Sono molto giovani, ma hanno le idee chiare. Sanno che devono "stare uniti se vogliono cambiare le cose e costruire un mondo senza mafie". Sono stati ribattezzati "ambasciatori della legalità" e sono arrivati in 2.500 questa mattina a Palermo, a bordo di due navi della legalità (ribattezzate per l'occasione "Giovanni" e "Paolo" in ricordo di Falcone e Borsellino e messe a disposizione dalla Snav) partite ieri sera da Napoli e Civitavecchia.
Obiettivo del viaggio, promosso dal ministero dell'Istruzione e dalla fondazione Falcone, è stato quello incontrare i coetanei palermitani in occasione del 18/mo anniversario dalla strage di Capaci e con loro gridare a gran voce il "no" alla mafia. Consapevolezza, "spirito di squadra" e cultura: è questa la loro ricetta contro le cosche.
Dalle 8 del mattino, quando le navi sono attraccate, e fino alla partenza in serata, ad animare la città sono stati i loro striscioni e le loro t-shirt bianche, che sul retro riportavano una delle più celebri frasi di Giovanni Falcone: "Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini". Oggi, a Palermo, quelle idee hanno camminato sulle loro. Ad attenderli sul molo, c'era la sorella di Giovanni Falcone, Maria, che dal palco ha dato il benvenuto ai ragazzi assieme a don Luigi Ciotti, presidente di Libera, arrivato da Napoli, e al procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, partito da Civitavecchia. Il tutto mentre in cielo volavano palloncini tricolore e i ragazzi intonavano l'inno d'Italia. Subito dopo per alcuni c'è stata la cerimonia nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone, per altri le attività in cinque piazze della città.
Un minuto di silenzio, con lo sfondo musicale della tromba, per ricordare Giovanni Falcone al momento della strage di Capaci avvenuta alle 17.58 del 23 maggio 1992. Sul palco, davanti all'albero Falcone ci sono il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e altri magistrati. Il silenzio è stato salutato da un lunghissimo applauso delle persone presenti in via Notarbartolo.
"Vi ringrazio per questo albero che avete riempito di messaggi e che rappresenta la rinascita della città. Chi diceva che Palermo non c'era, adesso può dire che Palermo c'è". Lo ha detto Maria Falcone, la sorella del giudice antimafia ucciso dalla mafia 18 anni fa nella strage di Capaci, intervenendo sul palco allestito proprio davanti l'albero dedicato al fratello in via Notarbartolo e che alcune settimane fa era stato spogliato di tutti i "pizzini" antimafia lasciati negli anni dai palermitani nel ricordo del giudice Falcone e degli uomini della sua scorta barbaramente uccisi nell'eccidio.