ULISSE E LE OMBRE
Ulisse e le Ombre sono un gruppo formatosi a Catanzaro nel 1969 dalle ceneri di altri tre noti gruppi della città calabrese, Gli Antichi, Le Ombre e i Drops. Un gruppo molto preparato tecnicamente che si rifaceva per certi versi ad alcune band pop-jazz dell’epoca, come i Chicago o i Blood Sweet & Tears, vista anche la loro particolare formazione: Ulisse (alias Pino Ranieri, canto), Franco Folino (basso), Salvatore Celeste (chitarra), Manlio Canino (tastiere), Antonello Nicita (batteria), Ettore Capicotto (tromba), Franco Citriniti (sax tenore), Beppe Citriniti (sax Baritono). Molto conosciuti nel Sud ed in particolare in campo regionale, grazie anche al brano “Se non avessi lei” (ben interpretato dalla voce graffiante di Ulisse) presentato al Disco per l’estate del 1970, a cui seguono negli anni successivi “Rosea”, “La delusione” (brano di impostazione progressive), "Dedicato a ...", “Solo” e “Odissea”, solo per citare alcune delle incisioni del gruppo, tutte edite dalla Fans, etichetta della Phonotype Records di Napoli. Ebbero l'opportunità di partecipare a diverse trasmissioni televisive come Milledischi, Alta infedeltà, al X° Premio Regia Televisiva di Daniele Piombi, alla Rassegna di Primavera (a Poggio Bustone, con Lucio Battisti) e furono molto attivi in concerti e serate, soprattutto in area regionale, anche assieme ad altri gruppi nazionali, come i Nomadi.
(Informazioni ricevute da Franco Folino
NIENTE palco del teatro "Tommaso Campanella". Niente pubblico. Solo due poltrone, due microfoni e tanti ricordi. Un ambiente raccolto e ricco di aneddoti. Uno speciale per la trasmissione condotta da Domenico Gareri andata in onda dal "regno" di Pino Ranieri, più conosciuto come Ulisse. Tema della puntata "Beati quegli anni", manifestazione tenutasi nei giorni scorsi al teatro Masciari per volere dell'assessore al Turismo dell'amministrazione provinciale, Pippo Capellupo e di chi, come Ulisse, ha reso grande il periodo denominato "beat generation". Anni vissuti in pieno dal capoluogo di regione. «Basti pensare che negli anni '60 l'attuale presidente della Camera di Commercio, Paolo Abramo, era un grande musicista, così come ha raccontato Ulisse in trasmissione il responsabile del Sert di Catanzaro, Franco Montesano: ricordo ancora quando il padre me lo presentò e lui iniziò a suonare, aveva appena 12 anniŠ L'unico mio rammarico ha proseguito il cantante è stata la brevità della manifestazione, avremmo dovuto godercela ancora un altro po'. è stata un'emozione unica. Poi, vedere tutti quei giovani, appassionati come noi. è su di loro che adesso bisogna puntare, è sul futuro dei tanti talenti che abbiamo». "Beati quegli anni" è nata in pizzeria «quando tutti gli artisti catanzaresi di quel periodo ci siamo riuniti, pensare che c'era gente di Catanzaro che non si vedeva da 20 anni, e poi anche il personaggio più affermato, più "istituzionale" ha preso il microfono o il suo strumento musicale e via con i brani. Nessuno quella sera è riuscito a trattenere l'emozione. Nessuno. Da lì è nata l'idea che ha preso poi forma l'altra sera al teatro "Masciari"». Gareri ha mandato in onda qualche immagine di quella serata. In scena, tra gli altri, Saverio Palermo, Ulisse e le ombre, il giornalista Marcello Barillà, Sarino Libico ed il giovane Francesco Mancuso. Senza dimenticare l'esibizione dei ragazzi della "Fabbrica dei sogni" che si sono esibiti in tre brani simbolo di quegli anni: "Sapore di sale", "Il cielo in una stanza" ed "Io vagabondo" cantati da Massimo Squillace, Massimiliano Gareri e Vittorio Valia. Pino Ranieri, anche in qualità di docente della scuola di spettacolo per ragazzi diversamente abili, ha evidenziato come: «La musica ti fa viaggiare oltre la realtà, soprattutto quando questa è brutta».
Ed ancora immagini della serata con "Se non avessi lei", biglietto da visita di Ulisse: «Quando ho presentato questo brano al "Disco per l'estate" esordiva con me un diciannovenne di nome Claudio Baglioni». Spazio agli oggetti dell'epoca: Vespa special del 1963 o ai juke-box con i gettoni originali.A parlare ai microfoni di Gareri, il giornalista Emanuele Giacoia: 1Il messaggio ha detto va lanciato ai giovani, all'epoca dei cellulari, perché attraverso il rock, la musica, si possa ritornare ad essere uniti come lo eravamo noi. è questa la grande lezione». Entusiasta l'assessore Capellupo che ha raggiunto nel corso della puntata il conduttore con il suo ospite. «Ulisse è nei nostri cuori, ha rappresentato tanto per la nostra città, ha costruito la fortezza attorno alla quale sono nate via via tutte le casette. Quello che mi ha più colpito ha proseguito Capellupo - a parte l'emozione vera dei miei coetanei, è stata la partecipazione ma soprattutto l'interesse dei giovani verso quegli anni. è a questo che dobbiamo puntare. Non si possono più fare gli errori del passato, dobbiamo stare vicino ai giovani. Adesso che abbiamo tante strutture, dobbiamo sfruttarle, non bisogna aspettare solo i grandi eventi. Bisogna partire dalle scuole e aiutare tutti quei giovani che vogliono continuare la storia della musica catanzarese». Alla fine un plauso alla caparbietà di Gareri: «Hai creduto sempre nella "Fabbrica dei sogni" , non ha mai mollato ma se lo avessi fatto avresti vanificato giorni e giorni di lavoro dando un dolore a tutti i tuoi ragazzi . Nessuno avrebbe mai scommesso sul tuo progetto Ci sei riuscito in pieno». La conversazione sarebbe continuata fino a chissà a quale ora, ma i tempi televisivi sono brevi. Il desiderio di ricordare per andare avanti è tanto. "Beati quegli anni", par di capire, non è stata solo una manifestazione per ricordare, per rivivere emozioni uniche ma ha fatto da collante tra generazioni diverse.