibile attualmente in otto località d’Italia:
- Piemonte (Alessandria)
- Lombardia (Monza e Bergamo)
- Toscana (Firenze)
- Lazio (Roma-Tivoli)
- Campania (Caserta e Salerno)
 

Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: Lelina Enviado: 30/04/2010 13:05
 
 
 
 
 
 

                             

     

    LA STORIA DEL CIOCCOLATO
     
    L’avventura del cioccolato inizia in America, talmente tanto tempo fa che ancora questo continente non portava il suo nome attuale. Nell’umidità costante del clima messicano, un piccolo albero produceva i suoi frutti simili a zucche contornati dalle foglie di colore verde scuro: la pianta del cacao.
    E’ grazie agli insetti ed agli altri animali che si cibavano di questi frutti se queste piante si estesero oltre i confini del Messico per arrivare sino all’attuale Guyana del sud: nutrendosi del frutto, infatti, trasportavano via anche i suoi semi così permettendo alla terra di far nascere sempre più alberi di cacao. Presto, anche l’uomo si accorse della bontà di tale frutto ed iniziarono così a diffondersi le piantagioni.
    I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya. Tale civiltà risale a circa duemila anni prima della scoperta dell’America.
    Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono quindi le prime a vedere l’inizio della storia del cioccolato.
    La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya: Hunahpu.
    La storia ci riporta che il frutto di tale pianta era considerato talmente prezioso che era utilizzato anche come moneta presso la popolazione Maya.
    Intorno al X secolo, avvolto dal mistero, si assiste alla distruzione di questa grande civiltà.
    Presto la tribù dei Toltechi, proveniente dal nord, si stabilì in questa regione. La capitale fu scelta nella città di Tollan (oggi identificata nella città di Tula, a nord di Città del Messico); il re, un uomo di pace, Topiltzin Quetzalcoàtl (Serpente Piumato), fu costretto da violente pressioni interne a fuggire a sud sino alla città di Chichèn, una città Maya nella penisola dello Yucatàn. Presto il re venne divinizzato entrando così a far parte della mitologia azteca.

    Il tesoro del Dio Quetzalcoàtl
    La mitologia narra che il Dio possedesse un immenso tesoro composto da “tutte le ricchezze del mondo, oro e argento, pietre verdi chiamate chalchiuitl ed altri oggetti preziosi, come una grande abbondanza di alberi di cacao di diversi colori”.
    La leggenda narra che, quando Quetzalcoàtl era ancora un re, a causa di una grave malattia che lo aveva colpito, venne spinto a bere una pozione che gli avrebbe ridato la salute ed invece lo portò alla pazzia: fuggì verso il mare dove trovò una zattera di serpenti intrecciati e si allontanò scomparendo nel mistero.
    Prima di partire però, Quetzalcoàtl promise che avrebbe fatto ritorno per riprendersi il suo regno nell’anno posto sotto il segno del “Ce-acatl”.
    Secoli più tardi, nel 1519, anno sotto il segno del “Ce-acatl”, una grande nave carica di uomini con scintillanti armature come scaglie di serpente ed elmetti piumati, fece la sua comparsa vicino alla costa orientale del regno azteco.
    Immediatamente l’imperatore Montezuma credette alla profezia ed accolse pacificamente quella nave pronto a restituire il regno al Dio Quetzalcoàtl.
    Sul battello però non vi era il Dio azteco ma un conquistatore spagnolo: Hernàn Cortès.
    Vennero offerti molti doni quali oro, argento, pietre preziose, schiave e… cesti pieni di semi di cacao.
    I conquistatori diedero inizio all’espansione della conoscenza del cioccolato in tutti i continenti purtroppo però… distrussero una delle più brillanti civiltà della storia.
     
    Con il tempo la cioccolata prese il sopravvento e divenne una bevanda molto diffusa.
    Nel 1720 padre Labat fece un resoconto della sua missione nelle Antille, egli raccontò che i creoli della Martinica usavano spesso l'espressione "alla cioccolata" per dire "alle otto di mattina", rivelando un'abitudine corrente e ben radicata. Infatti da più di un secolo, la cioccolata era diventata una bevanda quotidiana per i nuovi americani, di qualsiasi condizione sociale fossero. Tuttavia, per ottenere il favore dei coloni, la cioccolata aveva dovuto subire un notevole cambiamento, senza il quale sarebbe probabilmente scomparsa: le venne aggiunto lo zucchero.
    Nel 1630, Thomas Gage fu testimone di questo entusiasmo degli spagnoli del Messico per la cioccolata zuccherata. Le dosi abituali erano: ogni cento semi bisognava aggiungere mezza libra di zucchero. Il cacao veniva trattato secondo la maniera indiana: veniva essiccato e poi triturato su una pietra, la metate.
    Nel 1568, un viaggiatore accennò a due piantagioni spagnole in Messico, una a Quesala e l'altra a Tecoanapa. Meno di un secolo più tardi, in seguito a un rapido sviluppo sul continente, le prime piantagioni apparivano nelle isole a Santo Domingo e in Giamaica. Nel 1660 fu la volta dei francesi in Martinica. Legate al Messico da stretti legami commerciali; le Filippine ebbero le loro prime piantagioni di cacao nel 1663. L'Ecuador, il Brasile e Trinidad attesero la metà del XVII secolo, e l'Africa il 1882.
    La reale diffusione del cioccolato in Europa avvenne dal 1585, anno in cui giunse il primo carico commerciale di cacao proveniente da Veracruz. Da quel momento in poi vennero organizzati trasporti regolari fra le colonie spagnole d'America e la madrepatria.
    Nel secolo XVII alcuni cioccolatieri di Venezia, di Firenze, ma soprattutto di Torino, divennero grandi esperti nell'arte di preparare il cacao ed esportarono i loro prodotti in tutta Europa.
    Nel XVII secolo, la cioccolata aveva conquistato quasi tutti. Nutriente, digestiva, stimolante, afrodisiaca, efficace contro l'ipocondria, stimolante, utile per l'alito e per la voce, queste erano le principali qualità riconosciute in questa bevanda.
    In questo secolo, in Europa, comparvero le prime fabbriche di cioccolato, subentrando ai monasteri e ai conventi. Il primo documento che riguarda la produzione di cioccolato in Italia è del 1678 e si conserva negli archivi storici di Torino.


    Ma la preparazione del cioccolato, in questo periodo, era ancora di tipo arcaico, in quanto si basava su primitive tecniche messicane: l'operaio triturava i semi a mano, con l'aiuto di un cilindro di ferro, inginocchiato davanti a una pietra inclinata e riscaldata.
    Nel 1732 in Francia, Dubuisson inventa la tavola orizzontale riscaldata con il carbone a legna, che permette all'operaio addetto alla frantumazione del cacao di lavorare in piedi in modo più efficiente.
    Nel 1778 sempre in Francia, nasce la prima macchina raffinatrice idraulica della pasta di cacao.
    Nel XIX secolo nacque un'industria fiorente, accompagnata da importanti progressi tecnici, che avrebbe fatto dell' "alimento degli dei" una squisitezza accessibile a tutti. 

     

     

    Lely

     



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