Sconosciuta in Italia, Ana do Guimarães,
in arte Cora Coralina, in Brasile fa parte dei grandi poeti della
letteratura nazionale. Ha la quinta elementare ma l’Università di Goiás
le concede la laurea.
Nata nel 1889 nella città dell’interiore goiano, Góias Velho,
antica
capitale dello Stato, scrive poesie fin dal 1911 pur avendo completato
solamente la scuola elementare.
Cora Coralina (foto di N. Moraes)
Nel 1908 fonda con altre amiche che si dedicano alla poesia il
giornale di poesie di donne “La Rosa”. Nel 1010 viene pubblicato il suo
primo racconto “Tragedia in campagna” in un`importante pubblicazione
dello stato di Goiás, dove è nato il Distretto federale che accoglie la
nuova capitale, Brasilia. In questa pubblicazione, che le dà notorietà,
appare lo pseudonimo di Cora Coralina.
Cora viene apprezzata dal
grande poeta Carlos Drummond de Andrade, che senza conoscerla
personalmente, le scrive: «Mia cara amica Cora Coralina: il Suo “Vintém
de Cobra” è, per me, come una moneta d’oro, di un oro che non soffre
delle oscillazioni del mercato. è poesia delle più pure e comunicative
che abbia mai letto e amato. Che ricchezza di esperienza umana, che
sensibilità speciale, che liricità identificata con le fonti della
vita!! Aninha (*) non ci appartiene. è patrimonio di noi tutti, nati in
Brasile e amanti della poesia...».
Questa lettera, questa
ammirazione sincera del grande poeta mineiro, suscita l’interesse
dei lettori e la rende conosciuta al grande pubblico. Nel 1922 non
partecipa alla Settimana di arte moderna di San Paolo, invitata da
Monteiro Lobato, perché il marito glielo proibisce. Nel 1984 è la
prima donna a vincere il premio Juca Pato, come intellettuale dell’anno.
Questa semplice donna che vive del suo lavoro casalingo di preparare
dolci (doceira), madre di sei figli, nonna di quindici nipoti e bisnonna
di diciannove, diventa membro di varie istituzioni culturali e riceve
il titolo honoris causa dall’Università federale di Goiás. Scomparsa nel
1985 a 96 anni di età, nel 1989 sono pubblicate alcune opere postume.
Questa è la sua biografia. E la sua opera?
La mia culla è stata di
pietra.
Fatto di
pietre è stato il mio
cammino.
I miei versi: pietre rotte rotolando
E battendo contro
altre pietre.
Aninha e
le sue pietre
Non
lasciarti distruggere...
Aggiungi nuove pietre
E costruisci nuove poesie.
Reinventa la
tua vita sempre, sempre
Rimuovi pietre e piante di
rose e fai dolci.
Ricomincia.
Fai della tua vita meschina
un poema.
E vivrai
nel cuore dei giovani
e nella memoria delle
generazioni che
verranno.
Questa fonte è per l’uso di tutti gli
assetati.
Prendi
la tua parte.
Avvicinati a queste pagine
e non impedirne l’uso
a quelli che hanno sete.Un
grande messaggio di ottimismo, lirica pura per incitare a non farsi
spaventare dalle difficoltà - le pietre e le spine dei rosai - e
ricominciare non una volta ma ogni volta che ciò si renderà necessario,
sempre, sempre. Dividere con gli altri la propria esperienza perché
ciascuno ne faccia tesoro, non impedirne l’uso a quelli che hanno sete.
Chi sono quelli che hanno sete? Per me sono coloro che cercano un
significato alla propria vita. Che non si accontentano della
superficialità in cui viviamo.
http://musibrasil.net/articolo.php?id=1251